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K is for Knowledge: il ruolo della conoscenza

Il dubbio cresce con la conoscenza.

Johan Wolfgang von Goethe

Fin dall’alba dei tempi, l’uomo si è posto interrogativi sul significato delle cose intorno a sé. Dinnanzi a lui, un cosmo oscuro e spaventoso nel suo essere imperscrutabile. Una realtà materiale che si è tentato per secoli di decodificare attraverso una serie di discipline, basate su ragionamenti logici. La citazione di Goethe serve per sottolineare come l’uomo sia da sempre destinato a indagare ciò che ha intorno, seppur con tutti i suoi limiti di essere finito e imperfetto. La conoscenza è la strada per giungere alla verità, fin dalle epoche lontane per arrivare al mondo contemporaneo iper-tecnologizzato.

K come Knowledge

Una lettera poco utilizzata nella lingua italiana che ha trovato, in questi ultimi anni segnati dalla contaminazione del linguaggio causata dall’uso di termini anglofoni (dono dello sviluppo informatico), sempre più spazio. Oggi la K ha un ruolo di primo piano all’interno della comunicazione, spogliandosi così di quella diversità che l’ha sempre caratterizzata per noi italiani.

K come Knowledge, termine inglese che rappresenta la conoscenza, il concetto su cui stiamo costruendo la nostra discussione odierna. È grazie alla conoscenza se il genere umano può rivolgere lo sguardo verso una contemporaneità segnata dal dominio della tecnologia.

La conoscenza nella storia

La conoscenza, l’amore per il sapere, la voglia dell’essere umano di individuare un significato in un mondo naturale indifferente ai destini degli individui. Terrorizzato dalla consapevolezza del suo essere finito, l’uomo si è sempre guardato intorno per trovare un ordine che potesse rendere meno spaventoso il caos degli elementi.

Per trovare i primi rudimenti di indagine filosofica dobbiamo tornare indietro agli albori della civiltà occidentale, ovvero alla ricerca dei filosofi presocratici (come Parmenide) che individuavano nella ragione l’unico mezzo per giungere alla conoscenza. Nel corso dei secoli, grazie all’avvento di pensatori del calibro di Socrate, Platone e Aristotele, per rimanere nella Grecia classica, per poi passare alla Roma antica con personaggi come Seneca e Cicerone, passando poi per il lungo (e per alcuni oscuro) millennio conosciuto con il nome di Medioevo. La storia umana si è sempre contraddistinta per indagini volte a schiarire il buio dell’ignoranza.

Si è dovuto attendere l’alba del Settecento per liberare l’indagine filosofica dalle catene della superstizione religiosa, lasciando così spazio alla ratio. Lo sviluppo della Filosofia e la nascita del Metodo Scientifico in epoca Illuminista spogliò la conoscenza di ogni elemento sensoriale. Una delegittimazione dei sensi che trovò poi rivincita in pieno Romanticismo, in cui la sfera emotiva e sensoriale acquistò un ruolo chiave al pari della razionalità come mezzo per conoscere il mondo. Non solo ratio, insomma, ma una perfetta unione tra capacità dell’intelletto e moti dell’anima.

La rivoluzione nietzscheana ha poi posto le basi per un totale ribaltamento di ogni concezione, per dar vita a una fase storica in cui ogni concetto viene messo in dubbio nelle sue fondamenta.

Secoli di storia segnati dalla ricerca della verità! Il disperato tentativo di sfuggire al timore che misteri ancora non svelati suscitano.

Il ruolo della conoscenza nell’epoca dell’innovazione

Questo rapido excursus storico dell’indagine umana ci fa giungere a oggi, dove la conoscenza è piegata (più di ogni altra epoca) verso una sfera utilitaria.

Dall’inizio del nuovo millennio, le nuove realtà tecnologiche hanno conquistato uno spazio ormai non quantificabile, diventando spina dorsale dell’intero mondo civilizzato. Viviamo in una realtà globalizzata in cui i sistemi informatici abbattono ogni singola distanza, rendendo reale ciò che pareva impensabile fino a poco tempo fa.

Addentrandoci nel pieno dell’attualità, trova maggiore risalto il concetto che la conoscenza deve essere non solo piegata nella costante ricerca di un utile ma che essa deve essere piegata all’interno di un’indagine volta all’innovazione.

Dalla ricerca di un senso in grado di far luce sulle tenebre dell’ignoto, la conoscenza è diventata oggigiorno la base su cui strutturare il progresso scientifico, sociale e politico. Viviamo in un mondo in cui per la prima volta stanno venendo meno i confini, un aspetto che porta a dover ripensare l’intera organizzazione sociale delle Nazioni. In quest’ottica, la conoscenza diventa l’unico mezzo per far tramontare concezioni ormai sorpassate per giungere a un futuro impostato in modalità mai viste nella storia dell’uomo.

Innovazione, sviluppo di nuove tecnologie e sistemi informatici, ridefinizione degli impianti sociali e necessità di “trovare la quadra” per far coesistere culture e tradizioni differenti. La sfida più grande del genere umano. In tale ottica, la conoscenza recita il ruolo di Virgilio che accompagna Dante al di fuori del buio dell’Inferno verso la luce, quel Paradiso che possiamo concepire come evoluzione del genere umano.

K come Keliweb, il futuro è adesso

Come detto in precedenza, l’utilizzo di parole di lingua inglese simboleggia la nuova realtà che stiamo vivendo.

Possiamo dunque sfruttare questa maggiore familiarità evidenziando la lettera K e il concetto su cui abbiamo costruito l’articolo (Knowledge, ovvero conoscenza). K come simbolo alfabetico di una realtà in rapido mutamento e in cui le nuove tecnologie giocano un ruolo di primo piano.

La K è anche la prima lettera di Keliweb, il provider che vuole portare sul web i progetti di utenti, professionisti e imprese. Per far questo, l’azienda mette a disposizione servizi calibrati sulle diverse necessità di chi vuole continuare a essere competitivo.

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Per concludere

Il dubbio è la base della conoscenza, ciò che spinge gli esseri umani a a cercare nuovi sentieri su cui costruire il futuro della civiltà.

In tale concezione, la K di Knowledge (e di Keliweb) rappresenta un simbolo linguistico che apre a scenari innovativi, distaccati dagli aspetti triviali del passato. Un passaggio evolutivo che ci accompagna verso la luce del Progresso, con tutte le difficoltà (e le contraddizioni) che ciò comporta.

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