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Snapchat: Ma è buono per il Marketing?

Come avevo promesso l’ultima volta eccomi qui ancora con Snapchat per rispondere alla domanda con cui ci eravamo lasciati. Io sono Nerd ok, ma non sono un esperto di marketing, e tecnicamente vivo certe esperienze in maniera diretta provando cose e sbagliando parecchio, quindi ho deciso di mettere quì oggi una piccola carrellata di esempi, partendo da un campione di amci che ho selezionato perché usano il fantasmino giallo con una certa disinvoltura e aggiungendo qualche cliente tra quelli soliti e più affezionati, qualcuno di quelli più smaliziati (che abbiamo un po’ tutti) e che (erroneamente) definiamo “markettari” perché sono sempre lì con le commercialate di turno per accaparrarsi un po’ di mercato, ma che come esce una curiosità sono i primi a buttarcisi sopra nel tentativo di capire se effettivamente ci guadagnano oppure no.

È un approccio strano, che non si fonda su nessun tipo di base scientifica o chissà su quale studio accurato, però mi piaceva l’idea di portare qualche esempio di normalità, lasciando stare i soliti grandi marchi che di sicuro fanno bene (molto spesso), per sostituirli con persone/aziende/brand normalissimi che tentano di darsi da fare per non rimanere schiacciati dal susseguirsi di eventi veloci, fagocitati rapidamente da quelli più scaltri e quindi spesso ormai non più in grado di offrire molto a chi, per fare certe cose, conta troppo lentamente fino a dieci.

In fondo poi, parecchie piccole economie del nostro paese (che è fondato per la maggior parte sulle piccole economie) vivono facendo tutto in autonomia (a volte toppando di brutto e a volte riuscendo), quindi non mi spiace l’idea di mettere in piazza cose un attimino più normali e legate (da poco) anche a questo mondo che sembra impazzire per un fantasmino giallo e (ahimè) ad oggi pure per un giochino con sfere plasticate e animaletti improbabili da accalappiare.

E poi oh, chissà in quanti si muoveranno già alla stessa maniera dei miei esempi qui sotto e si riconosceranno nelle righe a seguire.

Realtà e (forse troppa) normalità nell’uso di una bella(?) novità

1) Antonio, ristoratore delle mie parti che sta sempre sul pezzo.
Antonio (Tonino) ha un ristorantino piccolissimo nella zona, dove accoglie i clienti con quel fare gentile e genuino tipico delle persone di un tempo (se viene a sapere che gli dò del vecchio mi ammazza perché non lo è affatto).

Lui è un esempio per tutti gli altri “disgraziati” che seguo e che spesso (io li adoro eh) mi fanno diventare davvero matto perché vorrebbero fare mille-mila cose ognuno ma poi dicono che non hanno tempo, che i soldi son quelli che sono, che la cosa poi diventa complicata perché “dopo l’attività chi la segue” e via dicendo, e il tutto mentre io mi sgolo per fargli capire che mica devono mettersi h24 su una cosa insomma, basterebbe provare a darsi una mossa perché potrebbe essere un’idea.

Tonino invece è uno davvero “focussato” sulla sua attività e ci crede da matti. Quando abbiamo iniziato a collaborare, l’idea era quella di partire piano piano rinnovando il logo, passando per off-line (a cui era molto legato) per finire a parlare di web ed altro, non tralasciando ovviamente i social e tutto il resto.
Ad oggi Tonino ha il suo sito trafficato, una pagina facebook che quando leggo i numeri vorrei averla io come lui, mi trova il posto “perché sono io” altrimenti nada e poi… poi ha deciso di provare da solo sto Snapchat.

Me ne sono accorto perché quando m’è venuto a trovare in ufficio ha praticamente snappato tutto (fuorché me perché lo sa che poi mi vendico) per trovare un modo coerente di abbinare la sua mattinata diversa alla sua attività ed al suo locale.

