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Sono desolato, non vendiamo infissi

Glielo aveva consigliato suo cugino di rimpolpare un po’ quel suo curriculum così scarno, e Amedeo dopo attenta (?) riflessione aveva deciso che… sì, l’idea era valida, perché no?! Dopotutto, se in questa società sono i furbacchioni ad andare avanti, perché non avrebbe dovuto tentare anch’egli di farsi strada in modo più semplice.

Il motivo di tanto rumore è presto detto: aveva trovato in Rete un annuncio di un’azienda di servizi web, una società in cerca di un ragazzo da formare e a cui fare un contratto part-time con un discreto fisso mensile e ottime possibilità di mantenere la posizione nel tempo. Opportunità del genere capitano di rado e Amedeo aveva colto la palla al balzo col suo curriculum potenziato.

Se si ha intenzione di prendere in gioco il sistema, però, bisogna fare attenzione a non esagerare. Amedeo si era fatto prendere la mano, il suo curriculum ora sembrava quello di un ingegnere di lungo corso, tra le cui esperienze professionali mancava solo uno stage presso la Nasa.

Dopo mezza giornata venne contattato dall’azienda che, dopo un rapido colloquio conoscitivo, decise di proporre al ragazzo una grande opportunità: niente part-time, contratto di 1 anno a tempo pieno. Il sogno di un’intera generazione in pratica, quale generazione non ce l’ha dopotutto.

I nostri genitori e quelli dell’epoca di Woodstock sognavano la libertà, i giovani di oggi sognano di avere un qualsiasi impiego per avere una vita semi-dignitosa. Poi non si dica che l’umanità non stia compiendo passi da gigante.

Comunque sia, preso dall’entusiasmo, Amedeo iniziò alla grande il suo lavoro, messo direttamente nel settore amministrativo in ruolo estremamente delicato, l’assistenza telefonica ai clienti. E nonostante le sue conoscenze professionali fossero in teoria sufficienti per adempiere al compito, non ci volle molto per fare capire ad Amedeo che forse sarebbe stato meglio non dar retta a suo cugino, non mostrarsi come un astro nascente dell’informatica inzeppando il curriculum di esperienze e studi mai fatti…

Ora toccava a lui! Ma come cavarsela in un ambito in cui servirebbero forse 6-7 persone per rispondere al meglio alle infinite esigenze dei clienti?

Le prime telefonate filarono via abbastanza lisce, problemini da poco che riguardavano piccole difficoltà del cliente di turno nel completare il carrello per la procedura di acquisto di uno dei servizi presenti sul sito web aziendale.

I problemi iniziarono quando Amedeo, disgraziatamente, iniziò a ricevere telefonate da individui che di informatica e servizi vari ne sapeva sul serio, se poi abbinate una serie di caratteri da perfetti sociopatici, ecco che avrete a che fare con una miscela esplosiva da maneggiare con estrema cura e massima tranquillità. Una situazione che Amedeo, dall’alto del suo curriculum dopato, non poteva affrontare in nessun modo.

E invece Amedeo riuscì bene ad assolvere ai suoi compiti, pur con tante difficoltà riuscì a fornire soluzioni adeguate ai professionisti dall’altra parte della cornetta, uno sforzo mentale sovrumano che venne ben apprezzato dai clienti e che gli valse una bella pacca sulla spalla da parte del capo del settore amministrativo, così intento a rispondere alla chat e ai ticket di assistenza da aver quasi del tutto dimenticato Amedeo e la sua presenza fisica in ufficio. Immersione totale nel lavoro, la chiamano.

Tutto bene quel che finisce bene? Si, se non fosse stato per l’ultima telefonata del giorno.

Un signore anziano, con una voce un po’ impastata, parlava a voce alta chiedendo ripetutamente un qualcosa che Amedeo non riusciva a capire bene. Cercò di mettercela tutta, di concentrare tutte le sue forze sull’attenzione e l’udito per comprendere cosa… il cliente voleva avere informazioni sulla qualità degli infissi che l’azienda vendeva?!?

“Come dice scusi? Infissi?”

“Si ragazzo, esattamente [parole incomprensibili] … infissi… voglio saper… i costi, il materiale”

“Signore sono desolato, non vendiamo infissi. Noi siamo un web provider.”

Ora, immaginatevi la scena: Amedeo stava parlando con il tal signor Lupo, insegnante di Storia in pensione ormai da anni e con problemi di udito da non sottovalutare. Conosciuto da sempre per il suo carattere bizzoso, l’ex professore non era tipo da accettare un diniego senza prima chiedere tutte le informazioni del caso.

“Cosa siete? Un ueb cosa?”

“Un web provider signore, non vendiamo infissi. La nostra azienda si occupa di domini e hosting.”

“Domini e tosti? Che cosa mi devi tostare? Voglio [parole incomprensibili] i vostri infissi!”

“Signore le ripeto, non vendiamo infissi. La nostra azienda vende altri tipo di servizi per i siti internet.”

“Maledetta internét, sempre in mezzo. E che servizi sono? Vendete computer? Io ne devo comprare uno a mio nipote, quello che gli avevo comprato 2 anni fa non funziona più.”

“No signore, non vendiamo computer. La nostra società si occupa della vendita di servizi hosting web per il business.”

Un brivido corse veloce sulla schiena di Amedeo non appena ebbe terminato di dire la sua frase. Che cavolo di bisogno c’era di citare i piani hosting e addirittura il settore business?! Cos’è, voleva darsi un tono per mostrare la sua professionalità? Un errore madornale che gli sarebbe costato caro…!

Lo trovarono il mattino dopo ancora lì, in ufficio, attaccato alla cornetta del telefono, ancora intento a parlare con l’ex professore. Da quel che il webmaster aveva intuito, sembrava che Amedeo stesse tentando di spiegare a qualcuno al telefono del funzionamento della Rete CDN. Non ci voleva un genio per capire come il ragazzo si fosse inalberato in una di quelle discussioni che sembrano non avere mai fine.

Amedeo continuava a sudare e a lottare tra infissi, hosting e ogni possibile componente tecnico, maledicendo dentro di sé la malsana idea di falsificare in un certo senso il suo curriculum. Erano passate ormai dieci ore, e il signor Lupo voleva ancora capire come mai una finestra in legno classico avesse il sovraccosto di questa strana tassa chiamata hosting…

Keli

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