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Nuove estensioni TLD, grande impatto sul mercato dei domini

Negli ultimi tempi, gli analisti si sono preoccupati di trovare la risposta ad un quesito di basilare importanza nel settore domini, e cioè quale sarebbe stata la capacità delle estensioni TLD e delle gTLD di resistere all’arrivo sul mercato dei cosiddetti “nuovi arrivati”. 

Come poter trovare, quindi, una risposta soddisfacente a questa domanda? Innanzitutto, bisogna scoprire come gli gTLD e i ccTLD si stiano difendendo di fronte all’avanzata degli nTLD (ovvero le nuove estensioni a dominio) rilasciate dall’ICANN nei mesi scorsi. Per farlo dobbiamo analizzare il mercato e calcolare le crescite nette di ciascuna categoria a partire da marzo (due mesi dopo l’entrata in vigore delle nTLD) fino allo scorso settembre.

E’ stata Afnic a svolgere questo lavoro di analisi, attuando un procedimento di valutazione delle vendite nette in percentuale per ognuna delle categorie di estensione. Vediamo in dettaglio:

  • nTLD: le nuove estensioni domini rese disponibili dall’ICANN a partire dall’inizio del 2014. Attualmente sono disponibili ben 431 nTLD, ma a fine settembre erano 408, come rilevato da Afnic stesso
  • gTLD: note anche come legacy TLD sono 18, tutte create dalla fine del 1985 fino al 2011. Questa categoria include le estensioni più note, come ad esempio il .com
  • ccTLD: domini di primo livello con Country Code, usati per identificare la nazione a cui si rivolgono i domini registrati

Secondo la valutazione stilata da Afnic, la totalità dei ccTLD rappresenta circa il 44.5 percento dei domini registrati a fine settembre 2014, mentre i gTLD rappresentano circa il 54.5 percento e gli nTLD rappresentano solo l’1 percento.

Osservando le statistiche dettagliate fornite da Afnic, balza all’occhio come i ccTLD siano passati dal 10 percento al 27 percento, mentre gli nTLD dal 15 al 35 percento. A farne le spese sono i gTLD che vedono diminuire il loro contributo alla crescita del mercato domini dal 74 percento al 38 percento, un vero e proprio crollo dovuto all’erosione di quote da parte degli nTLD e dei ccTLD.

Secondo Afnic, il fenomeno si può spiegare con la massiccia introduzione sul mercato domini delle nuove estensioni nTLD, a volte offerte anche con particolari e vantaggiosi piani promozionali.

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Vincenzo Abate

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