Evoluzione della comunicazione digitale, ne parliamo con la web agency Noiza
Strutturare una strategia di marketing efficace rappresenta uno dei tasselli più importanti della propria attività. La comunicazione digitale rappresenta il tipo di lavoro che permette alle imprese di sopravvivere all’interno della quarta rivoluzione industriale, momento storico che stiamo attraversando proprio ora.
Come sta evolvendo la comunicazione digitale? Questa settimana ne discutiamo con la web agency Noiza, un team di professionisti in grado di sviluppare siti web e di creare strategie di comunicazione sostenibile.
- Buongiorno gentile redazione di Noiza, grazie per aver accettato il nostro invito. Rompiamo subito il ghiaccio cominciando dal principio: come e quando nasce il vostro progetto?
Nasce nel 2001 a Trieste. Un gruppo di studenti del corso in Scienze della Comunicazione vuole dare continuità e sostenibilità economica a dei progetti web nati in seno ad un’associazione universitaria.
Non sapevamo davvero a cosa saremmo andati incontro :-)
- Siete un’agenzia che si occupa in particolar modo di strategie di comunicazione, e a tal proposito voglio chiedervi come vedete la situazione digitale italiana in questo 2017?
Limitando l’analisi a quelli che sono i nostri campi, cioè il web marketing e la comunicazione online, il digitale in Italia è sicuramente in crescita e in evoluzione: gli investimenti delle aziende aumentano, c’è un sacco di fermento tra agenzie e professionisti del settore, molte occasioni di formazione e networking (corsi, convegni, festival, community online, etc).
Inevitabilmente la qualità delle proposte è altalenante: c’è ancora parecchia fuffa, un po’ di approssimazione, ma ci sono anche tante eccellenze, persone capaci e serie, che sanno fare il loro mestiere e che, nell’adozione di strumenti e strategie, sono al passo con quelli che vengono considerati i guru a livello mondiale.
La situazione è davvero dinamica e, come detto poco sopra, in piena evoluzione: in questo momento forse siamo in quella fase in cui l’agenzia che non affonda le radici su una fortissima base analitica comincia a traballare. E benedetta l’ora!
- Come stanno evolvendo gli strumenti che vengono utilizzati per la comunicazione digitale? Insomma, verso quali scenari ci stiamo muovendo?
Lato strumenti siamo sempre titubanti nel dare una risposta. Perché “lo strumento” è una variabile che fai molta fatica a “tener ferma”. Mi spiego: Facebook cambia le proprie regole con una frequenza assurda, aggiunge almeno un paio di novità alla settimana, dai tool pubblicitari a nuove funzioni.
Quello a cui bisogna puntare è mollare per un momento lo strumento e concentrarci nello studio forsennato del rapporto tra azienda e cliente, e adattare lo strumento alla strategia. Punto e stop. A costo di sembrare banale.
- Quali sono, secondo le vostre esperienza, gli errori più comuni commessi da aziende e professionisti che si cimentano nel vasto mondo del web?
La domanda si riferisce agli errori delle web agency o a quelli delle aziende clienti? Beh poco importa, perché l’errore è lo stesso: prendere in considerazioni le metriche sbagliate per sviluppare e poi valutare un progetto.
C’è ancora troppa attenzione alle vanity metrics: quanti like? quante persone raggiunte? Questo approccio porta inevitabilmente a strategie sterili, progettate fin dall’inizio senza considerare risultati di business come approdo ultimo.
Oggi qualsiasi azione su web è misurabile, il ritorno sull’investimento si calcola in modo precisissimo. Per noi è diventato inevitabile partire dagli obiettivi di business per delineare una strategia, non sapremmo davvero come operare diversamente:
1. obiettivi di business chiari portano a strategie di marketing strutturate
2. strategie di marketing strutturate portano a risultati di business
3. risultati di business portano a clienti soddisfatti
4. clienti soddisfatti portano gli stessi clienti a fare ulteriori investimenti in web marketing
5. ulteriori investimenti in web marketing portano lavoro a Noiza
E Noiza è felice :-)
Dal nostro punto di osservazione, possiamo dire in ogni caso che c’è sempre maggior attenzione ai risultati, e questo è un bene per tutti: per le aziende clienti e per le agenzie web che lavorano in modo serio.
