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Nasce il cyborg: protesi robotizzate controllate con la mente

Ricordate il film “Terminator” con Arnold Schwarzenegger? Certo che ve lo ricordate, e sono certo che avete ben impressa nella mente la scena in cui veniva messo in mostra il braccio robotico del Terminator che si muoveva come un arto umano. Film di fantascienza, scenari irrealizzabili secondo i tempi in cui uscì il film di Cameron ma oggi, a distanza di 30 anni, quelle immagini vengono “riprese” in un certo senso dalla realtà per divenire concreta materialità.

Nelle ultime ore, infatti, si sono segnalati dei progressi eccezionali nello sviluppo delle protesi a controllo mentale: stiamo facendo riferimento a braccia robotiche a sostituzione di arti amputati, che il paziente può controllare con il solo pensiero. Sembra incredibile, sembra come detto ad inizio articolo un film di fantascienza ma non lo è, è tutto reale.

All’Università John Hopkins stanno lavorando insieme alla DARPA, una unione che ha portato di recente a dare ad un paziente senza braccia ben due arti artificiali, controllati entrambi con il pensiero.

A rendere possibile tutto ciò serve un’operazione chirurgica per “riassegnare i nervi che una volta controllavano il braccio e la mano”, come spiega il chirurgo Albert Chi. In pratica, i nervi vengono collegati all’interfaccia della macchina. La coppia di braccia artificiali si “aggancia” al corpo tramite un corpetto rigido su misura, che serve per sostenere il peso degli arti robotici e a garantire la connessone neurale. Dopodiché il paziente deve solo abituarsi al nuovo arto artificiale, allenandosi anche durante il recupero post operatorio.

Un’altro caso interessante riportato dagli addetti ai lavori è quello di una donna affetta da una malattia neurodegenerativa che l’ha resa tetraplegica. È entrata in un programma sperimentale nel 2012, e nei giorni scorsi ha avuto modo di testare un nuovo sistema prostetico a controllo mentale. In questo caso si tratta di piccoli elettrodi impiantati in un punto nella corteccia motoria sinistra, che controlla i movimenti della mano e del braccio destro. Gli elettrodi sono collegati a un computer, che a sua volta controlla un braccio meccanico. Alla fine la donna è riuscita a controllare il braccio perfettamente.

Stiamo per entrare in una nuova Era, una fase storica in cui persone colpite da gravi menomazioni potranno usufruire di protesi ad altissima tecnologia, che probabilmente un giorno saranno fruibili anche alla massa.

Vincenzo Abate

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