Che ha fatto? É passato da me per ritirare delle fidelity card e per un caffè (ho messo la moca in ufficio che la macchinetta a cialde non va bene e pare che piaccia). Quando ha ricevuto il pacchetto e lo ha aperto, contentissimo, s’è selfato con la nuova card e oltre a pubblicare su facebook per avvertire che erano disponibili, ha snappato una foto con la fidelity e un pezzo di carta del blocchetto delle ordinazioni scrivendoci a mano una sorta di offerta che avrebbe dato diritto a 2 bollini fedeltà anziché uno. Una sorta di mordi e fuggi per dei contatti che come dice lui “sono veri habitué”.

PS: A 10 bollini, se prendi una cena per due, uno non paga.
Tonino, che ha un pubblico particolarmente fidelizzato perché ci sa fare ed offre un rapporto qualità prezzo decisamente onesto, ha smaltito con un fine settimana più di un terzo delle card e ha riempito il locale per qualche giorno con la storia della promozione.

2) Luana, che ha una agenzia di viaggi e che prova ad integrare.
Anche per i viaggi, a volte si dice che non “sia più come una volta” perché le persone spendono meno pure per le cose necessarie, figuriamoci per le vacanze.

Di questo Luana se ne è accorta come tanti altri qualche anno fa e ultimamente, insieme ad una presenza più assidua e professionale sui canali social soliti, ha deciso di proporre qualche novità. Parlandoci ho scoperto che le è venuta fuori l’idea di partire con una sorta di concorso per lo snapshot vacanziero più bello fatto durante uno dei tour acquistati da lei.

Quindi ha realizzato una newsletter per informare i clienti che dell’intenzione di proporre “un buono” (quando scrivo “un buono” mi vengono in mente Verdone e la Sora Lella in quel famoso film in cui Mimmo se la piglia… vabbè, ma non era questo il caso per fortuna) al vincitore di questa sorta di piccola competizione, e visto che le risposte all’iscrizione le sono arrivate, ha tentato direttamente (dopo indagine telefonica accurata) con Snapchat.

Beh, alla fine sono arrivati parecchi scatti e la gara di prova ha permesso a Luana di fare tanti screenshot (mi pare per altro che se “screenshotti” chi ha snappato lo viene a sapere), avere un pubblico più ampio sul #socialtuttogiallo e premiare qualcuno con un bonus per una vacanza successiva da fare per se stesso o da regalare.

3) Roberto, che vuole sembrare un dentista meno cattivo.
A chi piace il dentista? Ok a me, però è vero che quando vado a fare tipo la pulizia dei denti alla fine rimedio la lucidata col dentifricio allo zucchero filato e quindi oh, va bene così.
Dicevo… diciamo che il dentista, per quello che normalmente ci si va a fare (nonché per il pezzo di portafogli che gli si lascia diciamolo) non è proprio simpatico a tutti.

Roberto, ha deciso di rinnovare la sua immagine online e tutto quello che passa per il social, quindi ha voluto preparare (lui è uno di quelli che scrive tutto) una sorta di moduletto per farsi dare l’approvazione a pubblicare foto, video e testimonianze insieme ai sui clienti sui suoi account sociali, tra cui Snapchat.

Roberto vuole far trasparire che il lavoro del dentista non serve solo a ridarti un sorriso degno e a farti sentire meglio ma vuole farlo anche in maniera carina e se possibile divertente, pubblicando storie con le mini chiacchierate con i pazienti prima e dopo il trattamento (ovviamente quando possibile) per far dire loro relamente come va.

Ha pubblicato il suo snapcode sui social e a tutti i pazienti ha chiesto cortesemente, se volessero partecipare al suo esperimento attraverso i canali dove era più visibile. Tra i più giovani, la partecipazione è stata più elevata rispetto alle persone più grandi, ma per un dentista che di certo non vende piatti di pasta alla carbonara ci può stare (prima o poi apro il chiosco eh, venite?).

