Gli addetti ai lavori che mi hanno già letto (grazie e scusa!) in giro per il Web sanno che, da qualche mese a questa parte, batto tantissimo sulla scelta delle giuste query o parole chiave, con la caparbietà di Sirio il Dragone che tenta di far rifluire la cascata.
Questo perché sono fermamente convinto dell’idea che, al netto di tutte le operazioni “canoniche” per ottimizzare un sito E un contenuto, ciò che determina il successo e quindi il ritorno dell’investimento di un’operazione SEO sia la scelta alla base.
Query commerciali e query discorsive
Senza averlo mai veramente chiarito (spero di porre rimedio con il post!) quello che faccio presente ai clienti e durante le ore di formazione è la distinzione fra due tipologie di query/domande che gli utenti pongono al motore di ricerca:
- Query commerciali
- Query discorsive
So che esistono tante query quante le stelle nel cielo, e cercare di dividerle in due macro-insiemi (di cui uno molto largo come questo “commerciale”) può essere una forzatura, ma spero di essere stato quantomeno chiaro.
Andando nel dettaglio, nel primo caso mi riferisco ai termini che, andando dietro le intenzioni di ricerca, possono essere legate all’acquisto di un determinato oggetto (e quindi la query è la parola chiave esatta del nome prodotto) e che hanno un volume di traffico mensile ben identificato su tool come il planner di AdWords o SEMRush.
Nel secondo caso, comprendo tutte quelle ricerche correlate, “domande latenti” direbbe Francesco Margherita, query in odor di hummingbird e trend stagionali evidenti tramite tool come Ubersuggest, Google Trends etc..
Prova a inserire sul Planner “cosa indossare a un matrimonio” e vedrai che non ci sono dati disponibili, ma va da sé che esistono ricerche – e pure consistenti per questa chiave – . Semplicemente non c’è uno “storico” che permetta a un tool per key commerciali come AdWords di restituire il volume di ricerche.
E anche perché nell’economia di una SERP, non si tratta di una ricerca che mostra annunci, almeno nel momento in cui scrivo!
Quale tipo di query scegliere
IMHO il tipo di query da scegliere è definito dal progetto e dai suoi obiettivi: se si tratta di un portale editoriale, forse andrà meglio identificando tutte le domande che gli utenti fanno al motore di ricerca quasi fosse l’Oracolo di Delfi, riuscendo a intercettare con dei contenuti ad hoc una base di traffico costante (a meno di stagionalità, appunto).
Lo svantaggio è, per buona parte di queste query, non avere una previsione di possibili accessi (anche se ci sono eccezioni, vedi “come fare i capelli mossi con circa 4.400 ricerche mese).
Se invece stai curando un e-commerce, va da sé che puoi calcolare meglio il ROI del primo passaggio del funnel, ovvero le visite, ma è possibile un po’ più di competizione serrata.
Anche qua, a meno che non si tratti di un settore di nicchia con pochi competitor.
E tu cosa ne pensi? Attui la distinzione fra i tipi di query o è solo un’inutile complicazione :)?
Benedetto Motisi