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Visual Storytelling: come raccontare la tua storia

Qualche giorno fa ero a Milano, precisamente a Sesto San Giovanni, ed ascoltavo Valentina Tanzillo sostenere che i gattini sui social vincono, certo, ma solo se interessano al tuo target. Mai discorso fu più vero. Insomma, siamo ormai al nostro terzo appuntamento con la meravigliosa storia d’amore fra immagini e parole e ci resta da scoprire come scegliere i canali per il visual storytelling. I gatti vanno postati su Instagram, Facebook o Pinterest? Cerchiamo di capirlo insieme!

I contenuti visuali, oggi, sono di gran lunga quelli meglio “digeriti” dalla pancia degli utenti. In una situazione di overload informativo, l’immagine – per il nostro pigro e stanco cervello da utonto – è sicuramente il contenuto che più facilmente riusciamo a fruire.

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Conosciamo Tony, l’utonto medio

Perché accade questo? Semplice, ogni giorno un digital marketer si sveglia e sa che deve fornire delle risposte a Tony, il signor Utonto. Tony, dal canto suo, ogni giorno si sveglia ed è già stanco: giocare a Candy Crush Saga (attenzione, le sue vite stanno per finire! Te ne chiederà subito un’altra) lo impegna tanto! Tony è l’utente web medio: pigro, lento, va sempre di fretta e vuole le sue risposte prima di adesso, comunicate in modo semplice e chiaro. Insomma, Tony vuole (come si dice in italiano) il cocco ammonnato e buono, vuole cioè trovare le sue informazioni già pronte all’uso. Come la risolviamo questa situazione? Come possiamo far stancare il criceto del cervello di Tony il meno possibile, lui che va pazzo per i video con i gattini ed è appassionato fotografo di “cieli immensi e avremo nuove veritàààààà” – sì, ho citato Giorgia. Siamo tutti in po’ Tony, dietro lo schermo dei nostri computer. Anzi degli smartphone.

Perché succede che gli utenti preferiscono le bionde del contenuto? Mi spiego: un’immagine colpisce più di un paragrafo di testo. Why?

  • il 40% degli utenti è più colpito da un’immagine che dal testo
  • il 90% delle informazioni trasmesse al cervello è di tipo visuale
  • il 94% dei post sui social media che hanno più effetto sono di tipo visuale
  • il 60% degli utenti clicca su un risultato fatto di immagini piuttosto che testuale

Tutto questo lo dice il simpaticissimo BuzzSumo (che tu sicuramente conoscerai, altrimenti chiedi al signor Google, ti risponderà con un simpatico risultato di ricerca perfetto per la tua domanda, Tony). Insomma, ai nostri neuroni i visual piacciono proprio tanto: sono rilassanti da guardare, facili da interpretare e simpatici da ricordare.

Ormai, le immagini, i video e le infografiche sono i contenuti king del digitale. Ok, ma dove li metto? Come faccio a scegliere il giusto canale ora che so che il contenuto visuale è quello che il cervello dell’utente medio riesce ad elaborare con più facilità, risulta più empatico e ha un’altissima possibilità di essere condiviso rispetto a quello testuale? Bella domanda. Proviamo a rispondere, ti va?

Come scegliere il giusto canale?

Come ogni anno, anche il 2017 è l’anno dei video. Ma questo lo sapevi già. Quello che non ti hanno detto invece è che se la qualità non è quella giusta, se il canale che scegli non è adatto al tuo target o se, semplicemente, al tuo pubblico non frega nulla di vederti mentre enunci poesie ermetiche a cavallo di un unicorno difficilmente funzioneranno, i video. Insomma, individua i canali dove il tuo pubblico sosta come le pecore al pascolo.

Sei un brand di gioielli fighissimi per uomini tatuati? Bene, allora sicuramente le community Instagram che sponsorizzano tatuaggi e prodotti per i new “barba is the cosa più figa in the word” sono perfette. Sei una cartolaia (guarda il profilo di Zelda Was A Writer, ti prego!), allora i gruppi Facebook di handwriting e di visual art sono le Minorca e Maiorca del tuo piccolo e dolce business con un cuore teneroso. Sei un’azienda super-cool di servizi funebri con uno spiccato senso dell’umorismo (mah, forse ti chiami Taffo?!) e hai voglia di rompere le righe e gli stereotipi? Allora Facebook è il luogo giusto per i tuoi visual! Insomma, ogni business può trovare il suo canale perfetto se ha un chiaro obiettivo e conosce il suo pubblico – utenti fantastici e dove trovarli.