Ah si, ha pure un blog personale non legato strettamente allo studio (ma prima o poi si deciderà) dove parla apertamente del suo tentativo e pubblica gli aggiornamenti delle sue iniziative.

4) Massimiliano che fa un lavoro duro e che prova a non pensarci.
Max fa l’installatore di impianti di condizionamento sia civili che industriali e di questo periodo, “causa” lavoro esce davvero di testa.

L’ho sentito tempo fa e siccome è uno che lavora a stagione (perché molti di inverno ancora spendono un delirio di gas per i termosifoni e non voglio risparmiare con un condizionatore a pompa di calore anche se l’elettricità sta costando troppo meno), visto che tanto è sempre fuori sotto al sole, ha pensato di iniziare a Snappare i lavori che fa insieme ai due collaboratori che vanno con lui.

Che fa? Lui sta talmente fuori di testa che ha persino un adesivo con lo snapcode sulle auto aziendali e ha stampato un nuovo biglietto da visita (per me discutibile eh, però stavolta dice lui che è figo) con dietro, tra i vari url social proprio l’account Snapchat.

Quindi:

Snappa al mattino quando inizia a preparare il materiale;
Snappa a lavoro iniziato mentre fa pausa (poi è pure fisicato quindi addio signore);
Snappa a lavoro concluso con tutto lasciato bello pulito;
Snappa (se il cliente non si lamenta) una testimonianza al volo.

Ha aggiunto TUTTI I CLIENTI E I FORNITORI che ha recuperato via telefono a Snapchat e ultimamente rompe le scatole pure a me (ma io ho detto che non lo uso che poi viene a sapere cose e mi dice che non gli racconto mai niente). In più, da vero aziendalista vecchio stampo, è partito con il passaparola dai collaboratori ai loro amici, conoscenti etc. Insomma, non gli ho chiesto come va, ma lo seguo con l’account di un amico in comune e ci si impegna tantissimo. Poi ovvio, posta anche su altri social eh, e se avesse tempo per un blog o un Pulse secondo me riuscirebbe anche a fare di più, però cavolo ci sta sopra.

5) Cosimo che il lavoro lo fa sporco ma che ci scherza sui social.
Cosimo ha una attività di disinfestazione, derattizzazione e pulizia. Insomma, va a mettere letteralmente le mani dove nessuno poserebbe nemmeno il reattore (acceso) di uno shuttle nel tentativo di bruciare ogni cosa. Non è facile parlare online di argomenti “sporchi” come questi, ma Cosimo ha voluto avviare un piccolo blog per la sua attività, partendo dalle domande che più di frequente gli sono state poste negli anni durante i colloqui telefonici informativi e i sopralluoghi.

Chiedendo sia via mail che sui canali social privati, ha scoperto che molte delle persone che lo cercano, oltre ad avere il problema effettivo da dover risolvere, sono afflitte da preoccupazioni dovute a tempistiche, sgombero dei locali perché i prodotti “devono lavorare”, eventuali tossicità per loro e per i propri animali, possibilità che si ripresenti il problema e altre cose su questa linea.

Quindi ha impostato il lavoro come una sorta di gigantesca sezione delle Faq per ricavarne articoli informativi utili e tesi a spiegare certe tematiche, anche con l’intento di provare a deviare sul “blog” le telefonate dirette a cui non riesce sempre a star dietro perchè fa tutto da solo.

E le foto? Sugli articoli le foto vi vanno eh, ma mica poteva metterci i ratti e gli scarafaggi no?! No certo, ma c’ha piazzato gli scatti divertenti di quando s’è devastato la tuta, i video di quando è uscito impolverato dai magazzini, di quando ha abbracciato i cagnoloni e i gattini dopo aver disinfestato il posto e facendosi fare le coccole etc etc… insomma, cose riguardanti la sua attività ma non così esplicite con quello che c’è proprio sotto.

