Le disavventure del blogger sprovveduto
“Sai adesso cosa faccio? Apro un blog!”
Aprire un blog ti sembra un’idea magnifica, all’inizio. In effetti all’inizio lo è, quando sei preso dal furore di cimentarti in un’avventura digitale del tutto nuova. Con il passare del tempo capisci che è teoricamente semplice, ma per nulla facile. Comprendi il significato autentico dell’espressione “Non si smette mai di imparare!”, che il web è popolato di persone solidali e arrivisti, competenti e incapaci. Sopra ogni cosa, inizia a prendere forma un’idea: il blog può diventare una cosa seria.
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Ora di cosa scrivo?
All’inizio sei come un fiume in piena e scrivi di tutto. Cominci scrivendo di tutti i libri che hai letto e di tutti i posti che hai visto. Ben presto, leggendo i blog post dei blogger esperti e dei “guru”, sai spiegarti il motivo per cui ti leggono poco: hai scritto troppo e male. In aggiunta, appare ormai evidente una cosa: scarseggia il tempo e, di conseguenza, anche il tempo per leggere, nonché le possibilità di viaggiare.
Ecco cosa ci voleva, fin dal principio: il criterio! Per dirla in bloggese, non avevi mai seguito un piano editoriale.
Pare, quindi, giunta l’ora di definire gli argomenti di cui scrivere e, calendario alla mano, stabilire un nuovo ordine.
SEO cosa?
Il calendario non basta e neppure l’assiduità. Te l’ho detto, hai scritto male.
“Male? Perché, non era tutto correttamente scritto in italiano?”
Certo, ma quante persone hanno letto il tuo blog post? Ti sei chiesto cosa cercano su Google? Hai mai fatto la fantomatica ricerca delle keyword e hai mai appurato quanto sono cercate dagli utenti, mensilmente?
Dall’espressione che hai, è chiaro: non l’hai mai fatto. Ora ti tocca aprire Google AdWords, bazzicare in quel di Answer The Public e seguire attentamente la guida di SEMrush.
Te l’ho detto, il blog può diventare una cosa parecchio seria – e seriosa!
Hosting?! Perché non me lo avete detto prima?
Eh lo so, ora starai pensando che in origine era tutto un gioco: perché mai avresti dovuto comprare un Hosting WordPress, ad esempio? Lo facciamo in tanti questo pensiero ingenuo. Si dice che quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare: a questo punto del gioco non puoi abbandonare e, anzi, devi cominciare a fare le cose sul serio.
Ormai hai un bel po’ di visite mensili e hai ottenuto una buona visibilità in rete: cosa puoi mai farci con un hosting gratuito? Se vuoi essere un blogger affidabile per i tuoi lettori, devi usufruire tu stesso di servizi sicuri e affidabili.
Il blog è un investimento, in molti sensi.
Cosa rispondo ai commenti negativi?
Regola numero 1 del Blogging: si risponde sempre, a tutti! Ti hanno lasciato un commento al gusto soave di panna acida? Rifletti: potrebbe essere l’occasione propizia per generare una discussione stuzzicante. Del resto, è facile sapere cosa dire quando tutti sono d’accordo: in quattro battute la questione finisce lì.
Il commento negativo, la voce sopra le righe, l’esibizionista di turno ti offrono l’opportunità di mostrare al pubblico altre capacità collaterali, che devono comunque appartenere al blogger: l’abilità a favorire le conversazioni e a gestire la community.
Animo e coraggio!
Come spiego alle persone cos’è davvero il Blogging?
Ti succederà, eccome se succederà! Prima o poi verrai presentato a uno dei rappresentanti più caustici degli avversi al Blogging: è convinto che i blogger non abbiano voglia di lavorare, desiderano solo dar mostra di sé e scroccano in continuazione. In primo luogo, convinciamo i suoi amici a spedirlo al concerto di J-Ax e Fedez, così per un po’ si diverte e sfoga.
In seconda istanza, poiché non comprende niente di cosa significhi essere un blogger e, con ogni probabilità, vive di poche e ottuse certezze, ragion per cui non cambierà idea su di te, lascialo nelle sue convinzioni: serenamente, continua a fare il tuo lavoro, perché saranno i risultati a lungo termine a parlare per te.
“Sai adesso cosa faccio? Apro un blog!”
La mia versione delle cose ormai la conosci, ora cosa hai da dire in merito?