Influencer Marketing, come dare voce al proprio Brand: intervista a Matteo Pogliani
Nelle ultime settimane non abbiamo fatto altro che sentir parlare di Influencer Marketing, definiti in svariati modi a seconda degli articoli pubblicati, tra chi li ha definiti cialtroni di dimensioni cosmiche e chi grandi professionisti. Prima di farci prendere la mano dalle schermaglie dialettiche, è bene mettere un po’ di ordine, e per farlo abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con uno dei migliori professionisti del web.
Il nostro ospite della settimana è Matteo Pogliani, una vecchia conoscenza di questo blog (ricordate l’intervista collettiva per l’evento Digitalklive?). Digital Strategist, esperto di Social Media Marketing e Blogger presso Ninja Marketing, chi meglio di Matteo può svelarci la natura stessa degli Influencer e il segreto per dare voce al nostro Brand?
Bando alle ciance, lasciamo spazio al nostro ospite. Buona lettura.
- Buongiorno Matteo e grazie per aver accettato il nostro invito. Iniziamo dal principio, chi sei, di cosa e ti occupi e come e quando (e soprattutto, perché) hai cominciato a occuparti di web e settori affini?
Grazie a voi per il gentile invito ;-) Sono tante cose, ma volendo riassumere mi piace definirmi un esperto di comunicazione digitale. Guido le aziende attraverso il web facendolo diventare per loro una risorsa strategica.
Dopo una Laurea in Lettere ed un Master in Marketing e Comunicazione ho cominciato a lavorare come interno in un’azienda. Qui sono iniziati i contatti professionali con il web, un punto che ha dato il via ad un percorso che negli anni mi ha portato a dove sono adesso.
Il digitale mi ha da subito colpito per le enormi potenzialità che offriva, inizialmente soprattutto per il blogging, attività dove sfogare la mia passione per la scrittura. In seguito per il business.
Il web, per chi comunica, è una sfida affascinante, difficile da affrontare, ma ricca di soddisfazioni. Poi come poterci rinunciare oggi?!?
- Non è la prima volta che ci incontriamo visto che hai partecipato all’intervista collettiva per il progetto Digitalklive. Cosa puoi raccontarci di quell’esperienza?
È stato un qualcosa di difficilmente descrivibile. Sei professionisti diventati amici sui social che riescono a creare un evento di alta formazione a costo ZERO. Siamo davvero riusciti a portare più di 200 persone a Roma, alcune provenienti da mezza Italia (Sicilia compresa).
Un risultato che conferma ciò che io da sempre credo: la sinergia, il fare insieme è la strada giusta. Troppo spesso in Italia si pensa troppo al nostro orticello, senza comprendere che ormai siamo tutti connessi. Solo cooperando possiamo davvero creare valore.
- Durante l’incontro dello scorso 8 aprile è stato presentato il tuo libro “Influencer Marketing”, un testo che tratta in particolar modo le relazioni di un Brand. Cosa puoi dirci a riguardo?
È un testo (il primo in Italia) che nasce prima di tutto dalla volontà di far chiarezza su un tema sì molto discusso, ma nella maggior parte dei casi nel modo sbagliato. Mancano le basi, delle basi che sono doverose per affrontare un argomento nel modo giusto.
Non è infatti tanto questione di influencer, quanto dell’operare per far nascere relazioni salde, quelle stesse relazioni che poi riescono a darci quel valore condiviso di cui parlavamo in precedenza.
Nel libro do comunque una visione ampia dell’influencer marketing, toccandone tutti i punti essenziali: chi sono, come usarli per il business, come individuarli, come misurare le performance e molto altro (non vi dico tutto, altrimenti vi rovino la sorpresa).
- Una domanda a questo punto più che scontata: chi sono gli Influencer e perché sono così importanti?
Sono individui che grazie qualità riconosciute sono divenuti punti di riferimento per un network di persone, piccolo o grande che sia. Questo li rende autorevoli e credibili agli occhi dei follower e quindi diventano via primaria per informarsi e ottenere informazioni ritenute altamente attendibili.
