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La SEO è morta? Ne parliamo con Gaetano Romeo

Sono almeno 3-4 anni che si sente dire “la SEO è morta”, una sorta di mantra catartico entrato a far parte dell’immaginario comune. Contrariamente a quanto si pensi, oltre a coloro che si cimentano nel dare il requiem aeternam alla disciplina in questione, vi è anche una schiera di specialisti che dicono “no, la SEO è ancora indispensabile, è solo cambiata”. È il caso del nostro ospite della settimana, Gaetano Romeo.

Gaetano è uno dei SEO Specialist più apprezzati del panorama italiano e non solo. Il suo percorso professionale è andato ben oltre la cinta delle Alpi, arrivando a conquistare anche la fredda e iper-esigente terra teutonica in quel di Berlino. Rientrato in Italia, Gaetano ha continuato a lavorare in ambito SEO fondando a Milano l’agenzia SEO Romeo. Da un paio d’anni a questa parte, il nostro ospite si occupa prevalentemente di formazione e startup.

Analizziamo insieme al nostro ospite i motivi per cui la SEO è tutt’altro da considerarsi come defunta o agonizzante.

  • Ciao Gaetano, grazie per aver accettato il nostro invito. Cosa puoi dirci della tua formazione professionale?

Ciao Vincenzo, grazie a te e a tutto il vostro staff per questa opportunità! Per me è un piacere, ed un onore, condividere con i vostri lettori la mia opinione e la mia esperienza.

La mia formazione ha seguito ad un percorso di evoluzione graduale, ho iniziato come operativo SEO, fino a diventare un imprenditore; adesso mi occupo di formazione e mi sto specializzando nell’applicazione della strategia SEO.

  • Com’è avvenuto l’incontro con un settore così tanto chiacchierato come la SEO?

Come è avvenuto per quasi tutti i dinosauri del mio periodo: per caso! Lavoravo in una piccola agenzia di viaggi a Palermo – mia città natale – il proprietario era ossessionato dal capire come mai cercando la sua stessa agenzia su un motore di ricerca come Google, inserendo “agenzia di viaggi Palermo”, non si trovava.

Ovviamente in questi casi cosa si fa? Si affida la fastidiosa incombenza all’apprendista. Da quel momento è stato amore a prima vista.

  • Si dice spesso (da almeno un paio d’anni) che “la SEO è morta”, una maniera colorita con vago retrogusto nietzscheano per definire l’incosistenza sostanziale della disciplina. Come vuoi rispondere ai detrattori? Perché la SEO è veramente importante?

Prima di tutto non penso che si debba parlare di detrattori, ma semplicemente di persone poco formate, ed informate, sui fatti.

La SEO non è morta, morirà quando l’homo sapiens non avrà più bisogno di interrogare un motore di ricerca per avere la soluzione ad un problema, fino a quel momento la SEO rimarrà in vita.

Effettivamente la SEO è molto cambiata e deve necessariamente dialogare con tutti gli altri canali protagonisti dell’inbound marketing.

  • Parliamo del connubio SEO/E-commerce: in che modo deve essere strutturato un sito web, sia come contenuti che come “dietro le quinte” (codice) per conquistare grandi quantità di traffico organico?

Questa, caro Vincenzo, è una bellissima domanda! La questione non è di “appartenenza” alla SEO, ma la quantità di traffico che riesce a veicolare, ma soprattutto quanto questo traffico sia profilato.

Detto questo io sono uno dei sostenitori della “non-esistenza” del concetto di SEO copy. Per me non esiste il SEO copywriting, ma il copy con accorgimenti SEO, che sono due cose molto diverse.

La SEO è una disciplina meramente tecnica.

  • Con che tipo di comunicazione deve essere presentata un’attività commerciale online? Bisogna puntare su un linguaggio emotivo o optare per una presa di posizione dal tono iper-professionale?

Dipende sempre dal contesto merceologico sul quale si muove il prodotto da lanciare, su alcuni prodotti conta molto l’aspetto emotivo, – come la famiglia o lo stesso turismo e la voglia di viaggiare – su altri campi varrà di più un linguaggio tecnico e professionale come nel campo finance.

  • Quanto conta la sicurezza per un negozio online, sia in termini di fiducia per gli utenti che per quel che riguarda la considerazione di Google? È davvero così indispensabile presentarsi su internet con il protocollo HTTPS?

Sarò probabilmente impopolare, ma nel contesto SEO l’impatto è ancora zero, a mio avviso; comunque non puoi più permetterti di non passare in https perché la fiducia dei tuoi clienti sta alla base di tutto.

  • Hai scritto un libro dal titolo SEO & Inbound Marketing e tieni corsi in tutta Italia, anche di formazione aziendale. Cosa può dare il tuo libro ai novizi della disciplina e, allo stesso tempo, quali sono le richieste più frequenti che ti vengono fatte durante i corsi sulla SEO?

Per quanto riguarda il mio libro ho dato volutamente un’impostazione ben precisa: il pilastro portante è il lavoro sul mindset delle persone, stessa cosa che porto anche pratico anche durante le mie lezioni.

Mi piace sempre dire che noi professionisti affermati possiamo lavorare sul vostro mindset, possiamo fornire le chiavi d’ingresso, ma la differenza la fa sempre la curiosità e la vostra voglia di “smanettare” dell’individuo stesso.

  • Secondo la tua esperienza professionale, pensi si possa dire che le aziende italiane (in particolar modo quelle che puntano sul commercio elettronico) hanno ancora delle difficoltà nella digitalizzazione della propria presenza online?

La difficoltà sta nello scardinare il senso di “onnipotenza” della stragrande maggioranza degli imprenditori italiani. Non dimentichiamoci che il tessuto imprenditoriale italiano è formato dall’80% di PMI, che spesso non hanno ancora subito una vera e propria digital transformation.

In definitiva bisogna lavorare prima sulle mente delle persone: educare prima di tutto, poi digitalizzare.

  • In tutto ciò che rientra nel calderone della Search Engine Optimization, dici di avere una particolare attrazione verso l’arte della Link Building. Cosa puoi dirci a riguardo? I link (in ingresso e in uscita) sono ancora così importanti nella SEO contemporanea?

Più che una passione parliamo di “dato di fatto”. I link al momento sono tra i fattori più importanti in termini di posizionamento. In alcune nicchie di mercato dove la competizione è alle stelle posizionarsi senza l’ausilio di una campagna di Link Building è praticamente impossibile.

Pensiamo al turismo: le prime posizioni sono di default prese dalle OTA.

…come fai ad arrivare in paradiso senza backlink?

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La questione è posta sul tavolo, le motivazioni a favore del “no” al tramonto della SEO” sembrano davvero molto forti. Tu da che parte stai?

Ringraziamo Gaetano Romeo per il suo tempo la disponibilità avuta nei nostri riguardi.

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