Il canale migliore: interattività, empatia e coerenza

Il canale più adatto alla tua storia è quello che fornisce maggiore efficacia possibile alla superiorità dell’effetto dell’immagine, ovvero al fatto che i tuoi concetti possono essere trasmessi in modo più efficace se presentati in forma visuale, rispetto a quella scritta. La mente umana processa una immagine in modo molto più veloce rispetto alla parola scritta ed oltre il 70% dell’apprendimento passa per il canale visuale. Detto questo, il canale migliore da scegliere per il tuo visual marketing è quello che rispetta questi principi:

  • interattivo: il canale che utilizzerai per raccontare la tua storia deve darti la possibilità di interagire attivamente con gli utenti nel momento in cui comincia la narrazione. Messaggistica istantanea, commenti, condivisioni: insomma, tutto quello che stimola un’interazione attiva ed una conversazione tra brand ed utente diventa la giusta piattaforma per il tuo racconto. Anche il tuo sito personale può diventare un perfetto canale interattivo: con un buon piano hosting, anche un blog può diventare un luogo di narrazione perfetto.
  • empatico: il canale che sceglierai per raccontare la tua storia dovrà essere ad alto tasso emozionale, d’accordo. Dipende, ovviamente, da cosa fa leva sul tuo pubblico: se si parla di teenager (come ad esempio, nel rebranding che Fanta sta facendo grazie al suo Teen Marketing Manager Tony) Snapchat sarà sicuramente più adatto rispetto a Facebook che, nel frattempo, invecchia ed è il luogo perfetto se il tuo target sono i quarantenni imbruttiti che bevono tantissimo kaffeeeee!!!!111!!! Individua bene quali sono le emozioni che fanno leva sulla tua utenza e quale canale si presta maggiormente a trasmetterle: ecco il posto perfetto per i tuoi contenuti visual.
  • coerente: i contenuti visuali sono estremamente versatili ma, si sa, ogni piattaforma ha le sue regole. Progetta i tuoi contenuti seguendo formati e tipologie consigliate, in modo da rendere l’utente libero di navigare attraverso le diverse piattaforme (tra desktop e mobile, siti ed applicazioni) creando percorsi narrativi semplici e le informazioni immediatamente reperibili, senza creare un sovraccarico informativo. Insomma, coerenza di contenuti nella forma e nella sostanza. Il visual storytelling è una cosa seria!

Quando ti orienti nella scelta del canale più adatto a raccontare la tua storia, ricorda di metterti nei panni dell’utente. Sii Tony, non sbaglierai!

Quale canale scegliere, andiamo al sodo!

Il visual storytelling permette, attraverso gli strumenti ed i canali prescelti, di arrivare dritti al cuore degli utenti attraverso contenuti ad alto impatto emotivo. Video, immagini ed infografiche esprimono al meglio concetti ed informazioni che, passando per le emozioni, riescono ad impiantarsi nella testa delle persone. Questo dispositivo narrativo è la strada migliore per raccontare la tua storia.

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Visual Storytelling: perché dovrei scegliere Instagram?

Secondo (qualunque) statistica, Instragram è da sempre, dopo Facebook, il social con il più alto tasso di crescita mai visto. Soprattutto, però, su Instagram gli utenti rappresentano un target trasversale e variegato. Questo significa terreno fertile per la tua visual story. You know it, baby?

Come sostiene Giorgio Reclama “I segreti dello storytelling non sono racchiusi dentro uno strumento. Non è il mezzo che fa la storia.” Ogni storia, infatti, lo vivi tre volte: quando la sogni, quando la vivi e quando la ricordi. La quarta è quando la condividi su Instagram.

Se sei una piccola impresa, Instagram è perfetto per ingaggiare i tuoi utenti attraverso le immagini. Utilizza contenuti coinvolgenti a livello visivo per rendere la tua narrazione più interessante. Sfrutta la caption (la descrizione dell’immagine) per descrivere l’immagine che stai proponendo: le parole sono un mezzo altrettanto potente e contestualizzano ciò che comunichi con lo scatto.  La storia per il lettore è così più immediata.

Geolocalizzazione

Instagram ti permette di localizzare le tue foto, lo sapevi? Aggiungere questo piccolo particolare alla tua storia permette al tuo utente di contestualizzare meglio il contenuto che gli stai offrendo. Può, in questo modo, anche proseguire il viaggio in modo inaspettato, approfondendo la tua narrazione con collegamenti inaspettati. A chiunque piace l’effetto wow, anche a Tony!

La geolocalizzazione per una strategia di visual storytelling permette di regalare all’utente che la fruisce un viaggio inaspettato alla scoperta di nuovi luoghi (digitali) dove trovare dettagli che lo faranno innamorare. Questa tipologia di feature può essere utilizzata soprattutto se si tratta di destination marketing o di piccole imprese locali. Un albergo può raccontare il proprio territorio, così come una piccola bakery nel cuore di Brera, a Milano, può invitare gli utenti a geolocalizzarsi e a lasciare il loro momento felice in compagnia di ottimo caffè americano ed un gustoso muffin all’arancia e cioccolato.