Che poi, fosse per me, si potrebbe pure organizzare, però ci sta che un acaro e un ratto paffuto non siano così fotogenici no?!

E Snapchat? Anche lui ha chiesto ai clienti e ai fornitori di aggiungerlo (ma non ha ancora “adesivato niente”). Ai clienti attivi col fantasma poi, ogni volta che deve intervenire chiede esplicitamente uno snap della situazione perché per lui è più immediato e chi lo spedisce sa che si distruggerà presto, così non dovrà vergognarsi di mandare in giro i propri panni sporchi. Capito si?! Riesce a far fronte anche all’eventuale imbarazzo dei clienti.

Figo eh?! Poi però alla fine questo non è proprio Marketing.

No, o almeno lo è solo nella testa di chi ci prova (ed è già tanto) ma può aiutare a farsi venire delle idee più concrete ed applicarle magari con gli strumenti giusti.
Questi esempi infatti, di cose legate al Marketing in realtà fanno poco più che nulla perché:

• Non identificano obiettivi di business papabili ma sparano nel mucchio;
• Non presuppongono ricerche adeguate in un vero mercato di riferimento;
• Non sono in grado di profilare clienti o (peggio) concorrenti;
• Non propongono strategie a supporto di una linea principale unica.

Ma soprattutto, rischiano di non creare il valore necessario attorno all’azienda.

Tutta la genuinità e la voglia di emergere che possono avere i miei piccoli, realissimi esempi qui sopra, non sono sufficienti a far trasparire che in realtà, quando si tenta di fare una operazione di Marketing (e non si è un Brand affermato con storia, budget, risorse umane, forti esperienze pregresse etc…), oltre a cercare di “fare il fatturato” bisogna dare valore A TUTTO QUELLO CHE É IL NOSTRO MONDO e non solo al prodotto, perché è importante promuovere in maniera adeguata il marchio nella sua interezza.

Una grande azienda, anche se sfrutta un social(?) effimero (piace a tutti sta parola) come Snapchat, lo fa in modo da risultare comunque efficace e oltre a non perdere sicuramente smalto buttandosi in una nuova avventura come questa, rischia invece seriamente di guadagnarci.

Una attività più o meno normale come tante altre invece, seppure sarebbe ovvio pensare che alla peggio non avrebbe niente da perdere, in realtà alla fine della fiera, una cosa per strada invece la lascerebbe comunque… il tempo.

E il tempo è denaro (verissimo). Investire tempo per una cosa che rischia di non darti niente (perché non hai ben pensato prima) vuol dire sprecarlo, e quindi ad oggi, pur parlando di un social molto alla mano e decisamente friendly, dovremmo pensare prima a come monetizzarlo davvero e capire se effettivamente il nostro prodotto potrebbe interessare la fascia di età, i gusti e le esigenze di un pubblico come quello che adora stare su un strumento così “di breve durata”.

Ok, siamo su Snapchat e certe finezze possiamo pure evitarle, però a mio avviso la problematica principale non rimane legata al tipo affare che abbiamo in mano o alla qualità di cose fatte più o meno bene, ma è proprio di atteggiamento e modus operandi.

Fare Marketing non può essere da tutti. Fare Marketing presuppone conoscenze tecniche e del mercato che esulano dalle sensazioni di un negoziante o di chi tiene le redini di una piccola azienda e ne ha appena la percezione “da wikipedia”.

Si, mi sto inimicando più di qualcuno ma lo faccio a cuor sereno perché so che è così. C’ho sbatutto il grugno troppe volte per non aver compreso che un conto è parlare di Marketing, ed un conto è pubblicizzare la propria attività.

Se vi sembra una cosa un po’ alla Marchese del Grillo, di quelle che “IO SO IO E VOI NON SIETE UN…” in realtà lo è davvero, e chiunque abbia una propria azienda ed abbia già provato a cimentarsi in certe pratiche senza una adeguata spinta da parte di chi davvero mangia pane e strategia mica solo a colazione, sa in cuor suo che ho ragione e che se si fosse affidato a delle risorse adeguate probabilmente sarebbe andata meglio.

