Vita da SEO: intervista a Simone Righini

Martedì, giorno di interviste sul nostro blog. Appuntamento settimanale ormai consueto, siamo abituati ad avere come ospiti dei grandi professionisti del web che si distinguono non solo per le grandi competenze ma anche per la gentilezza con la quale accettano di condividere con noi alcuni aspetti del loro lavoro. Penso per esempio a persone come Benedetto Motisi, Emanuele Tolomei, Giorgio Taverniti e Stefania Ferri, e tutti gli altri che hanno accettato il nostro invito. L’ospite del giorno è conosciuto come uno dei migliori SEO in circolazione, stiamo parlando di Simone Righini, un professionista di cui si potrebbe dir molto ma che si commenta da solo dando un’occhiata al suo curriculum.
E’ quindi un grande piacere per questo blog poter scambiare quattro chiacchiere con uno specialista di tal fattura. Lasciamo dunque la parola a Simone!
- Ciao Simone, partiamo con la più classica delle domande introduttive: quando hai iniziato a conoscere e occuparti di quello in cui sei diventato un grande professionista?
Ciao Vincenzo, se intendi parlare della mia calvizie devi sapere che è stata una scoperta abbastanza recente e improvvisa, come un amore a prima vista. Preferisco lasciare lunghi i capelli ai lati per mettere meglio in evidenza la stempiatura, o come la chiama mia figlia “la grande fronte” perché credo doni quell’alone di professionalità e rispettabilità che solo i capelli bianchi potrebbero eguagliare.
- Sei un professionista freelance e hai anche lavorato per molte aziende, quali pensi che siano le principali caratteristiche tra il lavoro indipendente e il dover far riferimento a un’azienda?
Direi che la differenza sta nelle percentuali in cui si rischiano le chiappe. Nel caso del freelance, rischi con le tue chiappe al 100%. Nel caso del lavoro inhouse rischi al 8090% con le chiappe dell’azienda. Al momento il mio business model personale è avere entrambi. Ho vari contratti di assunzione presso le aziende per seguire progetti a lungo termine e tengo la p.iva per consulenze veloci e corsi. Il giorno che ho scelto di iniziare questa strada, che i fan dell’ AD&D chiamerebbero “biclasse”, ci ho scritto un post: http://www.goatseo.com/indipendenti/ vedi tu se metterci un link oppure no. Dall’anno scorso (2014) sono anche imprenditore, avendo investito in un una società che produce un nuovo tipo di sedia ergonomica (la sedia Komfort). La cosa bella delle aziende comunque sono le persone: c’è sempre qualcuno da cui imparare, non necessariamente qualcosa di tecnico, ma anche soltanto capire come nasce una squadra di lavoro, è essenziale, perchè il SEO in azienda è una specie di uomo colla, deve saper parlare con tutti.
- Pensi che la SEO sia un settore ancora prospero e con grandi possibilità di crescita, oppure il rapido sviluppo del web ci sta portando verso nuovi tipi di approccio che vanno oltre il settore stesso?
Vedo sempre tante ricerche di specialisti sulle principali bacheche di offerte lavoro, la cosa interessante è che si cercano professionalità sempre maggiori e le aziende stanno iniziando a valutare la nostra professione come essenziale. L’ago della bilancia comunque lo decide il seo stesso, visto che sapendo fare anche un minimo di monetizzazione, un bravo seo non ha propriamente “bisogno” di un’azienda alle spalle. In ogni caso, fino a quando Google funzionerà male come oggi, ci sarà spazio per noi. E spero ce ne sarà anche molto di più per chi avrà voglia di scrivere e dire la verità (che è il principale motore del buon copywriting SEO). Durante un corso all’Università, ad un certo punto vedevo i ragazzi un po’ svogliati, e quando ho chiesto cosa stesse succedendo mi hanno risposto: “ma sai, noi questo corso lo facciamo perchè fa parte del programma di studi, ma in realtà i motori di ricerca son roba vecchia, ormai tutto il lavoro è su facebook e nelle app.”. Quindi, se il punto di vista delle nuove generazioni è questo, probabilmente c’è del vero, staremo a vedere. per ora, Facebook è scarso nel dare risposte a domande dirette, quindi c’è ancora spazio per un motore che risponda alle necessità degli utenti, e siccome le necessità sono umane, difficilmente la coniugazione tra necessità e html può essere fatta al 100% in automatico. D’altra parte, dipende come vogliono spendere i soldi le aziende: il motore di ricerca non è mai stato un buon posto dove fare branding; la pubblicità a performance invece ancora rende e col tasto “buy”, Google spingerà le leve dell’acquisizione di clienti che cercano le performance.
- Quali sono i software che utilizzi maggiormente per portare avanti il tuo lavoro?
Dipende. come sai ogni lato del nostro lavoro necessita di “amplificazioni” per aumentare le nostre capacità umane. Per la gestione di progetto uso Jira/Trello o postit. Per link building non uso quasi nulla. Per la pulizia dei link mi sono trovato bene con LinkResearch Tools. Per le posizioni Search Console e SearchMetrics. Per l’onpage faccio a mano. Per la manutenzione uso ScreamingFrog. Sto tenendo d’occhio le evoluzioni di un software italiano che promette bene, si chiama SeoZOOM. Avevo mandato alcuni consigli per l’editor testuale, spero che Ivano abbia voglia di considerarli. Comunque, il software perfetto per fare tutto, per ora non c’è.
