E’ passato appena un decennio dalla rivoluzione dell’ Industria 4.0 eppure ci troviamo sulla soglia di un altro enorme cambiamento. Mentre le precedenti rivoluzioni industriali hanno impiegato decenni per prendere forma, l’ Industria 5.0 è alle porte e pronta a farsi sentire. Senza dubbio, darà una spinta all’evoluzione del lavoro nell’era digitale e si abbatterà con forza sul mondo della tecnologia, provocando uno scossone sia nella vita quotidiana che in ambito business.
Cerchiamo di comprendere meglio in che cosa consisterà il prossimo grande cambiamento che dovremo affrontare.
Dove eravamo rimasti
L’espressione Industria 4.0 è stata usata per la prima volta alla Fiera di Hannover in Germania nel 2011. E’ però difficile capire quando in realtà la quarta rivoluzione industriale si sia avviata di preciso. Quello che è certo è che, avendo preso forma gli anni 2000, è senza dubbio figlia di Internet, in tutto e per tutto.
L’ Industria 4.0 è la rappresentazione pratica della produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa. Le nuove tecnologie digitali sono alla base del suo sviluppo. L’utilizzo dei dati, la potenza di calcolo e la connettività si declinano in big data, Internet of Things (IoT), machine-to-machine e cloud computing. Tutti i processi sono mirati alla centralizzazione delle informazioni e alla loro conservazione.
Grazie all’ Industria 4.0, l’ avvicinamento dell’uomo alla tecnologia è stata esponenziale negli ultimi anni. Basta pensare alle interfacce touch, ai device mobili e alla realtà aumentata. Per poi arrivare a robotica, comunicazioni digitali, interazioni machine-to-machine e nuovi strumenti per immagazzinare e convertire l’energia in modo mirato, che abbattono i costi e ottimizzano le prestazioni.
Ma c’è un grossissimo rischio che la rivoluzione numero quattro porta con se: la sostituzione delle macchine all’attuale forza lavoro.
La digitalizzazione totale?
Fino a poco tempo fa sembrava la trama di un film di fantascienza eppure oggi se ne parla con sempre meno scetticismo. Ci sarà ancora bisogno dell’ingegno umano nel processo di produzione e gestione? L’era digitale è forse l’anticamera di un reale take-over delle macchine?
Ed è qui che arriva la risposta dell’ Industria 5.0, l’evoluzione reale del lavoro nell’era digitale. La nuova frontiera non sarà la digitalizzazione totale ma l’interazione intelligente dell’uomo con la macchina: la super smart society.
L’ Industria 5.0 porterà a una nuova tappa nell’evoluzione del lavoro nell’era digitale, in cui uomo e macchina si riconcilieranno per lavorare insieme e migliorare la produzione.
Il lavoro nell’ Industria 5.0
L’Industria 5.0 ha come obiettivo quello di ridefinire le attività umane nel campo della produzione, in modo da favorire i lavoratori anziché eliminarli.
I maggiori progressi previsti riguarderanno l’interazione tra intelligenza umana e calcolo cognitivo. L’interazione tra macchinari, IoT e esseri umani porterà la produzione a nuovi livelli, in termini di velocità e performance. La nuova rivoluzione potrebbe anche rivelarsi più vantaggiosa per l’ambiente, considerate le nuove fonti di energia ecosostenibili attualmente in grande crescita.
La rivoluzione 5.0 potrebbe mettere in pratica gli obiettivi che inizialmente si era posta l’ Industria 4.0. Potrà creare un contesto in cui computer e uomini coesistano e contribuiscano a una produzione illuminata e più performante e portare un ridimensionamento dei carichi di lavoro. Secondo la logica della nuova rivoluzione gli esseri umani potrebbero ritrovarsi a gestire il lavoro più leggero mentre le macchine si occuperebbero dei lavori più faticosi.
“Cobots” e personalizzazione
Le macchine o i robot, inutile negarlo, producono in quantità maggiore rispetto alla forza lavoro umana e sono perfette per mantenere volumi di produzione elevatissimi. Ma cosa succede se al robot viene chiesto di differenziare un prodotto da un altro nella catena di produzione?Assolutamente niente!
Il robot ha sempre e comunque bisogno della guida che solo la mente e il braccio umano possono fornire. Personalizzare non è per i robots attuali ma lo sarà per la loro prossima evoluzione: i “cobots” o robot collaborativi. Essi renderanno la produzione migliore proprio grazie alla collaborazione con l’uomo.
Gli uomini, secondo la logica 5.0, non perderanno i loro posti di lavoro ma ne vedranno nascere di nuovi. I lavori saranno migliori e specializzati, per una nuova generazione di lavoratori più istruiti e in sintonia con il digitale e la meccanizzazione della società.
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Nuove opportunità
Per noi, cresciuti a cavallo tra due secoli, che ci portiamo dietro i ricordi un pò naif del ventesimo secolo pur vivendo connessi nel mondo globale del nuovo millennio, l’idea dell’ Industria 5.0 sembra ideale. La speranza che uomini e computer siano alleati apre molte prospettive per migliorare la qualità della vita personale e lavorativa.
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