Probabilmente sono uno vecchio stampo, uno di quelli che se prima non ha su un pezzetto di carta una lista seria di cose da fare e un diagramma di flusso non riesce nemmeno a pensare in maniera corretta, però ad oggi, con tutte le nuove definizioni e tipologie di questo Marketing (roba che certe volte mi chiedo quanto si stia uscendo dal seminato) che ci sentiamo sparare per endovena ogni volta che apriamo un blog, un portale informativo o anche una pagina su facebook, trovo impensabile dire a se stessi che si sta facendo marketing semplicemente perché si prova ad essere più visibili.

Se poi come diciamo dalle mie parti, se volemo crede che Cristo è morto de freddo allora apposto insomma e stiamo bene così.

Ma quindi la risposta è no? Non si può fare Marketing con Snapchat?

La cosa onesta da dire è “dipende da chi lo fa, con quali mezzi lo fa e in base a che pensiero lo fa”, ma la risposta giusta secondo me è che spesso si confonde il Marketing con la mera pubblicità e si usa questa parola per processi che più che soddisfare bisogni ed esigenze di potenziali consumatori, in realtà creano solo rumore di sottofondo.

Diceva Philip Kotler “processo sociale e manageriale”.
Oh, MANAGERIALE, non tarallucci e vino. Poi SOCIALE, non sui social (ok si, sui social ad oggi è necessario ma capitemi eh).

Io cambierei il fatto di riuscire a FARE MARKETING CON SNAPCHAT (che comuqnue ripeto, in certi casi TOP è possibilissimo) in SFRUTTARE SNAPCHAT PER AIUTARE IL PROPRIO BUSINESS, cosa che mi sembra semanticamente più corretta e coerente oltre che più facilmente applicabile PER TUTTI e non solo per quelli che lo sanno fare, e che appunto, si fanno di marketing.

NO?!

Come?

1) Sforzandosi di capire le capacità di utilizzo di questa piattaforma da parte delle fette di mercato in cui mangiano i nostri possibili target e pianificare delle campagne veramente cucite per quei SINGOLI destinatari.

Una delle cose intriganti di Snapchat è che in ogni caso, tra messaggi diretti e Storie possiamo riproporre contenuti simili e aggiustando il tiro senza stare ad intasare trppo le time-line di nessuno e senza rischiare di risultare ripetitivi qualora gli utenti dovessero visitare i nostri profili.

Quante volte ci è capitato di stare alla larga da account social perché palesemente volti a markette e comunque esteticamente al limite con account fake o troppo spammosi?

Non voglio dire che possiamo fare porcate come se non ci fosse un domani ma una sperimentazione rapida e più efficace rispetto ad altre piattaforme è possibile proprio in virtù di avere automaticamente cancellate le tracce di un possibile passo falso o comunque di un tentativo non troppo riuscito.

(si, possiamo cancellare cose ovvunque, ma quanto sta male esteticamente?)

2) Puntando sul fatto di poter emozionare di botto qualcuno. Dieci secondi per farsi dire ti amo.
Chissà quante cose davvero creative si possono tirar fuori costringendosi a doversi dichiarare in soli 10 secondi. CREATIVE capito?

Non deve bastare lo Snap del lavoretto pulito o di ciò che stiamo facendo in quel momento. Possiamo usare il faccialibro per quello. Quì abbiamo un timer e abbiamo persone che se ci seguono, lo fanno per vero interesse (visto il disastro che bisogna fare per aggiungere qualcuno), e in queste persone dobbiamo creare un bisogno di noi.

Qualcosa che mentre i dieci secondi scadono faccia dire loro “NOOOOOOOOO E ORA?”

