Diventa un copywriter migliore grazie al SEO copywriting.
La verità su chi scrivere per il web.
Giornalista online, web copywriter, webwriter, blogger, articolista, storyteller, copywriter seo… la galassia di chi scrive online sembra popolata di tante specie diverse, suddivise in tribù tematiche e, ancora, in clan (e persino sotto clan) che ruotano intorno a un sito o a un portale. Al di là delle proprie autorappresentazioni, così come alle leggi della fisica, della biologia o della termodinamica non frega nulla di chi sei, di che colore hai la pelle, che lingua o che dialetto parli, allo stesso modo i motori di ricerca funzionano democraticamente per tutti, senza esclusione. Quindi tutti, prima o poi, devono farci i conti.
Gli atteggiamenti tipici di chi scrive per fare questi conti sono due:
- Rifiuto ostinato: “No, io quella cosa lì non la faccio e non me ne frega niente!” Atteggiamento tipico di chi ha scelto di scrivere per vivere, sognando di diventare il nuovo Hemingway o il prossimo Bill Bernbach. Sotto sotto il web gli sta un po’ sulle p*lle, ma non è abbastanza onesto intellettualmente da ammetterlo. In cuor suo sogna il ritorno a un mondo di carta stampata. Se continuano a disboscare l’Amazzonia, ora sapete chi è il mandante morale.
- Accettazione passiva: “Ok riempio il testo di Keywords, metto i link giusti, piuttosto che copiare mi taglio una mano e poi cos’altro devo fare?” Sicuramente più costruttivo come atteggiamento (,) ma questa seo-sottomissione è altrettanto deleteria al fine di produrre contenuti di qualità e farli trovare a chi è interessato a quell’argomento.
Fortunatamente esiste una terza via e consiste nell’utilizzare le “buone pratiche di seo copywriting” per scrivere meglio. È proprio questo l’argomento di questa guida, praticamente, un corso di seo copywriting in formato Bignami.
Seo copywriting-izza il tuo pensiero.
Sì, hai letto bene. Ho scritto pensiero. Magari non te ne rendi conto ma è quella cosa che fai anche tu prima di iniziare a scrivere. Più o meno da quando il lavoro ti è commissionato (sotto forma di mail, brief formale o “ci sarebbe da scrivere di…” al telefono o davanti alla macchinetta del caffè), oppure se hai un blog personale o legato a una tua passione, tra quando decidi di raccontare un episodio, condividere un pensiero o un’emozione e quando tocchi per la prima volta un tasto. Lo so, un po’ per colpa dei ritmi e po’ grazie alle abitudini trasmesse dai social network, questo tempo si è spesso ridotto a pochi, pochissimi istanti e parlare di pensiero può sembrare un’esagerazione. Non ti preoccupare, i tuoi lettori se ne accorgono.
A ogni modo, sia nel titolo sia nel paragrafo precedente, ho parlato di pensiero e non di scrittura perché, personalmente, ritengo che il lavoro debba essere fatto a monte. Se lo fai a valle, cioè se prima scrivi e poi cerchi di rendere il tuo pezzo un po’ più da seo copywriter, stai facendo litigare il piccolo Hemingway che c’è in te con un correttore di bozze antipatico che non parla la sua lingua. Un duello tra emisfero destro e sinistro che, nel migliore dei casi, può darti una brutta emicrania, oltre a farti perdere un sacco di tempo.
Quindi se vuoi usare questa guida, leggila e rileggila prima di scrivere il tuo prossimo pezzo.
Tipo adesso che non stai facendo un beneamato c*zzo.
Le 15 tecniche di scrittura seo che cambieranno per sempre i tuoi testi. Speriamo in meglio.
1. Se hai delle idee, #escile subito.
Il mantra dei fan italiani di Emily Ratajkowski e della più generosa Lucia Javorčeková è, probabilmente, il miglior consiglio professionale che potrai mai ricevere, seguire e/o dare a qualcuno nella tua vita. Descritta così sembra una vita un po’ triste, vero? Lo so, è che adoro umiliare il prossimo e tu hai avuto la pessima idea di metterti a leggere un mio pezzo.
