Come sta cambiando la SEO: intervista a Ilario Gobbi

Con l’acronimo SEO si intende una serie di attività volte a ottimizzare un sito web per fare in modo che le sue pagine possano trovare maggiore spazio su Google, il motore di ricerca che è diventato nel corso degli anni il centro nevralgico del web. Per un sito web che punta ad avere una sua visibilità (in particolar modo se si tratta del sito di un’azienda) la SEO è un’attività fondamentale.

La maggiore difficoltà è stare al passo coi tempi visti i frequenti cambiamenti di Google che vanno a influenzare il settore, rendendo obsolete le strategie valide fino a pochi giorni fa. Cambiamenti che abbiamo cercato di seguire nel corso di questi mesi con interviste a professionisti come Benedetto Motisi, Enrico Altavilla, Francesca De Pascalis e molti altri ancora.

Per “fotografare” la situazione attuale, abbiamo deciso d fare una chiacchierata con Ilario Gobbi, professionista SEO specializzato tra l’altro nel settore dello Storytelling.

Grazie mille a te Vincenzo per questa intervista!

Ho iniziato nel 2010 con un corso di formazione sul web writing, durante il quale ho appreso i rudimenti in ambito SEO e di scrittura per il web: all’epoca frequentavo l’università ma sentivo crescere dentro di me la passione per la comunicazione nel mondo della rete, così decisi di avviare un personale percorso professionalizzante aggiuntivo.

Appena terminati gli studi iniziai a studiare l’ottimizzazione per i motori di ricerca in maniera più consistente, dividendomi tra lavoro, corsi di formazione e lettura di libri a tema.

Dopo le prime esperienze da web writer e dopo aver preso in carica l’ottimizzazione di alcuni portali, ho deciso di intraprendere anche la strada del blogging per migliorarmi costantemente e per condividere con gli altri ciò che imparavo: l’anno scorso ho aperto così www.ilariogobbi.it, il mio attuale sito nel quale scrivo principalmente di SEO e storytelling, le mie grandi passioni.

Troppo gentile, arrossisco da dietro la tastiera!

Diciamo che, per vocazione e per necessità lavorative, i miei interessi spaziano un po’ in ogni campo del web marketing, ma non mi sento davvero un esperto in nessuno di essi, piuttosto una persona che si applica giorno per giorno nel tentativo di migliorare sempre costantemente.

A parte ciò, ho scelto di focalizzarmi in una sotto-area specifica del mondo del web, il rapporto tra SEO e storytelling, concedendomi degli approfondimenti sul mio blog su entrambi gli argomenti: per questo pubblico sia interviste agli autori che hanno saputo realizzare storie appassionanti e perciò di valore, approfondimenti di blogger e social media manager che spiegano come offrire ai propri follower contenuti utili e di qualità, studi sulle ultime novità in ambito SEO.

Contenuti di qualità che affascinino i lettori, testi specifici in grado di rispondere in maniera approfondita alle esigenze degli utenti siti web ottimizzati e performanti in grado di offrire materiali al minor tempo possibile: questi sono gli ingredienti per conquistare sia le persone che i motori di ricerca.

Le pratiche truffaldine atte a manipolare gli algoritmi forse danno ancora risultati nel breve periodo e in settori delle serp “fuori dall’occhio del ciclone”, ma se si vuole dormire sonni tranquilli e a lungo occorre implementare tutti quegli interventi che rendono l’esperienza di navigazione più comoda e piacevole, al fine di posizionarsi con più facilità e in maniera più duratura.

Grazie per questa domanda, proprio qualche giorno fa ho scritto un articolo su come funziona RankBrain, almeno stando a quanto è trapelato fino ad ora.

Come tutte le rivoluzioni nella SEO, parte in sordina e impiega anni a manifestarsi, ma i semi sono stati già piantati da tempo.

Stando a quanto dichiarato, questo meccanismo di auto-apprendimento è concepito per replicare sistemi di valutazione umana su query di nicchia (circa il 15% del totale) per le quali l’ottica dei link non risulterebbe efficace: sembrerebbe – anche se non sappiamo esattamente come agisca – che sia in grado di interpretare parametri di gradimento umano (come il bounce rate e il tempo di permanenza) grazie agli strumenti di Google che hanno accesso a queste metriche, per eseguire le proprie valutazioni e premiare sulle serp contenuti davvero di valore per le persone. 