3) Proponendo contenuti non esattamente istituzionali e tentando di avvicinarsi al pubblico mostrando un po’ della normalità che c’è dietro alla camera, senza esagerare nell’entrare troppo in una sfera quasi di intimità però rinunciando magari alle tante maschere che di solito si usano per fare più la figura di “quelli bene”.

4) Come dico io, imparando a “storytellare”. Una delle cose che più funziona (soprattutto parlando di Marketing) è lo Storytelling. Al momento, la cosa bella di provare a fare Storytelling su Snapchat è che effettivamente, il tuo target non cerca chissà quale precisione espositiva o chissà quale esteticità in quello che gli viene propinato, quindi si può sicuramente lavorare senza tutte quelle accortezze e finezze che normalmente useremmo per altri canali, riuscendo in ogni caso a dare a chi ci segue quello che vuole, ossia normalità.

5) Creando interazione, ossia proponendo un contest, lanciando una veloce caccia al tesoro, sparando lì un quiz a tempo, chiedendo di compiere un’azione specifica e inviarla snappando o anche proseguendo in un raccondo in base a delle opzioni da far votare ogni volta (i libri-game li avete mai provati? Non osate dire di No!). Insomma, provando a coinvolgere il pubblico sull’onda di un momento in cui tutti voglio essere protagonisti per qualche motivo su questo nuovo strumento.

6) Provando ad incuriosire. Sfruttare il fatto di avere poco tempo per lasciare appositamente una storia a metà, oppure per lanciare una sorta di trailer relativo ad un prodotto o ad una offerta commerciale, o ancora spezzare un racconto e dare una data precisa per il proseguo in modo da provare ad incanalare l’utenza. Le persone amano (anche inconsciamente) essere incuriosite. Le da ragionare e spesso anche ridere. E una risata è qualcosa di davvero potente.

7) Capendo che necessariamente bisogna essere crossmediali (mi pare si dica così). Nel senso che bisogna supportare la nostra presenza su un social così atipico (e per noi in Italia ancora troppo sconosciuto) con l’aiuto di canali più alla nostra portata. Insomma, sempre con un certo garbo, bisogna spammare Snapchat sugli altri social e i mezzi che usiamo per comunicare. Non dobbiamo lasciarlo solo. È un social senza mezzo storico, e per crearglielo dobbiamo farlo con gli altri strumenti che abbiamo.

Idee finali e poi chiudiamo

Oggi quindi, se proprio dovessi incastrare il Marketing con Snapchat e metterlo in mano a persone normali (più che a Brand o aziende strutturate che saprebbero di certo come muoversi) perché ne massimizzerebbero l’utilizzo (e poi diciamolo, sti articoli sono per le persone normali no?!), forse lo vedrei ben sfruttato (in ogni caso solo come corroborante) da chi per esempio potrebbe fare:

• lo chef a domicilio;
• il travel blogger;
• il documentarista;
• il ritrattista;
• il paracadutista;
• il vignettista;
• l’inventore delle sorprese Kinder;
• il negoziante come “quelli di un tempo”;
• il poeta;
• il lighting designer;
• l’artigiano;
• il prestigiatore;
• il clown per i bambini.

Insomma, a chiunque in un pugno di secondi riuscirebbe con uno scatto o pochi fotogrammi a farti capire chi è e perché sta lì solo per te, sparandoti addosso una cosa emozionante e che può dire tutto di una situazione in un tempo appena necessario per godersela e sorridere di gusto.

Chiudendo… È uno strumento quindi che può essere utile in maniera molto diversa a più tipi di realtà:

• Quelle grandi che arrivano prima e che con i soldi (e il Marketing) fanno ciò che vogliono;
• Quelle piccole che possono sfruttarlo in maniera più easy e puntando sempre sull’emotività.

Il resto, è solo provare a fare pubblicità (che poi non è facile nemmeno) :D

NO?! Che dite, sono cattivo? Mi smentite?

Saluti, grazie anche oggi per esservi subiti il postone e alla prossima volta.

Seo Pigro

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