Al di là del mio disprezzo per te, l’idea è che i motori di ricerca, ma anche i tuoi lettori, non hanno tempo da perdere ed energie da sprecare: vogliono capire subito di cosa stai parlando. Quindi non ci girare intorno, chiariscilo subito. Non cercare un titolo criptico la cui interpretazione richieda più di un paio di sinapsi, hai al massimo due righe per conquistare l’attenzione del tuo lettore e di Googlebot. Giocatele bene. Se vuoi divagare, giocare con le parole o disprezzare il lettore, hai tempo per farlo. Dopo che avrai conquistato l’interesse almeno di un lettore.
2. Empatizza con il tuo pubblico.
Non ti sto chiedendo di provare quello che sente chi ti potrebbe leggere; se lo facessi io, mi starei prendendo a schiaffi. Basta che ti limiti a chiederti cosa potrebbe cercare chi è interessato a ciò di cui stai per parlare. Se non riesci a fare questo sforzo cognitivo, o semplicemente non ne hai voglia, Google ti aiuta. Basta una ricerca, ad esempio googolando “seo copywriting” in fondo alla pagina ho trovato link a ricerche più specifiche e alternative. Ad esempio:
- Seo copywriting guida, che guarda caso mi sono speso nel titolo;
- Copywriter seo, che trovi subito all’inizio;
- Corsi seo, usato al singolare qualche riga sopra;
- Tecniche di scrittura seo, usato appena dopo;
- Seo copywriting cos’è, sinceramente non avevo voglia di usarlo, per rispetto a te ma soprattutto a me stesso. Quindi lo riporto solo qui;
- Seo copywriting it, onestamente non so perché Google lo indichi, visto che cercando “seo copywriting”, con navigazione anonima, il sito seocopywriting.it risulta nella nona e penultima posizione della prima pagina;
3. Organizza il tuo pensiero in paragrafi.
Tanto per cominciare il testo suddiviso in paragrafi riduce la probabilità di panico dei lettori di fronte a una pagina piena di parole, quindi aumenta la probabilità che ti leggano anziché cliccare da un’altra parte in cerca di una lettura meno impegnativa. Poi i paragrafi li aiutano a seguire la tua argomentazione. Naturalmente questo vale anche per spider dei motori, che nella pratica simulano quello che fa un lettore molto pigro.
Seguire questo principio, però, serve soprattutto a te. A schiarirti le idee, perché i paragrafi devono avere una loro coerenza interna. Se ogni testo fosse un viaggio (che metafora orrenda!) ogni paragrafo sarebbe una tappa intermedia. Non ti ho convinto piccolo Hemingway? Allora mettiamola così: il libro ha i capitoli, la pagina web ha i paragrafi.
4. Titoli come se piovessero.
È un po’ la conseguenza logica dei punti 1 e 2. I titoli servono sia a #uscire le idee sia a organizzare il pensiero. È il tuo modo per segnalare ai motori di ricerca di cosa parli nel paragrafo o nei paragrafi successivi. Il titolo sintetizza, quindi sii sintetico. Al tempo stesso, essendo più evidenti rispetto al resto del testo, puoi usare i titoli per mandare dei messaggi diretti al lettore. Per i fan degli anglismi sono le “Call to action”, espressione abbastanza abusata, anche perché “invito all’azione” suona un po’ sfigato.
Non tutti i titoli sono uguali, sia per chi scrive sia per chi legge, ma soprattutto, sia per word sia per il web. Il programma di videoscrittura più diffuso del mondo ti permette di scegliere tra Titolo 1, Titolo 2, Titolo 3, Titolo 4… mentre l’html ha i tag <h1>, <h2>, <h3>, <h4>… e naturalmente non è una coincidenza. Quindi tira fuori il Bill Bernbach che è in te. Personalmente utilizzo un h1, due o tre h2 e un h3 ogni due o tre paragrafi, ma non è una scienza.
5. Ripeti spesso le keyword che t’interessano, ma in modo naturale.
Agli albori del web, bastava ripetere una keyword tante volte (keyword stuffing) per scalare una serp. Vista la velocità della rete, da allora sono passate vere e proprie ere geologiche, che prendono il nome di aggiornamenti. Se tratti un tema, è naturale che ripeterai la parola o espressione di cui stai parlando, ma non sforzarti nel farlo. Quindi non esagerare, i motori se ne accorgerebbero e ai tuoi lettori darebbe fastidio.
