Marketing

Vita da SEO: intervista a Jacopo Matteuzzi

Con questa intervista abbiamo voluto raccogliere il parere e le impressioni di Jacopo Matteuzzi, uno dei nomi di punta del settore, consulente web marketing di Studio Samo, per quell’ambito molto chiacchierato sul web, la SEO. Abbiamo fatto qualche domanda all’autore del testo “Inbound Marketing” in merito a questo settore molto importante per dare visibilità ad un sito web.

1. Qual è la prerogativa di un buon SEO?

La pazienza. Come il blogging (attività peraltro strettamente correlata), la SEO è un labor limae, è tutto il contrario di un’attività mordi e fuggi. Ci vuole costanza e dedizione per raggiungere risultati concreti e duraturi. A questo aggiungi che di solito i clienti vogliono vedere subito risultati, quindi ci vuole pazienza anche con loro. 

2. Pro e contro del tuo mestiere.

I pro sono tanti, se ti piace il mestiere naturalmente. La più grande soddisfazione è quando vedi il tuo sito che supera gli altri in classifica. Per me è un po’ come partecipare ad una gara di Formula 1 ;-)

I contro sono che non hai mai la totale certezza del risultato. In questo, il mestiere di SEO è molto simile a quello del medico (non come importanza, naturalmente): ogni paziente risponde diversamente, la stessa cura può funzionare bene con uno e non con un altro. Allo stesso modo, le stesse tecniche possono dare risultati straordinari per un sito e scarsi per un altro.

Alla fine della fiera, l’ultima parola ce l’ha sempre Google, e per certi versi nessuno sa veramente come “ragioni”.

3. Come deve essere inteso Google da un buon SEO: come un amico da conquistare o come un avversario di cui scoprire le debolezze per ottenere vantaggi?

Dipende quali tecniche utilizzi. Google è mio amico perché ho scelto di indossare il “White Hat”, ossia pratico quasi esclusivamente metodi approvati e promossi da Google, come la creazione di contenuti di qualità, la buona fruibilità ed accessibilità del sito.

I SEO che fanno utilizzo massivo di tecniche “Black Hat” o link building su larga scala, cercano più che altro di manipolare il suo algoritmo.
Ultimamente però sono tempi duri per queste persone: Google ha preso provvedimenti rilasciando dei filtri algoritmici volti a penalizzare chi fa uso di queste tecniche. I due più noti si chiamano Panda e Penguin. A questo si aggiungono i sempre più frequenti controlli manuali ad opera dei Quality Rater, persone in carne ed ossa incaricate da Google di controllare i siti web ed applicare eventuali sanzioni (perdite di posizione o, nei casi più gravi, espulsione da Google).

4. L’attività SEO viene talvolta vista come una professione un po’“sui generis” da chi non ha competenza nel settore. Come può fare realmente la differenza un SEO nella gestione di un sito web?

Avere un sito bellissimo e perfettamente funzionante non ti aiuterà a vendere, un buon SEO sì. La SEO fa parte delle attività di marketing, dovrebbe essere parte integrante di un piano strategico che include content marketing, blogging, social media ed altre attività, comprese quelle di marketing tradizionale.  Tutte queste attività servono a creare una presenza digitale di successo, cosa imprescindibile oggi per qualunque azienda. La SEO è un tassello fondamentale del marketing odierno.

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5. Per quanto riguarda i contenuti di qualità, Google negli ultimi tempi sembra aver privilegiato la ricerca semantica. Cosa puoi dirci a riguardo?

Che siamo ancora molto lontani. Google e gli altri motori stanno facendo progressi, ma siamo ancora ben lungi dalla vera semantica, ovvero che le macchine siano in grado di comprendere il significato delle cose.

Google ha capito che oggi un approccio basato unicamente su parole chiave non è più sufficiente. La diffusione della ricerca vocale (legata a sua volta alla diffusione di massa degli smartphone) ha fatto sì che proliferassero le cosiddette query “verbose”, ricerche per concetti anziché per parole chiave. Se uso la ricerca vocale, potrei dire qualcosa come “trovami il ristorante di pesce più vicino aperto a quest’ora”, anziché digitare semplicemente “ristorante pesce bologna”. L’aggiornamento Hummingbird di Google, il più importante degli ultimi anni, è stato rilasciato per comprendere meglio questo tipo di ricerche.

Ci sarebbe molto altro da dire poiché l’argomento è vasto e dibattuto; la mia opinione è che un domani la ricerca semantica diventerà quasi sicuramente realtà, ma per adesso siamo agli albori.  

6. Credi che sia cambiato negli ultimi tempi il livello di sensibilità del cliente nei confronti dell’attività SEO?

Fortunatamente sì. Il mercato è più maturo di anni fa. Le aziende hanno finalmente acquisito la consapevolezza di non essere più cercate sulle pagine gialle, ma su Google. Oggi è più facile rapportarsi con un cliente, non devi spiegargli da zero come funziona l’Internet. In compenso, per lo stesso motivo sono anche aumentati i concorrenti, e non tutti sono seri. Ma fortunatamente i nodi vengono sempre al pettine, secondo me.

7. In conclusione, la SEO è morta come afferma qualcuno?

Certo! E io sono Babbo Natale :-)

Ringraziamo Jacopo Matteuzzi per la sua cortesia e disponibilità, oltre che per aver condiviso il suo pensiero in merito all’attività SEO, settore di cui rappresenta uno dei più preparati.

Vincenzo Abate

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