E bravo, Instagram!

Hashtag

Un hashtag, solitamente, viene utilizzato sempre nel modo più sbagliato, dagli instagramers. E già: la smania di aggiungere ad cazzum tantissime parole che in quel momento sembrano davvero simpatiche spesso fa più male che bene alla nostra storia. Come sfruttare al meglio gli hashtag di Instagram nella nostra strategia di visual storytelling, allora?

Quando scrivi la descrizione dell’immagine della tua storia, completala utilizzando gli hashtag che diano un po’ di pepe, utilizzando per contestualizzare il tutto. Non dimenticare di creare un hashtag unico per la tua storia ed incoraggiare il tuo pubblico ad usarlo per creare i propri contenuti, nuova linfa per il tuo racconto. Ispira, Instagram serve proprio a questo!

Quando scegli quali hashtag utilizzare per la tua visual strategy dovresti seguire il consiglio che la Lepre Marzolina diede ad Alice “Dovresti dire quello a cui credi.” Dovresti, insomma, utilizzare solo hashtag pertinenti a quello che racconti e coerenti con i visual della tua storia. Altrimenti il rischio è quello di confondere gli utenti e che le segnalazioni di spam arrivino come i fiori di ciliegio in primavera!

Filtri

C’è davvero bisogno che ti racconti come il filtro giusto (di Instagram) possa cambiare faccia alla tua strategia di visual storytelling? Andiamo, va! Ovviamente scegliere l’effetto Clarendon, più freddo, rispetto al più caldo Adden o, per i più nostalgici, un Sierra cambia completamente il nostro contenuto visuale. La psicologia dei filtri su Instagram è roba seria. Mica bazzeccole!

Pinterest: la storia che non ti aspetti

Quando si parla di Pinterest, il volto sorridente di Cinzia di Martino fa capolino fra i ricordi e l’odore del cioccolato di Modica si spande nell’aria. Puoi utilizzare Pinterest per fare esattamente questo: mostrare all’utente ciò che potrebbe essere e sarà se proverà a seguire la tua storia. Attraverso pin, repin e board hai infinite possibilità per creare momenti unici per i tuoi utenti.

Quando scegli il canale per la tua strategia di visual storytelling, Pinterest può essere il tuo migliore amico se il tuo obiettivo è quello di creare valore per i tuoi utenti attraverso tutorial, how to e consigli, magari per l’uso del tuo prodotto.

Ispirazione

Attraverso la creazione e l’utilizzo delle visual board hai la possibilità di raccontare i valori e la mission del tuo brand. Pinterest permette, infatti, di mettere a disposizione dei tuoi follower una piattaforma che – se collegata ad un sito efficace (hai già scelto l’hosting giusto per il tuo sito aziendale?) – racconta al meglio la tua storia.

Crea un vero e proprio viaggio all’interno del tuo brand, attraverso immagini che raccontino i valori del tuo brand, metti in evidenza i tuoi punti forti e tutto il mondo che ruota intorno al tuo business. Sono tantissimi i settori che possono utilizzare Pinterest per comunicare ed ispirare i propri utenti: dal food al lifestyle, dal fashion all’automotive.

Pinterest è adatto proprio a tutte le storie, soprattutto ai piccoli business con un cuore che, qui, trovano un luogo dove potersi esprimere al meglio. Utilizza le board per aprire il cuore ai tuoi utenti e comunicargli i passi che possono compiere all’interno della tua storia e come possono trarre vantaggio da esso.

Donare qualcosa in più

Uno dei modi per creare qualcosa di utile per i tuoi utenti, per dare valore al tuo brand, è quello di donare. Già, perché se non “doni” difficilmente riuscirai ad emozionare, su questo concetto si basa tutto il discorso del content marketing: diventa utile per il tuo utente, fallo innamorare dei tuoi contenuti e questo non ti lascerà più.

Pinterest si presta molto bene a questo obiettivo e la tua storia può diventare qualcosa di più di un semplice racconto. Può diventare qualcosa di concreto da realizzare. Chiediti cosa potrebbe essere utile realizzare per diventare davvero indispensabile per le persone che vuoi intercettare.

  • Quali sono i loro interessi? Le loro storie?
  • Che uso fanno del tuo prodotto?
  • Perché dovrebbero scegliere i tuoi servizi?
  • Cosa li emoziona della tua storia?

Con queste risposte hai tutto il materiale per poter costruire un punto digitale dove smistare tutti i tuoi contenuti visuali, ordinandoli in comode bacheche pronte ad essere consultate dai tuoi utenti e piene di idee, dalle più inaspettate alle più semplici. Utilizza, insomma, la leva della formazione, della voglia di imparare delle persone: realizza dei contenuti visuali che informino, stimolino l’apprendimento e la condivisione. Consigli, how to, infografiche. Insomma, tutto quello che credi possa generare valore, emozione ed utilità.

