Per il nostro solito appuntamento del martedì, giorno dedicato alle interviste degli specialisti del web come Benedetto Motisi, Emanuele Tolomei e Pasquale Gangemi, abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con un Samurai, una sorta di “artista della battaglia” che riesce a districarsi in maniera eccelsa in vari settori, come la SEO, il Web Marketing e il Social Media Marketing.
Stiamo parlando di Andrea Podda, conosciuto in Rete anche come WebSamurai, professionista tra i più apprezzati su internet.
- Ciao Andrea, benvenuto sul nostro blog. Domanda introduttiva: quando e come hai iniziato a occuparti di informatica e, nella fattispecie, di SEO?
Ciao Vincenzo! Ho iniziato con l’informatica intorno al 2000 mentre per quanto riguarda la SEO l’amore è sbocciato un bel po’ più tardi, tra il 2007 e il 2008 cercavo di dedicarci una bella fetta del mio tempo libero.
- Sei uno stimato professionista SEO ma nasci come Blogger. Qual è il segreto per scrivere contenuti che possono garantire ottimi risultati in termini di visualizzazioni?
In realtà non c’è un segreto vero e proprio, basta fare ciò per cui è nata la SEO: intercettare delle ricerche o se vogliamo dirlo in altri termini, soddisfare un bisogno. Molti parlano di contenuti lunghi/corti, con/senza foto e robe di questo tipo, in realtà ormai nell SERP si trova di tutto perchè l’importante è scrivere qualcosa di utile; sarà Google poi a comprendere che il contenuto soddisfa gli utenti e le visualizzazioni arriveranno di conseguenza.
P.S.
Non apro il capitolo “semantica” perchè altrimenti non la finiamo più :)
- Quali sono gli specialisti da cui senti di aver “rubato” qualcosa, almeno come fonte di ispirazione per lo sviluppo delle tue competenze?
Sicuramente sono tanti ma tra questi mi sento di parlare di Adriano De Arcangelis, Marco Salvo, Emanuele Tolomei e mi fermo qui perchè la lista sarebbe molto lunga. Cerco infatti di prendere il meglio da ogni SEO con cui riesco a scambiare pareri o metodi di lavoro.
- Alcuni ritengono che la SEO sia sostanzialmente morta, come rispondi tu ad affermazioni di questo tipo?
La SEO è più viva che mai, anche se bisogna capire che ogni progetto può avere strategie di visibilità differenti, anche ignorando totalmente la SEO, che non per forza è il miglior modo per portare utenti/clienti. E’ comunque il metodo che preferisco nella maggior parte dei casi perchè dati alla mano, è quello che mediamente converte meglio (quindi trattasi del traffico di migliore qualità rispetto a quello proveniente da altre fonti).
- Secondo te, quali sono gli strumenti a cui un SEO non può assolutamente rinunciare per svolgere il proprio lavoro in maniera ottimale?
Oltre ai vari tool di Google che ogni SEO conosce e utilizza, non mi faccio mai mancare intere giornate passate su SemRush, Majestic ed Excel. Se poi si vuol fare un lavoro di una certa qualità, andando ad agire sull’esperienza utente (che può influenzare il posizionamento), si possono utilizzare tool di analisi come ClickTale.
- Parliamo di un argomento scottante: le penalizzazioni di Google. Dì la verità, quante volte sei incappato nelle punizioni di Big G? Pensi che facciano comunque parte della formazione di un professionista, incidenti di percorso da mettere in conto?
Incappo spesso in penalizzazioni su progetti interni, perchè utilizzo una marea di siti per dei test, in questo modo comprendo però come si evolve il motore di ricerca, riesco a spingere al massimo e a comprendere fino a che punto si può osare. Risolvere poi le penalizzazioni fa parte del gioco e quindi tutte queste prove si ripercuotono su tipologia e qualità dei servizi che con Imbenta offriamo ai clienti.
- Un tuo giudizio sul cambiamento dell’algoritmo di Google dello scorso aprile, il nuovo fattore di ranking per i siti mobile friendly. Cosa cambia questo per il lavoro di un SEO?
