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Elezioni politiche 2018, il trionfo della comunicazione social

Come Matteo Salvini e il M5S sono riusciti a utilizzare al meglio i propri canali

In queste ore si sta parlando dappertutto dei risultati delle elezioni politiche, e non potrebbe essere altrimenti. Da un mese a questa parte non si discute d’altro, con diverse ideologie che si scontrano quotidianamente e con risultati che confermano quanto atteso dai sondaggi. Un grande cambiamento in Italia che, in barba a quanto possano pensare i soddisfatti dai risultati, vede la vittoria non tanto di uno schieramento ma di un modo di comunicare. È la comunicazione social, infatti, l’ago della bilancia che ha fatto la differenza.

Elezioni 2018, il trionfo della comunicazione social

Ce l’aspettavamo un po’ tutti, ma i risultati che stanno venendo fuori (al momento della stesura di questo articolo non abbiamo ancora dati definitivi) sottolineano un’affermazione netta. Vincono, anzi stravincono, i ragazzi del Movimento 5 Stelle che superano abbondantemente il 30%. Al loro fianco, la grande affermazione della Lega Nord di Matteo Salvini, ormai leader della coalizione di Centro-Destra.

Un duo vincente che si appresta a governare il nostro paese (non sappiamo ancora se con un’unione totale) nei prossimi anni, ma il dato politico non è ciò che ci interessa. Per il nostro blog, il dato interessante che vale la pena analizzare riguarda il metodo attraverso cui il M5S e Salvini hanno costruito il loro successo.

Un trionfo netto che sottolinea una spaccatura tra il vecchio modo di fare politica e il nuovo che avanza.

La vittoria dell’innovazione

I protagonisti di questa tornata elettorale hanno capito, molto meglio di chiunque altro, che la politica è cambiata perché la comunicazione si è evoluta. Una grande dote di uno schieramento politico è quello di essere in linea con i cambiamenti della società di cui, è giusto sottolinearlo, il linguaggio caratterizza un aspetto fondante.

La comunicazione cambia, internet stravolge non solo il metodo ma anche il linguaggio. Chi raccoglie i frutti è chi riesce a utilizzare meglio i nuovi strumenti a disposizione. Il M5S ha dimostrato, fin dalla sua nascita, di essere più avanti in questo rispetto a chiunque altro. Comunicazione sui social e tramite blog, elezioni dei candidati tramite sondaggi online. Rispetto ai vecchi matusa della politica, tutto un altro mondo.

I dati che stanno venendo fuori dalle urne confermano come questa capacità di comprendere (prima di altri) il cambiamento abbia dato i suoi frutti.

Allo stesso modo si spiega il grande riscontro di Salvini che, nel corso degli ultimi anni, ha portato un partito sofferente come la Lega Nord a una seconda giovinezza. Le armi a sua disposizione? Un linguaggio semplice, diretto, ben veicolato a rispondere ai sentimenti di pancia del popolo. L’utilizzo dei Social Media è stata l’idea vincente per veicolare al meglio questo tipo di comunicazione.

Berlusconi e l’inizio della rivoluzione

La politica è cambiata, basta fare un raffronto tra un politico anni ’70/’80 (tipo un Berlinguer e un Andreotti, giusto per citare due personaggi agli antipodi) e i personaggi che dominano oggi le cronache interne del Parlamento. Oggi la politica parla un linguaggio diverso, ben distante da quell’aspetto aulico che strizza l’occhio agli intellettuali ma che risulta “oscura” alle masse.

La genesi della rivoluzione del linguaggio ha un anno ben preciso, il 1994. Dopo gli anni burrascosi di Mani Pulite, l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi ha portato uno stravolgimento epocale. Il grande imprenditore ha portato il modello televisivo all’interno della politica, abbassando il linguaggio per avvicinarsi al popolo. Un’idea, in questo senso, davvero innovativa e geniale.

L’abbassamento della comunicazione

Abbassare il linguaggio e il livello della comunicazione significa semplicemente essere in grado di avvicinarsi a tutti. Diventare più semplici, allontanarsi da quel tono di élite buono solo per intellettualoidi incalliti. Il trionfo delle televisioni di Berlusconi si è tradotta in un grande riscontro anche nel mondo politico, con il Cavaliere che si è trovato diverse volte a capo del paese.

Questo percorso però, dopo ben vent’anni, ha dovuto cedere il passo al nuovo che avanza e pretende spazio. Nel caso di Salvini, è proprio il caso di citare il classico esempio dell’allievo che supera il maestro. Le nuove generazioni hanno utilizzato le nuove tendenze tecnologiche, portando così il cambiamento di queste ore.

Il linguaggio si è abbassato, le persone comuni hanno compreso meglio ciò che i leader politici andavano dicendo proprio perché lo dicevano con lo stesso linguaggio della televisione. Un modo di comunicare che è stato trascinato sui Social Media, i canali dove la demagogia e il populismo la fanno da padroni. Ed ecco che si spiega in modo chiaro come sono arrivati i risultati che stiamo osservando in queste ore.

