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Arrival, il film che mette in evidenza l’importanza del linguaggio

Approfondimento sul film di Denis Villeneuve che pone interessanti spunti di riflessione

Da che mondo è mondo, l’arte è quella disciplina che a un primo impatto non è utile (ai fini consumistici) ma che può aprire un universo di riflessioni. Alcuni mesi fa, infatti, abbiamo analizzato il rapporto tra il film Ex Machina e la possibile evoluzione dei motori di ricerca nel prossimo futuro. Allo stesso modo, oggi vogliamo parlare del film Arrival.

Un altro film di fantascienza, un’altra opera in grado di spalancare le porte su riflessioni molto importanti e vicine al panorama del marketing.

Ti sembra un rapporto azzardato? Prosegui con la lettura dell’articolo, magari riusciremo a farti “cambiare” idea.

Arrival, una perla della fantascienza contemporanea

Come accennato nell’introduzione di questo articolo, la pellicola che analizziamo oggi è Arrival, diretta da Denis Villeneuve e uscita nelle sale cinematografiche un paio di anni fa. Secondo il parere di chi scrive, questo film rappresenta una delle migliori opere fantascientifiche del nuovo millennio, nettamente superiore rispetto ad altri titoli molto più pubblicizzati.

La trama del film è davvero interessante, soprattutto perché viene messa in evidenza il rapporto tra gli sviluppi della tecnologia e il lato umano ed emozionale. Una regia di classe, una colonna sonora portentosa, per non dire dell’eccezionale performance dell’attrice protagonista Amy Adams.

Un film nato per essere un capolavoro e per diventare un punto di riferimento all’interno del settore.

Non il classico combattente, l’eroina stavolta è una linguista

Il film di Villeneuve si fa apprezzare per tanti aspetti, ma in particolar modo (ed è qui che s’intreccia l’aspetto che ci interessa maggiormente) per la scelta del protagonista della vicenda. Non abbiamo a che fare con il classico eroe militare, iper muscoloso e impavido che affronta a muso duro gli alieni. La protagonista dell’intera vicenda è una linguista, un’esperta di lingue (morte e non) chiamata per tentare di creare un contatto.

Si narra dell’arrivo sulla terra di dodici astronavi extraterrestri dalla forma ovoidale, poste in diversi angoli del globo. Viene messo in evidenza il terrore e la preoccupazione dell’intera popolazione mondiale e l’inettitudine di coloro che vorrebbero risolvere la situazione con metodi violenti.

La paura che possa trattarsi dell’ennesimo disaster-movie pieno di esplosioni e battutacce viene per fortuna subito scongiurata, sia per l’eleganza della regia sia per quel che riguarda i temi trattati.

È evidente come il regista (uno dei migliori nel panorama mondiale) desideri intrecciare le vicende dell’arrivo degli alieni con la vicenda umana della nostra esperta di lingue. Una storia molto dolce e dolorosa, raccontata con tutta la delicatezza che solo un grandissimo autore può utilizzare.

La lezione del film di Villeneuve: l’importanza del linguaggio

Detto della trama del film, spostiamo la nostra attenzione su quelli che sono gli elementi di maggior interesse. L’opera di Villeneuve, infatti, si presenta come un vero e proprio manifesto sull’utilizzo del linguaggio. È qui che l’intera pellicola pone l’accento, l’attenzione, l’intera costruzione della storia.

Una riflessione, quella sul linguaggio, che mi ha fatto balzare alla mente un celebre aforisma del filosofo tedesco Ernst JungerDelle opere umane, il linguaggio è la più grande, un tappeto in cui l’intero mondo è intessuto e disegnato.

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Fin dall’alba dei tempi, il linguaggio è stato il passaporto verso nuovi orizzonti. L’utilizzo delle parole e dei simboli ha fatto sì che, nel corso dei secoli, diverse popolazioni siano state in grado di creare relazioni. Proprio come accade in Arrival, in cui la dottoressa Louise Banks riesce a creare delle interazioni con i misteriosi esseri provenienti da un mondo lontano.

Com’è possibile comunicare con degli extraterrestri? La risposta che ci propone Villeneuve non ha a che fare con niente di bellicoso e di action (come detto, le figure militari vengono messe alla berlina), ma innalza verso l’alto le forme del linguaggio e l’utilizzo di parole, simboli, significati. È grazie alle competenze della dottoressa Banks che si riesce a evitare uno scontro con gli alieni, e a creare una sorta di rapporto in questa “moderna Babele”.

Comunicare con un target “alieno”

Se la nostra analisi del film Ex Machina poneva l’attenzione sul’evoluzione delle piattaforme social e di Google, creando implicitamente un collegamento con lo sviluppo dell’industria 4.0, il film Arrival ci consente di effettuare una dissertazione completamente diversa ma, paradossalmente, anche abbastanza vicina.

Un film come quello di Villeneuve ha la forza e il coraggio di porre l’attenzione sull’aspetto del linguaggio. L’utilizzo di simboli che, una volta decodificati, riescono a legare due diverse posizioni all’apparenza inconciliabili.

