Dentro il mondo dei Social Media: intervista a Davide Licordari
Martedì, giorno di interviste sul nostro blog. Per questa settimana abbiamo deciso di puntare su un settore in particolar modo, ovvero il Social Media Marketing, una branca del Web Marketing che sfrutta le potenzialità dei social network per aumentare la visibilità di un’azienda. Dopo aver intervistato tanti professionisti del settore SEO come Giorgio Taverniti, Benedetto Motisi e Pasquale Gangemi, oggi presentiamo la nostra chiacchierata con Davide Licordari.
Come utilizzare i social network per creare un grande livello di interazione tra l’azienda e gli utenti? Quali social sono più indicati per un determinato tipo di progetto? A queste domande (e a molte altre) ci risponde Davide Licordari. A lui la parola!
- Buongiorno Davide e grazie per aver accettato il nostro invito. Cominciamo come David Copperfield “nacqui, crebbi”… in soldoni, dicci un po come e quando hai iniziato a occuparti di web e relativi servizi?
Ho iniziato a lavorare nel web nel 2008, una volta laureato in Comunicazione., entrando nella digital agency Seolab, a Torino. Inizialmente mi occupavo di partnership editoriali tra siti web, dopo di che, nel 2009, con l’avvento dei social network in Italia, ho iniziato a occuparmi di social media marketing. Mi occupo quindi di mettere a punto e implementare strategie di comunicazione per le aziende che vogliono comunicare sui social, sperando di aiutarle ad ottimizzare i processi e ad ottenere i risultati sperati.
- Ti occupi soprattutto di Social Media Marketing, e come prima domanda in merito a questo vorrei chiederti questo: qual è il social che può garantire, se usato correttamente, le maggiori soddisfazioni a un’azienda?
Non esiste una ricetta esatta, a priori. E la parola “garantire” va usata con molta prudenza, i risultati dipende da una serie di variabili (quasi) infinita. Ogni azienda ha delle caratteristiche peculiari che le permettono di essere più o meno adatta ai vari social che si possono utilizzare: dipende molto dall’approccio, dal settore merceologico, dal pubblico di riferimento. Ovviamente bisogna anche tenere conto di quanto e come i social sono sviluppati in Italia (posto che sia italiano il mercato di riferimento): se Facebook è diffuso in maniera capillare, Pinterest è all’opposto. E di questo bisogna tenere conto. Detto ciò, oggi se dovessi consigliare due canali social ad un’azienda probabilmente indicherei Facebook e Instagram.
- Cosa ne pensi dei recenti problemi avuti da Facebook? Riesci a cogliere qualche scricchiolio nella leadership del social di Zuckerberg? Quale potrebbe essere in un prossimo futuro il social di riferimento?
Facebook nel corso degli anni è maturato parecchio: sia nel senso che, anno dopo anno, ha introdotto delle funzionalità che permettono ai marketer di mettere a punto delle strategie sempre più costruite; sia nel senso che l’età media degli utenti si è alzata notevolmente (il che non è un male, anzi). A mio avviso Fb continuerà a lungo a essere il social (e dicendo social escludo i servizi di messaggistica alla Snapchat o Whatsapp, così come le piattaforme di microblogging alla Tumblr) di riferimento per gli utenti. E il motivo è da ritrovare, per me, nel fatto che è l’unico social all’interno del quale ritroviamo persone che conosciamo anche nella realtà, cosa che comporta una “garanzia di interazione” anche per coloro che sono meno avvezzi al mezzo. In più, ha una piattaforma adv perfettamente sviluppata, cosa non secondaria per chi usa i social per fare comunicazione aziendale. E se così non fosse, ricordiamoci che anche Instagram è di Facebook. Per dire, eh.
- Attività di web marketing su Instagram: questo particolarissimo social, in costante crescita negli ultimi mesi, può davvero rappresentare un canale su cui le aziende possono farsi pubblicità e ottenere grandi risultati?
Si e no. Sicuramente Instagram ha potenzialità enormi, e l’introduzione della native adv (gestibile direttamente da Facebook, oltre tutto) darà uno slancio in più alla piattaforma. Tuttavia è un social ancora molto verticale, limitato nelle possibilità di interazione e di produzione dei contenuti: voglio semplicemente dire che per poter sfruttare davvero Instagram bisogna in prima cosa avere davvero dei contenuti validi (e visivi) da proporre al pubblico.
- In merito alla SEO e all’ottimizzazione dei contenuti di un sito per essere “premiati” dal motore di ricerca, chi pensi siano attualmente i migliori professionisti del settore?
Non mi addentro in classifiche di merito, mi sento solo di dire che i SEO “migliori”, a mio avviso, sono coloro che hanno anche la capacità di comprendere che la creazione di contenuti va oltre la mera compilazione di testi ottimizzati.
- In tuo articolo pubblicato a fine luglio hai parlato di Twitter e del suo “momento difficile”, se così lo possiamo definire. Dicci la verità, Twitter è realmente morto?
No, Twitter non è morto. Ma di certo sta incontrando delle difficoltà., e non sta crescendo quanto previsto da molti negli anni passati. E i motivi sono molteplici, io ne accennavo solo alcuni relativi alle difficoltà di fidelizzazione degli utenti (vedi numero di utenti attivi rispetto al numero di iscritti) una volta atterrati su quella piattaforma. Twitter è un social splendido, ma non è per tutti. E’ contemporaneamente il più semplice e il più complicato social media esistente.
- Come pensi che si evolverà il settore del Social Media?
Credo che i social, e già in parte è così, si stiano configurando come uno dei canali BASE dai quali un’azienda deve comunicare. Come e perché usarli, sta alle aziende capirlo: ognuna può e deve porsi obiettivi specifici, legati al proprio business. La tendenza che secondo me si andrà ad affermare sempre più nel mondo social sarà l’assistenza ai clienti: non solo come customer care tradizionale ma anche come assistenza post vendita. I social non fanno vendere direttamente, ma concorrono (e molto) nel processo di decisione dell’acquisto di molti consumatori.
- Ultima cosa: un paio di consigli da parte tua dedicato a coloro che hanno intenzione di cominciare un percorso professionale simile al tuo, cosa non fare e cosa evitare assolutamente.
Posso dare solo consigli legati al buonsenso: se si vuole lavorare in questo campo, e quindi nella comunicazione, bisogna sporcarsi le mani. Usare i social, provare a crearsi una community (magari provando a curare un blog) di lettori, capire quali sono le dinamiche (sociologiche, psicologiche) che sottostanno ai contenuti pubblicati su questi canali. E provare, sbagliare, sperimentare, curiosare il più possibile.
E’ chiaro dunque come possiamo utilizzare i social per garantire vantaggi alla nostra azienda? Ringraziamo Davide Licordari per aver accettato il nostro invito e per aver condiviso con noi parte della sua grande competenza nel settore.
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