- Sul tuo sito hai scritto che alcuni anni fa hai rifiutato un’ ottima proposta di lavoro dall’estero per rimanere in Italia. In un momento storico come questo in cui sembra che tutti vogliano fuggire dal nostro paese, puoi spiegarci i motivi della tua scelta? Credi ancora nell’ambito professionale italiano?
Dopo una serie di colloqui ho avuto una proposta di assunzione da parte di Booking, come SEO Specialist nel 2012 mi offrivano 4250 euro lordi/mese + vari ottimi benefit (tra i quali +8% del salario in base ai risultati). La cosa che ho apprezzato molto è stata la totale “meritocraticità” dell’intero processo. Dalla lettura del CV (che avevo semplicemente pubblicato su Monster) fino ai colloqui veri e propri, i miei contatti (all’epoca pochi) hanno contato zero. A parte che l’intero volo+hotel ad Amsterdam è stato offerto da loro, nella stessa giornata ho potuto parlare con i responsabili IT e col responsabile aziendale (che per inciso sembrava un boss di fine livello, grosso il doppio di tutti gli altri, mi ha solo chiesto “perchè vuoi venire a lavorare da noi?”). In quello stesso periodo però ad una persona molto importante della mia famiglia è stato diagnosticato un tumore ai polmoni, quindi ho valutato altre proposte sul suolo italiano per una questione di vicinanza. Ho accettato la proposta del Sole24ORE che mi dava un buono stipendio (non ai livelli di Amsterdam) e mi consentiva di lavorare da casa per almeno 4 giorni a settimana. Rimanendo in italia ho anche tenuto aperta la p.iva, che essendo a regime minimo ha un massimale limitato, ma un’ottima pressione fiscale. Per quanto riguarda l’ambito professionale italiano, nel seo è come in tutto il resto del mondo, se sai fare qualcosa e sai monetizzare, vali. Altrimenti se non sai quanto vali e hai bisogno di un’azienda che ti assuma (come capita spesso all’inizio) tieni presente una cosa molto semplice: il mio sito è in prima pagina su google.it per la parola chiave “seo” dal 2008, ad oggi, nostop. Le collaborazioni professionali in questi anni non sono mancate e sono arrivati anche molti lavori prestigiosi, e NESSUNO di questi è arrivato dal web. Sono tutti arrivati per passaparola, da parte di colleghi, clienti, collaborazioni andate bene e persone che, magari dopo anni, si sono ricordate di come avevamo lavorato. Questo succede perchè da noi, raramente nei processi di assunzione si da peso alle caratteristiche “hard” cioè alla preparazione tecnica. Si da ancora moltissimo peso alla “figura” che fai il giorno del colloquio e alle conoscenze che garantiscono per te. Questo perchè in Italia abbiamo una carenza disastrosa nel settore fiducia. Non abbiamo fiducia in noi stessi, non abbiamo fiducia nell’azienda, e nemmeno nello Stato. E quindi si cercano garanzie e garanti, due cose che per loro natura, un po’ se ne fregano della bravura tecnica. D’altra parte i consumatori si fidano dei brand conosciuti non perchè abbiano prodotti di maggiore qualità, ma per il semplice motivo che già li conoscono, cioè già si fidano. Un test indipendente di blind search di qualche anno fa già testimoniava la sostanziale parità nella qualità dei risultati tra Bing e Google. Tutt’ora i miei interessi principali di studio sono fiducia e conflitto d’interessi (ps. se qualcuno ne vuole parlare mi scriva!).
- In riferimento sempre alla SEO, ti occupi anche di corsi. Puoi dirci quali sono le maggiori difficoltà che incontrano coloro che vogliono apprendere il più possibile sul settore?
Ai corsi arrivano persone con alle spalle studi diversi tra loro. Dai giornalisti, al marketing, passando per i programmatori. Ogni tipo di preparazione deve andare a coprire alcune “carenze”. Nei corsi la difficoltà maggiore si ha quando tutti i compagni di classe hanno studi eterogenei. Banalmente, sconsiglierei di iniziare a fare SEO senza prima avere basi di HTML e programmazione, perchè vedo che le difficoltà maggiori sono dovute all’assenza di preparazione nei temi alla base del web. HTTP status codes, server, database, html fino ad arrivare all’usabilità dei siti. la seconda difficoltà molto comune tra gli studenti è la scarsa abitudine nel fare collegamenti astratti tra discipline differenti, e questo gli succede perchè hanno poca abitudine nell’ascolto profondo della persona che hanno di fronte, o accanto. Ascoltando profondamente si riesce ad immedesimarsi in quello che ci stanno raccontando ed a trovare così nostre metafore per capire bene il senso del discorso, oltre che la materia tecnica.
- Un consiglio da parte tua dedicato ai giovani che decidono di intraprendere un percorso professionale simile al tuo.
Trovate un mentore oppure fate stage, lavorate gratis. io ho lavorato per tanti anni gratis o con stipendi ridicoli prima di iniziare a capire “come tira il vento”. Soprattutto in italia le possibilità di stage gratuiti sono infinite, vi sentirete sfruttati… ma la realtà è che a voi farà molto comodo avere un’azienda alle spalle, vedere come funzionano i preventivi, le commesse, i dati dei siti che già hanno traffico e potrete anche imparare dagli errori altrui, prima che dai vostri. secondo consiglio, limitate facebook, vi ruba la vita.
Lo staff di Keliweb ringrazia Simone Righini per la disponibilità dimostrata e per aver accettato il nostro invito. Ti facciamo un grosso in bocca al lupo per il tuo lavoro, Simone.