Non ci credi? Prova a immaginare se in ogni frase, allo scopo di indicizzare questo testo per “seo copywriter”, mi mettessi a ripetere la keyword “seo copywriter”… Dopo qualche riga abbandoneresti il testo pensando “Ho capito: il seo copywriter è uno che scrive di m*rda”. Poi magari, per farlo anche tu (il seo copywriter), ti metteresti a ripetere la keyword che a te interessa (nel mio caso “seo copywriter”, ma tu probabilmente ne hai un’altra in mente) nei tuoi testi. Se la cosa dilagasse e il web si riempisse di seo copywriter da strapazzo, ci ritroveremmo con siti illeggibili, pagine piene di ripetizioni e la gente ricomincerebbe a leggere i libri cartacei. Quindi, se vuoi salvare l’Amazzonia, vedi di diventare un seo copywriter decente e non fare keyword stuffing.
6. Usa il grassetto.
Il grassetto evidenzia al lettore alcune parole o frasi cui lo scrittore vuole dare enfasi. Supponendo che un lettore sia molto pigro o frettoloso (non come te che leggi parola per parola, nonostante ti abbia disprezzato più di una volta), quel lettore molto probabilmente leggerebbe giusto i titoli e le parole in grassetto. Con una buona approssimazione di verità, possiamo ipotizzare che sia quello che fanno i motori di ricerca quando finiscono su una pagina scritta da te.
In teoria, secondo le principali guide sul seo copywriting, ci sarebbe da usare anche il sottolineato e il corsivo. Ma pare che enfatizzino meno, quindi se vale la pena di enfatizzare, io vado di bold o di grassetto. A meno che non si tratti di un “virgolettato”, una citazione o un discorso diretto. Mentre il sottolineato mi fa casino coi link.
7. Non trascurare i metatag.
Entriamo un minimo sul tecnico, ma è necessario. I metatag title e description influenzano l’anteprima del nostro sito nei risultati del motore di ricerca. Quindi:
- Nel title hai a tua disposizione dai 50 ai 60 caratteri, sicuramente inserisci qui la/le keyword/s che ti interessa/no, magari usando modi diversi di scrivere la stessa cosa;
- Usa la description (circa 156 caratteri) per catturare il lettore, incuriosirlo, fargli venir voglia di cliccare;
8. Usa gli elenchi puntati (e quelli numerati).
Non saremo nipoti di Cesare Beccaria, ma non siamo neppure i figli della str*nza, quindi se anche per Manzoni era “Aiutati che il ciel t’aiuta”, per noi può essere “Aiuta il lettore che il motor t’aiuta”. E gli elenchi puntati (o numerati) aiutano parecchio:
- Spezzano il testo;
- Offrono la sensazione di essere più facilmente memorizzabili;
- Danno ritmo;
- Anche esteticamente fanno la loro porca figura;
- Hanno molte più probabilità di essere letti.
Non a caso, pur saltandoti un po’ delle cazzate che ho scritto sopra, stai leggendo qui proprio adesso; - Si sto parlando proprio con te;
- Vedi: ne sto abusando, eppure continui a leggerli;
- Sono irresistibili;
9. Cita e citati senza vergogna.
I link, sia interni sia esterni, sono importantissimi. Fondamentali. Circa i link esterni c’è addirittura chi sostiene che possano essere utili ad accreditarti, se citi fonti e siti importanti (che sul web si dice “ad alto pagerank”) ma c’è anche chi sostiene che facciano perdere forza alla tua pagina. Ancora una volta, non è una scienza. Nel dubbio fai sempre sì che siano più i link interni (a pagine del tuo stesso sito) che quelli esterni. Se devi prendere un sito a modello, nel dubbio fai come fa Wikipedia. Anche se le principali guide parlino di 2, massimo 3 link per pagina.
