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Cittadinanza digitale nel segno del Web 3.0: intervista a Claudio Marchiondelli

Un cittadino del mondo specializzato nel migliorare la visibilità di un'azienda in rete

In un momento socio-politico come questo, in cui la chiusura delle barriere e l’involuzione del concetto di “apertura” la fanno da padroni, è un enorme piacere poter scambiare quattro chiacchiere con un personaggio che si definisce cittadino del mondo. Visto il nostro ambito, è chiaro che tale concetto va inserito all’interno di un contesto digitale.

Quale migliore ospite dunque di Claudio Marchiondelli? Social Manager, Digital Specialist, Blogger e System Analyst, l’ospite di questa settimana è un professionista totale nell’ambito digitale.

Non ti resta che andare avanti con la lettura ed entrare nel mondo professionale di Claudio, nel segno del Web 3.0.

  • Buongiorno Claudio, grazie per aver accettato il nostro invito. Raccontaci qualcosa di te per rompere il ghiaccio, di come e quando hai iniziato a occuparti di web in modo professionale.

Mi sono appassionato all’informatica appena diplomato, nel 1978, nella preistoria del web.

Quando il web ha cominciato ad affacciarsi nel mondo, io lavoravo già in Lotus Development Corporation, quelli del 1-2-3, per chi se lo ricorda. Mi occupavo di Groupware e venne naturale investigare anche cosa fosse mosaic, l’html e quella strana ragnatela sottostante.

  • Nato in Argentina da una famiglia italiana, mi ha molto colpito nella tua presentazione il concetto di “cittadino digitale”. Puoi approfondire la cosa?

Semplicemente mi sento da sempre cittadino del mondo. Ho vissuto e convissuto con due culture diverse dentro di me e ciò mi ha permesso non solo di apprezzarle ed amarle entrambe, ma mi ha dato l’apertura per conoscere ed aprirsi anche ad altre culture ancora.

E il luogo in cui mi sento, nonostante tutto, più a mio agio è proprio il web. Grazie a lui e gli strumenti a disposizione, mi è possibile abbattere barriere (geografiche, temporali, culturali) un tempo insormontabili.

  • Sei uno specialista nel migliorare la visibilità di un’azienda sul web, e a tal proposito voglio chiederti questo: quali sono, secondo la tua esperienza professionali, gli errori più comuni commessi dalle imprese?

Il web (inclusi i social, naturalmente) sono in evoluzione costante e continua, gli errori capitano anche ai più bravi. Che però, se sono davvero bravi, sono anche preparati a gestire le eventuali crisi causate da un involontario errore o sfortunato scivolone.

Ma vedo troppo spesso aziende sottovalutare ancora il web ed i canali social, e li affrontano senza preparazione o affidandosi a chi non ha la formazione e capacità.

Quasi sempre il risultato è uno scarso successo, quasi a confermare la diffidenza iniziale in una sorta di profezia auto-avverante.

  • Ti occupi in particolar modo di Web 3.0, puoi approfondire per noi il concetto?

Mi piace esplorare, conoscere. Non a caso il mio motto, fin dai tempi del liceo, sono le parole che Ulisse rivolge ai suoi compagni di avventura, per incitarli ad oltrepassare le colonne d’ercole, il confine del mondo conosciuto. “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

Una definizione di web 3.0 univoca e unanime non esiste. Per me, perciò, rappresenta quel mare ignoto, da esplorare, ma ben visibile oltre lo stretto.

  • Siamo nel pieno della quarta rivoluzione industriale, con le imprese che stanno mettendo in atto un importante processo di digitalizzazione del lavoro. Quali sono gli effettivi vantaggi che un’azienda può ottenere creando una presenza digitale forte?

Per rispondere correttamente a questa domanda servirebbe quasi un libro! Direi che è ancora valido ciò che ripetevo ai clienti nei primi anni ’90: con gli strumenti digitali giusti l’azienda può essere efficace nelle tre C. Comunicare, Collaborare, Coordinare.

Se riesce a farlo in maniera integrata e trasparente sia verso il suo interno e anche verso l’esterno, il vantaggio competitivo diventa enorme, specie in Italia, dove ancora molte piccole e medie aziende sono ancora troppo timide nel dotarsi di strumenti digitali a supporto dei loro processi.

  • Un sito web aziendale deve essere strutturato in un certo modo per aumentare il tasso di conversione e per rendere piacevole la navigazione degli utenti. Quali consigli puoi fornire in merito?

Il mio consiglio è affidarsi ad un team di professionisti. Grafica, User experience, Seo e gestione sistemistica del sito sono solo alcune delle competenze richieste per sviluppare un sito web aziendale ben strutturato. Sono molte, in campi che raramente possono essere dote di una sola persona.

Credo anche che sia importante, in generale, comunicare in maniera comprensibile e fare che, per l’utente, raggiungere un certo obbiettivo sia semplice.

Mi è capitato, da utente non proprio impreparato, a rinunciare ad un acquisto o compiere certe azioni su siti che, invece di facilitarmi, creavano barriere assurde.

  • Da un po’ di tempo a questa parte si parla sempre più spesso dei cambiamenti di Facebook che stanno mettendo un po’ in crisi i marketer. È davvero finita l’epoca della reach organica, oppure ci sono ancora alcuni margini di manovra al di fuori dell’advertising?

L’epoca della reach organica non è del tutto finita, e ci sono strategie che possono mitigarne il calo o in qualche caso addirittura incrementarla.

Ma credo anche che la reach sia solo uno dei tanti parametri da considerare e non per forza il più importante. A volte quella per certi numeri è una ossessione futile. Quello che conta davvero, alla fine della giornata, e se la strategia adottata abbia contribuito al raggiungimento degli obiettivi.

  • Cosa puoi dirci della tua collaborazione con i ragazzi di Ninja Marketing?

Sono quasi tre anni che collaboro con loro ed ho imparato moltissimo, grazie anche al mio editor di sezione oramai amico, Francesco Gavatorta, che a volte con molta pazienza, ha saputo limare i miei post. Ninja è una famiglia, un clan di amici, tutti appassionati di quel che fanno e con la voglia di condividerlo.

Sono orgoglioso di esserne parte e fortunato, essendone parte, ad avere conosciuto persone che mi hanno arricchito sia professionalmente che umanamente.

  • Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vivere, scoprire, conoscere, divulgare. Come ho fatto sempre, il meglio che posso.

Non c’è che dire, oltre alle grandi competenze (caratteristica comune di tutti i nostri ospiti), Claudio Marchiondelli riesce a farsi notare anche per una visione del mondo del tutto personale e, potremmo dire, anarchica. Una sorta di “eroe dei due mondi” in versione 2.0… o forse sarebbe meglio dire 3.0.

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