Possiamo intravedere anche una metafora sul ruolo del linguaggio che anche (e soprattutto) in ambito aziendale può portare a conquistare l’interesse e l’attenzione di un pubblico apparentemente irraggiungibile.

arrival film linguaggio alieni

Si tratta di una grande lezione per quel che riguarda l’aspetto del marketing e della comunicazione web.

Si sente spesso parlare di target di riferimento da raggiungere con un determinato linguaggio, ma Arrival ci mostra come anche un pubblico “alieno” (che in ottica aziendale potremmo definire come non attinente al target predefinito) si possa raggiungere e conquistare.

Come catturare l’attenzione di un pubblico diverso da quello che abbiamo definito? Il film in questione ci offre una risposta netta: cercando di trovare dei punti di contatto dal punto di vista linguistico. Utilizzare forme, simboli, parole, significati e modelli simili alle entità che si vuole colpire. Proprio come fa la dottoressa Banks che, dopo attenta analisi e profondi studi, riesce a individuare delle similitudini tra degli alfabeti che si fondano su concezioni e regole totalmente diverse.

Trovare punti di contatto linguistici, il lavoro del copywriter

Seguendo l’esempio e il messaggio del film, possiamo valutare i cambiamenti dell’ambito della comunicazione aziendale.

Oggigiorno vengono utilizzate diverse forme comunicative per raggiungere gli utenti e coinvolgerli sempre di più, portandoli in tal modo a compiere un’azione. Per raggiungere un risultato come questo bisogna che il copywriter di turno riesca a compiere un’analisi approfondita sul tipo di pubblico che si vuole conquistare.

Quali sono le caratteristiche principali del target scelto? Compito del copywriter è quello di raccogliere quante più informazioni in tal senso e sviluppare poi una determinata forma di linguaggio che abbia diversi punti di contatto. Riuscendo a far questo, si potranno ampliare i propri orizzonti professionali e aumentare oltre ogni limite la visibilità di un Brand.

Chi si occupa di Copywriting conosce (o almeno dovrebbe) l’importanza e la potenza che ha il linguaggio. Ecco perché bisogna individuare quelle che sono le prerogative di un certo pubblico, così da poter poi sviluppare di rimando una strategia funzionale agli obiettivi.

Il segreto per ottenere grandi risultati è parlare la stessa lingua (inteso come forma di linguaggio utilizzato) di quella fascia di utenti che si vuole raggiungere.

Creare un sentimento attraverso le parole

Le parole creano mondi, sviluppano nuove opportunità, ridisegnano confini che si pensavano invalicabili. Si dice sempre che un’azienda può raggiungere sempre e solo il pubblico che rientra nei parametri del target predefinito. Ma perché dovrebbe essere solo così? Bisogna forse abbandonare ogni possibile velleità sul conquistare nuovi mondi?

Il mio parere, che trova riflesso nel film di Villeneuve, è che attraverso un sapiente utilizzo delle parole è possibile comunicare anche con individui profondamente “diversi”.

La comunicazione tende sempre a evolversi, rendendo vetuste quelle che sono le regole di un settore. Se la comunicazione si evolve, soprattutto nel panorama digitale, perché non si dovrebbero ampliare i confini e puntare verso nuovi orizzonti?

arrival contatto alieni

L’utilizzo delle parole permette ai Brand non solo di comunicare dei vantaggi materiali, ma anche di creare delle connessioni emotive. Attraverso il linguaggio si comunicano anche valori, idee, sogni, progetti, obiettivi. È l’intera filosofia aziendale che viene messa in evidenza attraverso l’uso delle parole.

In questo modo un’azienda riuscirà a sviluppare un sentimento di vicinanza e di condivisione con questo target “alieno”, rendendolo sempre meno diverso.

Si aprono così scenari del tutto nuovi e impensati, con nuove opportunità di business che nascono su un terreno che si pensava non fosse fertile. Un linguaggio comune rappresenta il trait d’union per conquistare nuovi orizzonti professionali, così da accrescere le potenzialità di un determinato progetto.

Tutto quello che bisogna fare, quindi, è individuare questi punti di contatto. Una volta trovati, il diverso non sarà più tale e anzi si dimostrerà molto più vicino e simile a noi. Ecco come sconfiggere ogni possibile distanza e per poter pensare di conquistare nuovi target. Questo è uno dei messaggi più importanti del film Arrival.

In conclusione

L’analisi di un film di fantascienza per individuare nuovi orizzonti di marketing potrebbe sembrare un’idea balzana. Il nostro è un tentativo di superare ogni barriera, ponendo l’attenzione su una delle forme d’arte più amate del mondo contemporaneo.

L’arte rappresenta un qualcosa di non riconducibile nell’immediato al concetto di utilità, ma da essa si può attingere un mondo di significati e di importanti lezioni. Arrival è la pellicola che attesta le infinite potenzialità del linguaggio, il punto di accesso a sconfinati universi.

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