Video porno, alcune pratiche vietate per legge. Ecco quali
Clamorosa decisione presa dal mondo anglosassone, per definizione sempre tendente ad essere un po moralista o quantomeno “accorto” nella libertà da concedere ai suoi sudditi. In questa particolare circostanza non si parla di nulla di così importante come i diritti civili o altre battaglie per i diritti umani, ma semplicemente di una piccola restrizione che va a colpire il popolo del web e le produzioni del cinema a luci rosse.
Dal primo dicembre, infatti, il porno prodotto in Gran Bretagna risulta essere parzialmente censurato: da un paio di giorni sono entrate in vigore le nuove regole dell’Audiovisual Media Services Regulations, che limita la libertà di attori, produttori e registi che devono dire addio alla lunga lista di pratiche che erano abituati a mostrare in video.
La British Board of Film Censors ha fatto un emendamento al Communications Act del 2003 così, sotto la nuova legge, il video-on-demand (VoD) del porno on line è soggetto alle stesse regole porno su Dvd.
Ecco quali sono le pratiche che saranno vietate da adesso in poi: lo “spanking” (sculacciare), il “caning” (punizione corporale), le frustate aggressive, la penetrazione con oggetti associati a violenza, l’abuso fisico e psicologico, l’urolagnia, l’eiaculazione femminile, lo strangolamento, il “facesitting” (un partner si siede sul volto dell’altro per ricevere cunnilingus o anilungus), e il “fisting”.
Per quanto si tratti sempre di limitazioni artistiche, possiamo concepire questa decisione per alcune pratiche sessuali che richiamano atti di violenza (ma in tal caso bisognerebbe vietare i riferimenti alla violenza anche in tutto l’universo cinematografico) ma risulta difficile immaginare i motivi per cui vengano negate pratiche come il facesitting o addirittura l’eiaculazione femminile.
Subito sono scattate le proteste degli addetti ai lavori del cinema a luci rosse, come Itziar Bilbao Urrutia, dominatrice che produce porno-femminista, che ha dichiarato “La nuova legge è assurda e surreale. Che senso ha bandire il facesitting? Che c’è di pericoloso? E’ una attività innocua, che spesso si fa da vestiti”.
Un parere è stato dato anche da Erika Lust, famosa regista di film erotici: “Non solo perché i miei colleghi inglesi patiranno ripercussioni nel lavoro, ma perché le restrizioni colpiscono soprattutto le pratiche da cui le donne traggono piacere. Il porno è sempre stata un’industria dominata dagli uomini e ora siamo tornati indietro, a una moralità di stampo vittoriano. Eppure avevamo fatto dei progressi, le donne cominciano a parlare più liberamente della propria sessualità, è nato il porno-femminista, film per adulti pensati per un pubblico specificatamente femminile. Siamo nel 2014, dovremmo sapere che la sessualità è parte della natura umana. Gli adolescenti guardano il porno prima ancora di aver fatto la prima vera esperienza sessuale, dovremmo educarli a capire cosa sia il sesso normale e lo facciamo vietando l’eiaculazione femminile? Dovremmo insegnare l’importanza del piacere femminile, non censurarla. Così invece torniamo all’era del porno noioso, non realistico, basato sulle fantasie maschili dove la donna è sottomessa. Dovremmo ripensare a cosa è “pericoloso” e cosa è “normale” e ricordarci che è più importante educare che regolare.”
I protagonisti hard si scagliano quindi contro questo tipo di provvedimento. Seppur ognuno di noi abbia la propria opinione in merito, com’è giusto che sia, non possiamo non definire questa decisione della censura britannica come una limitazione della libertà artistica che riporta alla mente tempi passati in cui la sessualità veniva vista come un qualcosa di peccaminoso.
Vincenzo Abate