La diffusione dei social

Berlusconi ha tracciato una strada, l’ha percorsa per vent’anni e ora passa il testimone a Salvini e al M5S. Un passaggio di consegne inevitabile e definitivo. I due schieramenti vincenti di queste elezioni sono coloro che hanno utilizzato al meglio la comunicazione social rispetto ai competitor, portando idee semplici all’attenzione di uno popolo sterminato.

Dirette sulle pagine Facebook, interazione costante (e reale) con gli utenti, capacità di stare sempre sul pezzo twittando qualunque notizia potenzialmente utile al proprio disegno politico. Queste sono state le armi di chi ha vinto e di chi, inutile negarlo, ha avuto ragione.

Comprendere l’evoluzione della società non è forse una delle migliori capacità di un grande politico? In tal senso non si può aggiungere nulla ma anzi bisogna dar a Cesare quel che è di Cesare.

Il trionfo di chi si è avvicinato al popolo

Mentre la maggior parte dei partiti, soprattutto a Sinistra, continuavano a puntare su un lessico complesso e aulico, M5S e Lega andavano avanti come treni. Fieri della propria diversità, invigoriti dalla semplicità delle proposte e del linguaggio utilizzato. Una dimostrazione, a loro modo di vedere, di una trasparenza che è stata premiata dagli elettori.

Sono diverse le cause che hanno distrutto la Sinistra, con il Partito Democratico che ne esce con le ossa rotte. L’ombra di pericolosi inciuci, un rapporto ambiguo con il mondo bancario, la promulgazione di grandi ideali che non trovano riscontro nella realtà oggettiva, con lo spettro del fascismo utilizzato per destabilizzare gli avversari.

Una strategia sbagliata, spoglia, povera di contenuti. Le persone si sono accorte ben presto che chi utilizzava il linguaggio più alto, in realtà, nascondeva un vuoto. Una voragine che invece il M5S e la coalizione capitanata ora da Salvini ha dimostrato di saper riempire.

Altro che grandi temi e intellettuali radical chic. L’Italia è stanca delle parole e vuole soluzioni concrete alle problematiche che mettono in crisi il paese. Che poi questa grande rivoluzione arrivi con un linguaggio scarno attraverso live su Facebook rispetto a una riunione in Parlamento, tanto meglio. Il popolo vive le piazze virtuali, è distante da certi giochi di potere, vuole solo vivere tranquillo e in pace.

La Sinistra era per il popolo ma se ne è allontanata con un modo di fare snob che la gente ha punito in modo inesorabile. La Destra, lo schieramento che nell’immaginario collettivo è quello dei ricchi e dei conservatori, è stata invece in grado di captare le reali esigenze dei cittadini italiani. La comunicazione social è stato il mezzo decisivo per dare del tu a ogni singola persona e spingerla a compiere una determinata azione.

La grande lezione per imprese e professionisti

Cosa possiamo imparare da queste elezioni 2018? Visto quanto detto, c’è molto da cui attingere sia per le imprese che per i singoli professionisti.

La lezione è questa: con l’evoluzione delle piattaforme social, essere in grado di parlare la lingua degli utenti è fondamentale. Le aziende che conquistano il miglior riscontro sui social network sono quelle in grado di scendere dal piedistallo e di avvicinarsi alle persone, anche nelle espressioni e nel linguaggio.

Per approfondire questo concetto, puoi leggere i casi di Ceres e di Pornhub.

Le aziende italiane devono capire che è giunto il momento di cambiare, di abbandonare i consueti canali della comunicazione per abbracciare l’innovazione. Portare il proprio lavoro sul web è ormai necessario, rinnovare la comunicazione è l’unico modo per stare al passo coi tempi e per essere competitivi rispetto al mercato internazionale.

Questa è la grande lezione che le elezioni politiche ci lasciano e che ogni professionista è obbligato a comprendere. Perciò, bisogna smetterla di guardare al web e ai Social Media con aria di distacco e di sufficienza. La nuova società è questa e pretende un certo tipo di comunicazione, chi non riesce a stare in linea è fuori da tutto. Puro e semplice.

Una lezione che la Sinistra italiana sta pagando sulla propria pelle. Una debacle che capiterà a tutti coloro che non sapranno innovare la propria comunicazione, utilizzando gli strumenti del web per portare il lavoro su un altro livello.

2 commenti

  1. I social sono stati sicuramente protagonisti della lotta elettorale – d’altro canto, alla fin fine i partiti si sono affermati (o rovinati) non solo per il linguaggio usato, ma per il loro comportamento offline.

    Forse i social network non costruiscono, ma amplificano in modo incredibile: una lezione da tenere a mente per il 2023 (o prima, chissà).

    1. Ciao Andrea, la comunicazione social è stata senza dubbio la grande protagonista di questa campagna elettorale. Alla fine chi ha saputo utilizzare meglio questi strumenti ha vinto, al di là delle diverse appartenenze politiche di ognuno.

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