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Gestisco un blog aziendale, quanto devo convertire?

Sono ormai un paio d’anni che lavoro a tempo pieno a un blog aziendale e ho imparato a mie spese che non si tratta per nulla di una cosa semplice. Le maggiori difficoltà, per questo tipo di attività, è comprendere quali siano i reali obiettivi da raggiungere per poter dire di aver svolto bene il proprio mestiere.

Potete immaginare le grandi difficoltà incontrate da chi si trova a dover fare un lavoro del genere, specie quando si ha una “concorrenza” di professionisti che hanno avuto un percorso di studi molto particolare. Senza però farsi prendere dallo sconforto, mi sono messo con tutto me stesso a gestire questo blog, con il tacito obiettivo di imparare quanto più possibile in merito.

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Mi hanno assunto per portare visite sul blog aziendale

All’inizio di questa avventura, ho commesso un errore che secondo me è molto comune per molti blogger che oggi vengono decantati ma che avranno dovuto fare anche loro la gavetta.

Qual è l’obiettivo di un blog aziendale? Quando sono stato assunto i miei nuovi datori di lavoro mi hanno detto “Caro Amedeo, il tuo obiettivo è quello di portare quante più visite possibili. In questo modo il nostro marchio raggiungerà il più alto numero di utenti” e con questo obiettivo in testa mi sono messo al lavoro.

Portare tante visite su un blog, cosa può esserci di più facile?! Basta individuare le notizie più succose di un determinato ambito e vai sul sicuro. Che ci vuole?

Prendete il mio caso: mi hanno dato in gestione il blog che si rifà, in un certo senso, a un ambito informatico e io cos’ho fatto? Ogni giorno ho cercato notizie fresche e interessanti che riguardassero i colossi del settore, tipo Microsoft, Apple, nuovi smartphone ecc ecc.

Semplice, acuto, preciso! Giusto? No, era tutto sbagliato.

Forse non erano solo le visite a interessare i miei datori di lavoro…

Tutto tronfio e pieno di me, mi sono presentato all’annuale riunione dell’azienda, pronto a raccogliere le lodi da parte dei miei superiori. Che cavolo, portavo sul migliaia e migliaia di persone ogni giorno, scrivevo articoli di buon livello. Avevo trasformato il blog in un vero e proprio magazine d’informazione.

Immaginate quindi la mia sorpresa quanto l’azienda mi disse che io, Amedeo, non avevo portato nessun risultato utile e che dovevo per forza di cose migliorare.

Non riuscivo a capire in cosa avessi sbagliato, visto che i numeri erano tutti dalla mia parte.

Quello che mi è stato spiegato è che un blog aziendale non è un magazine, non serve ad accumulare visite su visite. Il blog è uno degli strumenti che l’azienda ha a disposizione per aumentare il traffico qualificato e fare più vendite. Era questa la realtà dei fatti.

Va bene pubblicare talvolta qualche notizia generica, ma tutto deve rientrare all’interno di una strategia ben precisa. Un blog necessita per forza di cose di un calendario editoriale ben definito, con una serie di contenuti strutturati a seconda delle esigenze degli utenti.

Poi ci si può sbizzarrire utilizzando tutto quello che si ha a disposizione per diversificare il proprio lavoro, optando per un pizzico di originalità come può essere l’utilizzo dello Storytelling. Qualsiasi cosa, ma sempre in funzione di un obiettivo che è quello dell’azienda, ovvero guadagnare di più.

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In un momento del genere, la cosa più saggia da fare è affidarsi a chi ne sa più di noi, ovvero quei professionisti che hanno studiato anni e che poi hanno pubblicato libri colmi di informazioni vitali per la vita di un blogger/copywriter.

Come scrivere al meglio i contenuti di un blog? Qual’era il reale obiettivo del blog? Insomma, in cosa consisteva veramente il mio lavoro?

Mi procurai i migliori libri sul Content Marketing e mi misi a studiare come un matto, nella disperata ricerca di colmare le mie lacune.

Il vero obiettivo del blogger: le conversioni

Imparare dai professionisti è senza dubbio la scelta migliore che un novizio possa fare. Leggendo i libri che ero riuscito a procurarmi, avevo capito moltissime cose, soprattutto il fatto che stavo sbagliando il principio base per cui un blog aziendale fosse online.

Il mio reale obiettivo non erano le visite, ma le conversioni!

A questo serve un blog aziendale, a portare sempre più utenti sul sito ufficiale dell’azienda. Non solo, questi utenti che devono arrivare sul sito devono essere anche persone di un certo tipo, nel senso che devono rientrare all’interno di quello che è il target su cui punta l’azienda.

Per fare questo bisogna conoscere perfettamente quelli che sono i prodotti che l’azienda di turno vuole vendere, per poi individuare con gli strumenti adeguati (come Analytics) che tipo di utenti è interessato all’acquisto degli stessi.

È questo il lavoro del blogger che lavora per un’azienda, portare traffico qualificato sul sito web in modo da aumentare i ricavi. Tutto qui. Molto più facile a dirsi che a farsi, ma avere partire da questa consapevolezza è il punto 1 di un processo di crescita che si concluderà con la formazione di un professionista stimato e in grado di portare ottimi risultati.

Un’ancora di “salvataggio”: le conversioni indirette

Il lavoro di un blogger deve essere quindi valutato esclusivamente da un numero, ovvero dalla percentuale di conversioni messe a segno in rapporto con le visite giunte dal blog al sito dell’azienda? Tutto la fatica di un professionista (o aspirante tale) può essere etichettato con un paio di numeri?

Spesso tanti colleghi mi hanno detto “Caro Amedeo, le cose stanno così. Se vuoi lavorare in questo ambito, il tuo destino dipenderà solo da alcune cifre. Dentro o fuori”, una presa di posizione netta che effettivamente non può essere messa in discussione.

Per fortuna, però, ci sono specialisti di un certo spessore che sono in grado di spiegare non solo come fare un lavoro nel miglior modo possibile, ma soprattutto come valutare in maniera completa il valore dell’attività svolta.

Se un blog non ha numeri eccelsi per quel che riguarda le conversioni dirette, forse non tutto è perduto o da considerare inutile. Il blog è uno strumento imprescindibile per un’azienda che deve costruire la propria Brand Reputation sul web.

In tal senso ho trovato illuminante l’articolo scritto da Ludovica De Luca che spiega, con la solita lucida perizia, come il blog può incidere sulle vendite.

Vi consiglio di leggere l’articolo di Ludovica e di prendere spunto, in un certo senso, dalla mia esperienza professionale. Partiamo tutti da zero e dobbiamo imparare a maneggiare gli strumenti per poter dare il meglio. Una cosa è certa: il blog è necessario per un’azienda che vuole crescere e guadagnare sempre di più.

Keli

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