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Facebook lancia l’app Rooms, la chat stile anni ’90

Il vintage ha sempre il suo fascino, inutile negarlo. Come nella moda, nel cinema, nella musica ecc.,  anche nel campo dell’informatica qualche richiamo al passato non può far altro che abbellire e rendere più interessanti i contenuti. Indovinate un po chi ha avuto l’idea di rilanciare qualcosa che riporti direttamente alle atmosfere anni ’90, epoca in cui l’uso di internet era ascritto a pochi fortunati? La risposta è semplice, Facebook!

Il social di Zuckeberg potrebbe aver trovato una novità capace di riavvicinare i giovani alla propria piattaforma (visto il calo degli ultimi tempi): stiamo parlando dell’app chiamata Rooms, un’app che è stata progettata dal 24enne Jason Miller, uno spazio digitale stile 1.0 in cui poter creare delle stanze per scambiare opinioni, seguire le breaking news e in cui discutere di diversi topic. La particolarità di questa app è proprio il suo richiamo al passato, una chat che ci permette di esprimere il nostro parere su qualsiasi argomento in forma anonima, un modus operandi tipico delle prime chat usate negli anni novanta. Le conversazioni sono pubbliche, l’amministratore di ogni singola stanza, come un moderatore, può decidere chi ammettere alla discussione. Altro dato interessante, viste le recenti diatribe sull’identità degli iscritti al social network, è che Facebook permetterà di usare pseudonimi. All’interno di Rooms, sarà possibile pubblicare anche foto e video.

Ciascuna stanza avrà una propria url indipendente in modo da poter essere trovata sui motori di ricerca, le conversazioni saranno pubbliche, ma i moderatori potranno fissare argomenti, impostare regole e limiti di età, avere controllo diretto su chi ammettere alle discussioni e bannare persone indesiderate.

Un vero e proprio ritorno al decennio che ha visto molti di noi giovanissimi pronti a tuffarci in questa “magiche stanze” in cui discutere di tutto, da casa o da un internet point. Anche nel campo informatico ci può essere una deviazione nostalgica, e ancora una volta è stato Facebook a porsi davanti a tutti.

Vincenzo Abate

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