10. Attenzione a come linki.
Sia per i link interni, sia per quelli esterni, sono fondamentali le parole linkate, che quelli tecnici chiamano “anchor text”. Linkare espressioni generiche come “quest’articolo” o “clicca qui” significa sprecare un’opportunità. Quindi, al netto di quanto abbiamo detto fin ora, quando metti un link:
- Linka le parole giuste, magari una keyword;
- Metti in bold i link;
- Se riesci, metti i linknei tuoi titoli;
11. Fai parlare le immagini.
“Luca che c*zzo stai a dire?” Se leggendo il titolo questo è stato il tuo primo pensiero, innanzitutto, ti raccomando un po’ di educazione. In secondo luogo, ti raccomando un po’ di elasticità mentale. Le immagini che carichi in un articolo possono essere belle o brutte, a colori o in bianco e nero, fotografiche o grafiche/disegnate, ma tutte, nessuna esclusa, hanno un nome, che puoi far coincidere con latuakeyword.jpg, magari ripetendola con l’attributo alt quando la inserisci.
Pensaci, ti è mai capitato di finire su un sito cercando un’immagine?
Fai pure sì con la testa, ma non arrossire, non ho specificato che tipo di immagine fosse.
Analogamente puoi inserire un video, magari caricandolo prima sul tuo canale YouTube, così puoi decidere tu sia il titolo sia la didascalia, naturalmente fai si che siano coerenti con l’argomento trattato. Dico YouTube e non Vimeo o qualunque altra piattaforma di video sharing, perché YouTube da qualche anno è proprietà di Google.
12. Chi ben comincia, ben comincia.
Nessuno sa esattamente quanto possa andare a fondo Googlebot. Di certo, le cose più importanti che hai da dire dille (o #escile) subito, entro le prime 150/200 parole, come abbiamo visto al punto #1. Stessa cosa per keywords, stessa cosa per i link, stessa cosa per tutto il resto.
13. Non copiare. E se lo fai, non farti beccare.
Una pagina duplicata non porta nessun valore al lettore, né al web in generale, quindi i motori di ricerca la penalizzano. Tecnicamente, ma non troppo, si parla di filtro antiduplicazione, un setaccio che però non riesce a setacciare sia le traduzioni sia un testo completamente parafrasato, magari con qualche variazione dell’ordine degli argomenti.
14. Non essere pigro.
Lo so, fin ora ti ho detto che gli spider sono pigri e i tuoi lettori, molto probabilmente, non sono da meno. Tuttavia tu non puoi permetterti lo stesso lusso. Perché, a parità di altri fattori, un testo ricco e ben strutturato ha più probabilità di indicizzarsi di uno breve, sull’argomento.
A seconda delle fonti, potresti leggere che un testo per essere seo-friendly è di almeno 300 parole o 400 o 500 o 600 o persino 2.000 parole (ho scritto “parole” non caratteri). Naturalmente, pur essendo in disaccordo, tutti lo affermano con certezza assoluta, anche se non ho mai letto nessuno citare un esperimento. Quindi siamo sempre sul “non è una scienza”. Io non ho la verità, né faccio finta di averla. Mi limito a consigliarti di scrivere un po’ più di quanto ritieni necessario. Al massimo i tuoi lettori leggeranno solo la prima parte e i titoli successivi. Quindi scrivili bene.
“Non essere pigro” si applica anche alla frequenza. Una pagina, un articolo, un post anche se scritto da Dio è una goccia nel mare del web. Quindi: datti da fare, insisti, presidia. Oltretutto, a furia di fare ricerche, documentarti, scrivere, pubblicare, rischi davvero di diventare un esperto di quell’argomento.
15. Considera tutto quello che ho scritto sul seo copywriting come niente di assoluto.
Te l’ho detto, non è una scienza ma non è neppure una religione o una filosofia, quindi non cercare guru del seo o sacerdoti del web. E, per quanto ti abbia disprezzato più volte, ti voglio premiare di essere arrivato fino a qui e ti risparmio i retorici “Content is the king” o “La qualità vince sempre”.
La verità è che, come sa ogni professionista del web onesto intellettualmente, qualunque cosa abbia funzionato fino a qui, potrebbe essere contraddetta dal prossimo aggiornamento di Google che penalizza ciò che fino a ieri era premiato.
Quando succederà e ti assicuro che succederà, cercati un’altra guida al seo copywriting. Magari scritta meglio.
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