Hacker attaccano iCloud in Cina, sospetti sul governo cinese
Sembra di leggere la trama di un film di spionaggio, magari uno di quelli in cui Sean Connery nei panni dell’agente 007 si ritrova a scontrarsi con importanti esponenti governativi deviati. Uscendo fuori dal fantasioso contesto cinematografico, torniamo alla realtà per riportare la notizia di un attacco hacker che ha preso di mira gli utenti cinesi di iCloud, la nuvola di Apple in cui viene archiviato ogni tipo di dato dello stesso utente, già finita sotto l’occhio del ciclone per il famoso caso delle foto osé di celebrità. L’accusa portata avanti da greatfire.org, gruppo che monitora la censura cinese del web, è grave e lascia un po esterrefatti: addirittura ci sarebbe il governo cinese dietro l’attacco ai danni del cloud. Secondo il sito l’attacco è volto a rubare username e password degli utenti allo scopo di avere accesso ai dati archiviati su iCloud e ospitati su server Usa.
La tipologia di attacco si chiama “man in the middle”, in cui gli hacker frappongono un loro sito tra l’utente e il server di iCloud. Detto in parole povere, viene creato un falso sito, identico a quello di Apple, su cui gli utenti vengono dirottati. Provando ad accedere alla nuvola tramite browser occidentali come Chorme o Firefox, l’utente viene avvisato di un potenziale rischio sicurezza, avviso non presente se si usa il browser cinese Qihoo. Secondo Greatfire.org, la prova che il mandante sia il governo cinese sarebbe il fatto che il sistema poggia sul firewall governativo.
Gli esponenti del gruppo sembrano non avere proprio nessun dubbio in proposito, come si evince in maniera netta dalle parole scritte sul sito: ”È chiaramente un attacco ad Apple per rubare username e password degli utenti, e di conseguenza tutti i dati archiviati su iCloud come messaggi, foto e contatti”. A differenza del recente attacco a Google, prosegue, questo è su scala nazionale e ha coinciso con il lancio dell’iPhone 6 nel Paese, venerdì scorso.
Un vero e proprio caso di spionaggio internazionale, attendiamo aggiornamenti in merito.
Vincenzo Abate