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Vita da SEO: intervista a Benedetto Motisi

L’intervista di oggi ha come protagonista uno dei professionisti più stimati e, concedeteci il termine, più fantasiosi presenti nel settore SEO. Professionista di grande valore, ha iniziato da giovanissimo come Copywriter fino a quando non è rimasto folgorato dalla SEO, Benedetto Motisi è la prova che anche un ambito apparentemente così tecnico, come questo, possa avvalersi di una buone dose di fantasia e di creatività, oltre che delle giuste competenze. Il suo sito web seojedi.it evidenzia suo il gusto estetico, con il continuo rifarsi alla mitica saga fantascientifica Star Wars. Oggi è uno degli esperti più apprezzati del settore. Autore anche del libro “Interceptor Marketing”, Benedetto Motisi rappresenta una vera e propria fucina di informazioni da cui possiamo attingere per addentrarci sempre di più nell’attività SEO, componente fondamentale per la visibilità dei siti web. Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui.

1. Quali sono i parametri con cui un’azienda dovrebbe valutare l’affidabilità di un consulente SEO?

Come si presenta il consulente online? Se ne parla bene nella cerchia degli addetti ai lavori? Con chi ha lavorato in precedenza? Che risultati ha ottenuto? È un bravo figlio? A parte l’ultima, credo che la più difficile a cui rispondere sia sui risultati, se non ci si fida di quanto asserisce il professionista SEO nella fase colloquiale – che straconsiglio sempre, quantomeno per capire l’approccio pratico al business dell’individuo in questione (quasi sempre un brutto, bruttissimo personaggio).

Il brand fa tanto, fra l’altro, c’è chi dice che ci sono tanti fuffaroli in giro, ed è vero, ma per ognuno di essi ci sono pronti due troll pronti a colpire. Quindi, mediamente, anche la rispettabilità guadagnata fra gli addetti ai lavori può essere valutabile.

2. Una piccola/media impresa può fare SEO con un piccolo budget?

Dipende dagli obiettivi. La SEO fortunatamente è un’attività scalabile ma va da sé che piccoli budget, piccole responsabilità, grandi budget, grandi responsabilità.

È l’uomo ragn…ehr, il mercato, bellezza!

3. Quali consigli daresti ad un giovane SEO?

Lascia stare! Sei ancora in tempo, non lasciarti corrompere dal Lato Oscuro.. NOOOO. Scherzi a parte, gli direi di tenersi sempre sul pezzo, di sperimentare tanto (i classici), e di volere bene alla mamma che se va male, un pasto caldo almeno è assicurato, porca miseria!

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4. Quali sono i software e gli strumenti che utilizzi per la tua analisi di un sito web?

A parte il mio cervello (il più buggato) per stilare una strategia, ho un piccolo gruppetto di armi affilate per districarmi in questa giungla: il duo di Google Analytics e WebMaster Tools per l’analitica, SEMRush per la valutazione concorrenza e ricerca query, Xenu per l’ottimizzazione onpage e Majestic per l’ottimizzazione offpage.

5. Sembra proprio che Google stia lavorando per cambiare il suo modo di guardare ai contenuti, nel senso che potrebbe avere più spazio la qualità semantica del contenuto. Questo potrebbe aprire nuove strade per l’attività di un SEO?

Lo spero vivamente e credo sarà così. Negli ultimi anni gli aggiornamenti maggiori di Google (Panda, Penguin, e i “minori”) sono stati quasi sempre filtri punitivi e quindi che creavano non valore, ma “mercato nero” di SEO avvezzi ad aggirare e scardinare certezze, un po’ come durante il proibizionismo.

6. Scrivere contenuti con una migliore qualità cosa potrebbe cambiare per l’indicizzazione di un sito sui motori di ricerca? A quel punto conterà di più la qualità semantica del testo o la coerenza dei contenuti?

La qualità è sempre intesa come utilità, In My Humble Opinion, sul canale di Search Marketing. Alla fine ciò che conterà sarà rispondere in maniera più esaustiva degli altri a un bisogno posto dall’utente.

Il quale è su questo canale unicamente per cercare qualcosa. Un po’ come la camera di uno studente fuorisede.

7. Pensi che la SEO sia un’attività che possa avere ancora l’importanza che aveva fino a poco tempo fa?

Piuttosto nell’ultimo periodo, dopo anni di Social-ordalia, ho notato un ritorno di fiamma alle attività SEO. Sbaglio? A parte le mode del momento, la SEO ha l’importanza che gli si dà all’interno di un progetto.

Ce ne sono alcuni in cui non è necessaria, altri in cui è l’unico canale attraverso il quale poter investire con ritorno.

8. Per concludere: perché un giovane dovrebbe decidere di diventare un SEO?

Me lo chiedo anch’io. Già perché? Cosa spinge una persona con la vita davanti a chiudersi di fronte una stanzetta a esaltarsi o disperarsi di fronte la resa del proprio sito?

Scherzi a parte, mollare mai, costanza sempre e denti puliti.

Ringraziamo Benedetto Motisi per la disponibilità e la cortesia nel concederci questa intervista. Oltre alla comprovata esperienza e qualità del suo lavoro, abbiamo avuto conferma dell’approccio creativo con cui svolge l’attività, per dare così quel “tocco in più” ad un settore spesso troppo bloccato da approcci sistematici.

Vincenzo Abate

23 commenti

  1. Bella intervista, gazie! Condivido soprattutto la percezione di ritorno alla SEO dopo una sfiammata social marketing (che però ho paura debba ancora toccare – per poi passare – molte piccole realtà aziendali!).

    Complici di questo forse un G+ troppo geeek, un TW troppo intellectual, un FB troppo avaro di visibilità per le sue pagine.

    Staremo a vedere!

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