Non cambia assolutamente nulla perchè in Italia ho visto ben pochi movimenti in SERP, nonostante ci siano ancora parecchie attività che fanno a meno del sito responsive. Comunque al momento credo che se l’update effettivamente ci sia stato, non abbia dato abbastanza peso a questo fattore, quindi come anticipato si è visto ben poco di significativo fino ad ora.
- Argomento social network: l’importanza della condivisione su queste piattaforme potenzialmente piene di possibili clienti, come può un’azienda pubblicizzare al meglio i propri prodotti attraverso questi canali?
Un’azienda dovrebbe creare una community intorno al proprio brand, portarla avanti con strategie di comunicazione appropriate (es. storytelling, newsjacking, ecc.), investire in adv se necessario, non creare esclusivamente “contenuti commerciali”, ascoltare le esigenze del proprio pubblico, ecc… purtroppo non è un lavoro adatto a improvvisati e si rischia di commettere grossi danni, consiglio pertanto alle aziende di affidarsi sempre a degli specialisti o di formare il proprio personale.
- Ti occupi anche di Web Marketing e conduci ricerche nel settore e-commerce. Dalle valutazioni che hai potuto sviluppare, pensi che il commercio elettronico sia in effetti la strada maestra per il futuro delle società?
Penso che l’e-commerce sia un trend ormai non più ignorabile dalla maggior parte delle aziende che vendono prodotti/servizi di qualsiasi tipo. Ogni tanto spunta un leader che spacca il mercato e cercare di rubarle fette di mercato in questa fase poi diventa complicato se non impossibile.
Pensiamo a chi per anni ha venduto tech solo nel proprio negozio e poi una volta comparsi alcuni colossi sul web, hanno visto i propri fatturati calare drasticamente, molti fino ad aver chiuso totalmente.
Alcuni avrebbero potuto provare a crescere sul web molto prima ma non lo hanno fatto, ora è impensabile farsi strada in questi mercati a meno di budget non alla portata certamente di tutti. Alcuni ci provano cercando di stare sui Marketplace con strategie improvvisate e basate sul mero ribasso dei prezzi.
Oppure, giusto per fare un altro esempio, guardiamo il settore turistico, dove colossi come Booking o TripAdvisor hanno si portato nuove opportunità a chi non faceva presenza sul web, ma allo stesso tempo corrodono fatturati per via delle commissioni, mentre alcuni Hotel che hanno investito in tempo soprattutto in SEO, ancora non sono dipendenti dalle OTA e riescono a fare ancora buona parte delle prenotazioni in maniera autonoma.
Credo che questo accadrà comunque nei più svariati settori e proprio perchè credo realmente accadrà questo, in alcuni stiamo cercando di inserirci direttamente.
Il punto è che nel web bisogna investire per crescere e non spendere a caso presi dalla disperazione e magari con budget risicati quando ormai si ha l’acqua alla gola.
- Un consiglio da parte tua rivolto ai giovani che desiderano cimentarsi nella tua professione.
In genere dò sempre il solito consiglio: leggere tanto da tante fonti diverse e far pratica ancora di più. E’ pieno di pseudo-guru che hanno la verità in tasca e non bisogna rischiare di seguire una sola strada, perchè nella SEO è importante percorrerne differenti e farsi delle idee proprie.
Fare anche un po’ di black hat e avere progetti propri aiuta sicuramente a comprendere tante logiche di funzionamento del motore, oltre che a portare qualche soldo extra in tasca.
Solo dopo aver imparato un bel po’ sulla propria pelle poi si può passare al lavoro sui clienti ma mai farlo da principianti perchè si possono combinare grossi danni.
Lo Staff di Keliweb ringrazia Andrea Podda per la cortesia e per la disponibilità dimostrata nel concederci questa intervista. L’appuntamento con le interviste del martedì viene “sospeso” per un breve periodo fino alla seconda metà d’agosto.