Un potenziale che fa quindi molta gola anche ai brand. Riescono ad arricchire le comunicazioni delle aziende delle loro qualità e della credibilità acquisita, sdoganandola, in parte, dalla mera comunicazione commerciale.
- Qual è il modo giusto per stabilire quali sono gli obiettivi aziendali e, di conseguenza, la strategia adeguata per conseguire i risultati preposti?
Guardarsi attentamente dentro, capire in profondità chi siamo e dove vogliamo arrivare. Questo è il primo e doveroso passo per dar vita a qualcosa di importante. Troppo spesso le aziende fanno l’errore di “pensare di essere”, un giudizio soggettivo che può solo portare fuori strada.
Altro elemento essenziale è imparare ad ascoltare. Capire cosa vogliono e cosa pensano di noi gli utenti, un giudizio fondamentale per comprendere lati positivi e negativi della nostra realtà.
- Come si costruisce una buona Brand Reputation?
Lavorando bene, in maniera trasparente, rispettando profondamente i nostri stakeholder. Lavorare per creare valore condiviso, mantenendo le aspettative create.
Non è più il tempo di badare solo all’immagine, a sembrare più grandi di ciò che si è. Questo non porta più a nulla, perché il web permette all’utente di capire davvero chi ha dinanzi.
Come dice Matteo Flora “sul web la trasparenza ce l’hai o te la fanno!”
- Cosa ne pensi dei social network? In particolar modo vorrei avere la tua opinione sui recenti cambiamenti di Facebook, come Instant Articles e Canvas.
L’obiettivo da anni è sempre quello: inglobare più funzionalità possibili per creare piattaforme totalizzanti, in grado di offrire talmente tanti servizi da non fartele mai abbandonare. Facebook di questo ha fatto un vero e proprio credo.
Anche l’attenzione al mobile va in questo senso: ti do il massimo delle potenzialità ovunque tu sia.
Per il resto, sarà deformazione professionale, ma i social sono strumenti dalle potenzialità enormi. Certo, non sono perfetti e portano con sé gravi rischi, ma se usati in modo intelligente e con occhio critico sono un’innovazione incredibile.
Ti permettono comodamente di informarti, di lavorare, di incontrare persone speciali. Molti dei miei migliori amici li ho conosciuti sui social.
- Personal Branding, la capacità di promuovere se stessi. Come possiamo definire in maniera corretta i punti di forza di un’azienda senza commettere errori banali?
Forse mi ripeterò, ma l’essenza è capire in profondità sé stessi e cercare di trasmetterlo al meglio all’esterno senza cadere nell’errore di esagerare. Non dobbiamo concentrarci ad ingigantire ciò che non è, quanto a valorizzare al massimo quel che di buono (seppur poco) abbiamo.
L’attenzione nel dar luce ai pieni” più che a riempire i vuoti. Anche perché nessuno è tuttologo, anzi, quei pochi che vogliono passarvi sono davvero poco credibili. La differenza è differenziarsi e offrire qualcosa che solo noi siamo in grado di offrire ad altissimo livello.
- Un consiglio per coloro che desiderano intraprendere un percorso professionale simile al tuo?
Sono due principalmente.
– Non smettete mai di informarvi. Nel nostro campo veloce come va non ce lo possiamo permettere. Quindi leggere tanto: libri, articoli, blog. Ogni mattina questo è il mantra.
– Mettersi in gioco: provate a fare, sempre. Aprite un blog, scrivete, proponetevi, cominciate a collaborare. Nel web, ancor di più che nella vita, il fare è un percorso irrinunciabile per crescere.
Altro che cialtroni… dalle parole di Matteo Pogliani possiamo imparare un sacco di cose sulla figura dell’Influencer e su come cercare di promuovere la nostra immagine sul web. Grazie per il tuo tempo Matteo, buon lavoro.