- Seguendo i corsi di Enrico Marchetto, appare chiaro come Facebook rappresenti un canale sempre più difficile da utilizzare. Quant’è importante la profilazione del target per ottenere risultati?
Questo è un discorso molto delicato. Perché quando noi parliamo di profilazione del target pensiamo subito a quali tipologie di persone andare ad “aggredire”. Per noi “tipologia di target” significa in primis analizzare su Facebook cosa fa, chi è, che gusti ha, cosa compra chi è già cliente dell’azienda. Da lì si parte.
Tutto il resto diventa molto più semplice se sappiamo chi è “chi già compra”.
Poi naturalmente Facebook ci mette del suo offrendoti tutti gli strumenti perfetti per andare a intercettare una domanda latente, profilando di tutto e di più.
- Parliamo della parte copy: con il crollo del traffico organico diventa sempre più necessario proporre contenuti di qualità che Facebook possa premiare con maggiore visibilità. Quali sono i contenuti che possono portare risultati migliori in tal senso?
Dobbiamo essere chiari su questo punto, quando pubblichiamo un contenuto su Facebook accadono 3 cose:
1) raggiungiamo delle persone
2) raggiungiamo delle persone nei momenti più disparati delle loro vite quotidiane
3) raggiungiamo delle persone nei momenti più disparati delle loro vite quotidiane che non hanno minimamente chiesto di vedere un nostro contenuto.
Quindi qual è il contenuto di qualità?
1) un contenuto che sia attento alla delivery, alla distribuzione, a utilizzare il formato giusto, il timing giusto, che sia pensato per raggiungere delle persone.
2) un contenuto che sia rispettoso del comportamento delle persone. Una persona usa Facebook principalmente per entertainment, se in quel momento la interrompiamo con una proposta commerciale o un contenuto totalmente autoreferenziale, quella persona tenderà a evitarci e a bollarci come “poco interessanti”.
3) se operiamo in un contesto di domanda latente, quindi in un contesto in cui le persone non presenta alcuna necessità (Facebook non è Google, ovviamente), allora il nostro obiettivo principale sarà sempre mettersi nei panni di chi ci legge.
“Ho creato sufficiente valore per chi mi legge?”
“Ho usato lo stesso linguaggio naturale di chi mi legge?”
“Ho provato a interpretare un potenziale bisogno di chi mi legge?”
- Creare fette di pubblico personalizzati attraverso Audience Insights che Facebook mette a disposizione. Qualche dritta in tal senso?
Audience Insights è uno strumento troppo generalista quando andiamo a indagare degli “interessi” generici.
Non è affidabilissimo e serve principalmente a farsi un’idea.
Cambia tutto quando invece andiamo a indagare quello che è già il nostro pubblico, per esempio caricando una audience di traffico del sito web degli ultimi 180 giorni.
Che caratteristiche hanno su Facebook tutti quelli che hanno navigato il mio sito web negli ultimi 6 mesi?
Lì Audience Insights dà il suo meglio.
Se volete dare un’occhiata in questo articolo ci sono un paio di scoperte interessanti che abbiamo fatto proprio grazie a Audience Insights.
- Perché affidarsi a una web agency come la vostra? In che modo potete togliere le castagne dal fuoco agli utenti?
Perché non ci approcciamo mai ai progetti in un classico rapporto cliente/fornitore: la nostra è una collaborazione, noi siamo i partner dei nostri clienti, assieme lavoriamo per il successo del progetto e per la soddisfazione reciproca.
Unisci questo al fatto che siamo letteralmente ossessionati dai risultati: se le strategie che abbiamo messo in piedi non funzionano, la prendiamo sul personale, come una sfida.
È proprio in quest’ottica che, per le attività di advertising online, il nostro compenso è calcolato in percentuale sul budget investito: sei contento di come sta andando la campagna di advertising?, stai vendendo di più? Allora sarai invogliato a investire di più e ad aumentare di conseguenza il nostro compenso: gioiàmo assieme, cresciamo assieme.
Keliweb ringrazia il team della web agency Noiza per la grande disponibilità.
Da chi utilizza Facebook noto sempre più spesso un certo sgomento per il suo passaggio ad una modalità “pay-to-play”, con una reach organica ai minimi termini – personalmente preferisco insistere su Twitter :)
Ormai senza investimenti è difficile rosicchiare buone porzioni di traffico organico, è una difficoltà generale.