Pensare a come ottenere la massima soddisfazione delle persone che vi entreranno.

Certo, per definizione la search engine optimization è rivolta a migliorare i siti web per i motori di ricerca, ma dimenticare i propri lettori e pensare solamente ai bot porta a pratiche deprecate come keyword stuffing, tecniche di cloacking, creazione di link farm, che magari possono dare anche risultati apprezzabili nel breve periodo, ma che ci espongono a consistenti rischi di penalizzazioni.

Sono convinto inoltre che oggi la SEO non consista più solamente nell’ottimizzazione di fattori on site e off site dei siti web ma in un vero e proprio lavoro di pubbliche relazioni: ad esempio, le cerchie di Googleplus che portano in evidenza i risultati sulle serp provenienti dai nostri contatti fanno capire l’importanza di stringere legami quanto più forti e duraturi per ampliare la visibilità e la propagazione dei nostri contenuti.

L’errore principale di un neofita è non conoscere fin dal principio il proprio pubblico, non avere ben chiaro quali sono le esigenze e aspettative delle persone a cui ci si intende rivolgere.

La conseguenza è che i post annoiano, le condivisioni scarseggiano, i commenti latitano, subentra lo scoramento e la fatica pesa il doppio, il blog si chiude e ci si scervella nel cercare di capire su cosa si ha sbagliato.

L’ideale invece è progettare un piano editoriale basato sugli argomenti che si intende trattare, sia per non rimanere mai a corto di idee in corso d’opera che per mantenere una linea di argomenticoerente e riconoscibile: io di solito lavoro su un piano dei contenuti tendenziale, ovvero decido a grandi linee di che cosa voglio parlare ma mi riservo il diritto di cambiare piani se mi accorgo che gli argomenti ipotizzati non sono interessanti o utili per i miei lettori.
Niente è scolpito nella roccia, tanto meno nella nostra casa, il blog ^_^ .

Google e Facebook, rispettivamente con la tecnologia AMP e gli Instant Articles, sembrano sferrarsi colpi su colpi nella lotta per guadagnare l’attenzione dei lettori degli editori di contenuti: ancora è troppo presto per valutare come tutto ciò impatterà sulle metriche di valutazione del rendimento dei siti web, ma è ormai noto da tempo che la velocità di caricamento è uno dei parametri impiegati da Google per premiare il posizionamento sulle serp, perciò, in un caso o nell’altro, l’universo web sembra andare in direzione di una progressiva velocizzazione dell’esperienza di fruizione di contenuti in rete.

Prima di tutto occorre stabilire il “tono di voce” della comunicazione che si vuole improntare: molto professionale oppure colloquiale? Estremamente tecnica oppure piena di espressioni della vita comune?

Fatto ciò potremo servirci dei molti tool – spesso anche gratuiti, come Canva – per unire la forza delle immagini a quella della narrazione per riportare insegnamenti ed esperienze con un tono personale, spontaneo e quotidiano, in grado di conquistare i nostri lettori attraverso un approccio che vada a colpire immediatamente la memoria visiva di chi ci segue.
Un’immagine vale più di mille parole, o no? ^_^

Il web marketing è un universo sterminato e variegato, è praticamente impossibile essere ferrati in ogni ambito, quello che si può fare invece è “drizzare le orecchie” per cogliere approfondimenti, novità sui più rilevanti cambiamenti che intervengono sia a livello di social media marketing che di SEO, per poter guardare con un occhio ai motori di ricerca e con l’altro alle persone.

Non suggerisco di proporsi lavorativamente parlando come tuttologi, ma di focalizzarsi professionalmente negli aspetti nei quali siamo più competitivi, pur mantenendo una conoscenza di base degli argomenti correlati per poter qualora necessario, prendere decisioni con un minimo di cognizione di causa.

Il web inoltre è la casa delle collaborazioni, lavorare insieme ad altri professionisti è il modo migliore per portare a casa migliori risultati e maggiori soddisfazioni! ^_^

Una chiacchierata interessantissima da cui possiamo prendere molti spunti per l’attività aziendale e per capire come sta evolvendo il settore SEO. Un ringraziamento a Ilario Gobbi per il suo tempo e la sua disponibilità, oltre che per la grande competenza :)

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