Come concretizzare questi consigli? Semplice: sei una struttura alberghiera? Utilizza i place pin per far conoscere il territorio (sì, come su Instagram ma in modo leggermente più approfondito). Sei un freelance alla ricerca di nuovi clienti? Utilizza le board per raccontare come svolgi uno shooting, regala qualche consiglio, svela un segreto. Insomma, coinvolgi visivamente il cuore e la mente dei tuoi utenti prima di pretendere che si fidino di te.

Un consiglio: puoi sempre allegare un link ad ogni pin che crei. Sfrutta un hosting efficiente ed efficace per sostenere il traffico che verrà!

Facebook per il tuo visual storytelling

Sì, finalmente possiamo dirlo: anche quest’anno è l’anno dei video. Le immagini performano meglio degli status e dei link. Le Facebook Stories non sono poi così male (come quelle di Instagram, d’altronde). L’unico neo di Facebook è che, ormai, comincia ad annoiare e, soprattutto, ad invecchiare. Il social network di zio Mark sta diventando un paese per vecchi? Non proprio, diciamo che sta “maturando”. E questo per chi vuole raccontare la propria storia su questo social significa che deve evolvere, non arrendersi.

Come si può sfruttare Facebook in modo strategico per il proprio visual marketing? Su quali leve bisogna lavorare per non finire col pubblicare tazze di kaffèèè, con chiwawa imbruttiti con rose alla tangero annesse? Ecco un piccolo manuale di sopravvivenza per non soccombere.

  1. Le immagini da sole non bastano: rafforza sempre i tuoi contenuti visuali con una descrizione di accompagnamento. Contestualizza, emoziona e sorprendi. L’uso dell’ironia, della poesia e della sincerità sono le mie leve preferite. Non dimenticare che stai raccontando una storia per immagini, è vero, ma da sola l’armonia non è niente senza la sinfonia. Trova un equilibrio fra testo ed immagini ed ancora il lettore ad un contenuto indimenticabile.
  2. Anche le emoticon sono visual: sembra che quelle cose piccole, colorate ed allegre entusiasmino l’utente e cominichino sul serio! Strano ma vero, un’immagine accompagnata da un’emoticon riscuote più successo di una postata senza. Insomma, non fare il timido ed utilizza le manine giunte per pregare l’utente di interessarsi al tuo contenuto! Forza!
  3. Utilizza le dimensioni giuste: su Facebook le dimensioni contano. Non basta saper usare (ops), fare belle foto o realizzare contenuti visuali utili ma anche, e soprattutto, postarle nel formato giusto!
  4. Approssimazione o veridicità: un dubbio atavico dei visual storyteller è quella della qualità dell’immagine. Tradotto: perché se un’immagine è oggettivamente brutta o realizzata con approssimazione a volte funziona più di qualcosa che è stato curato fin nel minimo dettaglio, portandoci via la giovinezza, la vita sociale e pure il moroso? It’s Facebook, baby. Gli utenti vogliono veridicità. Come fare a trovare un equilibrio tra la bruttezza dell’approssimazione e la bellezza eterea di certe nostre opere di ingegneria visuale? Semplice, utilizza i post prodotti dagli utenti! Non ci avevi pensato vero, geniaccio?!
  5. Work in progress: non è solo la filosofia di Montemagno ma anche quello che funziona di più di una storia. I segreti, i dietro le quinte, le facce struccate, le storie più intime. Insomma, racconta anche il dietro le quinte. Non ti pentirai!
  6. Video, video, video: se lo ripeti per 3 volte davanti ad uno specchio, attenzione, potrebbe apparire Marco Monty e spiegarti il senso della vita. Che tu abbia un prodotto innovativo e voglia raccontare come è nato, che tu voglia svelare come si fa la pizza e l’acqua calda, fai video. Affidati ad un professionista per i teaser ufficiali ma anche al tuo cuore (e alla tua mano) per cogliere attimi inattesi ed inaspettati, da condividere con gli utenti. Ricorda, l’autenticità e la sincerità sono quelle cose buone, che vanno dritte nella lista delle cose belle del web e della vita.
  7. Non dimenticare le GIF: Tumblr ce le ha regalate e Facebook le ha fatte resuscitare, come Fanny in Harry Potter (non conosci la fenice di Silente? Vergognati). Sono usate per esprimere stati d’animo riproponendo attimi di film, serie tv e tanto altro ancora. Insomma, se il lunedì comincia male c’è una GIF, da qualche parte, che parlerà al posto tuo!

Il canale da scegliere per la tua storia non è una questione (solo) tecnica, ma di approccio. Devi trovare la giusta connessione tra testa e cuore, strategia e contenuto.

Fornisci a Tony le risposte giuste in formato jpeg prima di subito, altrimenti muore!

Cora Francesca Sollo

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