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Profilo Twitter aziendale: analisi in 4 step per capire cosa non funziona (e come rimediare)

Avete un profilo Twitter, ormai forse anche da un po di tempo, però avete notato che non rende come vorreste e vi domandate il perché… senza trovare risposta. Forse state utilizzando degli analyzer appositi ma i dati sono tutti “sballati” e non capite come interpretarli, forse addirittura siete tentati di chiudere il profilo.

Prima di prendere decisioni affrettate, seguite i 4 step fondamentali che trovate elencati qui di seguito per analizzare al meglio il profilo aziendale, capire perché non va e soprattutto farlo ripartire alla grande.

Step 0: aziendale, non personale

Non si comincia mai a contare dallo zero, ma questo punto di premessa stile “tiratina d’orecchi” è assolutamente d’obbligo per analizzare al meglio il profilo, perché ci tengo a ricordare che gestire un profilo Twitter aziendale è ben diverso dal profilo personale.
L’azienda su Twitter (sui social in generale) mette in gioco la propria reputazione e la propria professionalità fondamentalmente per mantenere i rapporti con clienti consolidati e per attirarne di nuovi. E’ vero che lo stile del profilo dipende da cosa questa offre e da qual è il suo target, (un profilo di  un’azienda metalmeccanica non potrà certo essere come quello di un parco divertimenti!) ma la serietà professionale è tutto: niente sharing di foto personali sdraiati a prendere il sole, niente commenti, condivisioni ed hashtag che non riguardino l’ambito professionale dell’azienda. Se state gestendo il profilo Twitter in questa maniera, meglio fare una bella pulizia di primavera!

Step 1: Strategia

Se utilizzate un analyzer e vedete che che ci sono periodi ravvicinati di alti e bassi e valori discrepanti come ad esempio avere molti follower ma poco engagement, l’analyzer vi sta dicendo una semplice cosa: non c’è una strategia, e se l’avete, non sta funzionando.

Consiglio: se non avete nessuna strategia, dovete costruirne una a dovere, cominciate rispondendo a queste domande: cosa offriamo? A chi ci rivolgiamo? Qual è il nostro cliente tipo? Cosa vogliamo ottenere? Come vogliamo ottenerle? In quanto tempo? Queste sono le domande base sulla quale si deve fondare una strategia social concreta. Ricordatevi inoltre che la strategia che costruirete non deve vertere solo su Twitter ma deve coinvolgere tutte le altre piattaforme social che utilizzate e soprattutto deve portare le persone al vostro sito con l’obiettivo finale di farle diventare vostre clienti.
Se invece avete già una strategia ma non sta funzionando, dare un occhiata agli step successivi potrà aiutarvi a capire cosa non va.

Step 2: Following e Followers

Se il vostro profilo non corrisponde a quello descritto nello step 0 o state avendo problemi con la strategia, allora possiamo procedere ad analizzare ciò che non va sull’account Twitter. I following ed i followers, le persone che seguiamo e quelle che ci seguono, sono i primi due parametri che saltano all’occhio di tutti. Può sembrare una cosa positiva avere parecchi following perché la prima cosa a cui si pensa è che se ricambiamo poi a loro volta ci seguiranno. Non è così. E soprattutto si incorre nel grosso rischio di seguire persone “poco autorevoli”, che poco hanno a che fare con l’attività dell’azienda, quindi tutto ciò va a discapito del proprio profilo, che come in un effetto domino diventa a sua volta poco autorevole. Se invece avete un numero di follower più alto rispetto ai following state andando nella direzione giusta, significa che da voi gli utenti hanno informazioni utili e state gestendo il vostro profilo in maniera abbastanza corretta.

Consiglio: valutate bene chi seguire, la cosa migliore è seguire esperti del proprio settore e altre aziende con cui magari avete in atto una partnership; per aiutarvi nella scelta, c’è anche la recente funzione di Twitter Connetti, disponibile solo per mobile.

Step 3: tanti Tweet, nessun Tweet

Non è la quantità a fare la differenza, ma la qualità. Frase fatta ma vera in modo assoluto anche per Twitter. Se postate moltissimi tweet in un giorno (eccezion fatta se state commentando un evento a cui state partecipando o del quale siete i fautori) senza apportare nulla che sia utile o che possa coinvolgere i vostri follower, incorrente nel rischio che questi possano volare verso altri lidi (la concorrenza) solo per il semplice fatto che siete assillanti e non state attirando per nulla il loro interesse. Quindi, tanti tweet al giorno hanno lo stesso effetto di non twittare nulla, ovvero pochi followers e poche, se non nulle, condivisioni e discussioni sui vostri tweet, e meno ancora interazioni con i link postati ed engagement in generale su Twitter.

Consiglio: trovate la giusta via di mezzo, con tweet interessanti che possano coinvolgere il vostro pubblico. Date un occhiata ai suggerimenti che Twitter stesso dà su cosa twittare.

Step 4: Curate la Bio(grafia)

Se avete un numero basso di followers nonostante curiate bene i tweet ed il rapporto following/followers è corretto, il motivo potrebbe essere quello di non aver curato la biografia, o magari non l’avete mai scritta. La bio è fondamentale per farsi trovare in base agli interessi degli altri utenti, uno spazio in cui in soli 160 caratteri dovete dire cosa fate. La biografia inoltre non è un qualcosa che, una volta scritto, rimane così per sempre.

Consiglio: aggiornate quando necessario la vostra biografia, controllate cosa fanno i competitors che hanno maggior seguito di voi (sia per la bio che per i tweet), e quando scrivete la biografia, cercate di pensare a cosa vorrebbe sapere da voi il potenziale cliente o il cliente già acquisito. Essere originali ed attrattivi potrà sembrarvi non proprio semplice in soli 160 caratteri, ma come scritto qualche riga più su, dare un’occhiata ai profili della concorrenza vi sarà d’aiuto.

Lara Milani

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