Come potranno essere utili i nuovi TLD geografici nell’ambito dei domini internet, ad esempio estensioni come .bmw o .mercedes? La risposta è basata su congetture ed ipotesi che proveremo ad esporre in questo articolo. Una prima idea di cosa potranno servire i nuovi TLD (Top Level Domains, ovvero le comunemente chiamate “estensioni” dei domini) è possibile averla considerando la facilità di memorizzazione dei nuovi indirizzi: ovviamente potrebbe volerci un po’ di tempo per farlo, anzi abbiamo avanzato qualche dubbio in merito tempo fa sul blog, ma potrebbe anche essere una nuova, ennesima, convenzione che non tarderà a prendere piede sul web.
Se stiamo cercando voli low-cost, ad esempio, invece che rivolgerci al classico volilowcost.it o lowcost.com, grazie ai nuovi gTLD saranno disponibili nomi quali voli.travel che potrebbero, ad esempio, viaggare parallelamente a crociere.travel oppure viaggi.travel. I comparatori di prezzo diventeranno così, in previsione, strumenti utilizzabili in modo verticale e con la certezza, per gli utenti, di avere siti mirati su un certo target causando una probabile deriva, progressivamente, dei domini “generalisti” e dei blog alla “di tutto un po’“. Gli appassionati di Apple potrebbero, inoltre, visualizzare siti come iphone.apple oppure macbook.apple, avendo la certezza di trovare ciò che cercano da parte dell’azienda ufficiale, anche in vista dell’eventuale collaborazione con il Trademark Clearinghouse che certificherà il proprietario del dominio.
In questo discorso la rinnovata precisione e potenza dei motori di ricerca dovrà fare i conti con questo tipo di estensioni, suscitando prevedibilmente una lotta tra competitor per accaparrarsi domini a corrispondenza esatta, sui quali da anni si discute in ambito SEO con le opinioni più varie e controverse. Certamente la lista delle nuove estensioni andrà tenuta d’occhio periodicamente, e bisognerà tenere conto dei tempi logistico-tecnologici per adattarsi, da parte dell’ICANN, al cambiamento: il tutto non avverrà in modo brusco, bensì rilasciando un gruppo di estensioni alla volta, mentre si moltiplicheranno le possibilità di fare marketing su internet anno dopo anno. Nomi accattivanti, a volte evocativi già dal nome, faranno in modo di confermare quella che pare una tendenza sostanziale sul mercato virtuale: protendere a brandizzare i nomi di dominio piuttosto che specializzarli su una nicchia. Come ha fatto Facebook, come ha fatto Apple, come fanno (e faranno) molti altri: il nome del dominio dice tutto, già di suo, e diventa garanzia di affidabilità, di divertimento o competenza a seconda dei casi. Ogni azienda, inoltre, dovrebbe verificare da subito quali nomi possano essere strategicamente interessanti per le proprie attività, evitando di sopravvalutare l’impatto e senza ritenere che basti un dominio del genere per avere automaticamente vantaggi in ambito di marketing.
Al di là dei facili entusiasmi e delle tentazioni di marketing estremizzato, bisognerà evitare di proporre le nuove estensioni di dominio come l’unica strada percorribile (cosa falsa) per chi voglia imporre un proprio mercato, di nicchia o generalista, sul web: la strada è ancora lunga, ci vorranno almeno due anni per iniziare a vedere qualcosa di concreto, e bisogna fare molta attenzione a non generare equivoci, specie sulla possibilità di risolvere la questione con faciloneria, come abbiamo scritto sul meccanismo-bufala di “prenotazione” delle nuove estensioni già tempo fa.