No Ads, No Party. Facebook modifica l’algoritmo

Avete presente una di quelle mattinate in cui si bazzica sui social alla ricerca di una qualche notizia interessante, una novità che possa solleticare un po’ l’interesse e che magari possa essere anche utile per quelli che sono i propri scopi professionali?
Troppa carne al fuoco, in effetti, ma a volte capita che qualche post in particolare riesca non solo ad attirare la nostra attenzione, ma che anzi sottolinei una novità molto importante di cui fino a quel momento non si era a conoscenza.
Bazzicando su Facebook, un giorno della scorsa settimana, mi sono trovato in bacheca questo post di Francesco Ambrosino, uno dei migliori professionisti presenti sul web che abbiamo avuto il piacere di intervistare qualche mese fa.
Quello a cui fa riferimento Ambrosino nel suo post è un articolo che sottolinea una grossa novità che riguarda Facebook, il social network più famoso e utilizzato del web, che nel corso degli anni sta conoscendo un cambiamento notevole che punta con estrema decisione verso il mondo degli affari.
Nell’articolo citato dal Socialmediacoso, viene messa in risalto l’ultima modifica dell’algoritmo del social di Mark Zuckerberg, un cambiamento che in cui “verrà attribuito un peso maggiore ai contenuti prodotti da amici e familiari, rispetto a quelle delle pagine aziendali”, per citare un passaggio iniziale del suddetto articolo.
Sono due le considerazioni che l’articolo pone sul tavolo e su cui vale la pena soffermarsi:
- Riconquistare il gradimento della fascia dei giovani
- Spingere le aziende a investire in campagne pubblicitarie
Insomma, appare chiaro come se da una parte i vertici di Facebook abbiano deciso di puntare con decisione al panorama aziendale, dall’altra si denota come lo stesso social tenti di fare una sorta di minima marcia indietro, allo scopo di recuperare un po’ di quell’aspetto di puro intrattenimento che ha reso famoso questo software.
Con la modifica dell’algoritmo troveranno più spazio sul nostro newsfeed gli aggiornamenti e i post di parenti e amici, di quelle persone che sono più vicine a noi, nella speranza di andare alla riconquista dei più giovani che negli ultimi mesi sono stati maggiormente attratti da altre realtà “meno cariche” di contenuti aziendali e su cui si è subito in contatto con gli aggiornamenti degli amici: in tal senso, sono emblematiche le storie del recente successo di Instagram e soprattutto Snapchat.
Che Facebook si sia dunque pentito della sua svolta verso il panorama professionale? Tutt’altro… come messo in evidenza da Francesco Ambrosino nel suo post, senza investimenti per le campagne pubblicitarie i “contenuti di valore ve li fate fritti con la menta”, giusto per citare il nostro amico.
Cosa vuol dire questo? Significa che il nuovo algoritmo, nel suo dare maggiore spazio alle condivisioni di parenti e amici, non fa altro che togliere ancora maggiore spazio ai contenuti pubblicati sulle pagine aziendali.
Se quindi sei addetto a gestire la pagina della tua azienda sul social, beh… parla con il tuo capo e sottolinea come ormai sia assolutamente necessario investire in ADS, creare delle campagne ad hoc per determinati contenuti che potranno così raggiungere il target di riferimento selezionato in base agli interessi.
Senza investimenti, i tuoi post rischiano seriamente di finire nel dimenticatoio.
Facebook cerca quindi di intrattenere sempre di più gli utenti, cercando di dare loro ciò che davvero cattura il loro interesse, ma al semplice fine di tenerli sul social il maggior tempo possibile.
Ne consegue una semplice deduzione: gli investimenti in campagne pubblicitarie sul social sono ormai praticamente obbligatorie, se si vuole ottenere qualche buon risultato attraverso una strategia di Social Media Marketing.
Insomma, la priorità del social è proporre agli utenti quei contenuti che sono più apprezzati e che creano maggiori interazioni. Per un’azienda l’unica strada da perseguire per ottenere ottimi risultati è creare dei contenuti di qualità e strutturare delle campagne pubblicitarie create appositamente.
Insomma, vince Facebook – che potrà riconquistare utenti e costringere i brand a pagare – gongolano i professionisti 2.0 – a cui i suddetti brand dovranno rivolgersi – e sorridono gli user – che si sentiranno più vicini ai loro cari.
Le aziende, invece, non sono proprio entusiaste… :P
Le aziende devono rendersi conto che senza investimenti… vita dura!