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Chiusura di account Adsense: cosa si rischia e perchè

In questo articolo proponiamo qualche considerazione su Google Adsense, il più celebre programma di affiliazione basato su pay-per-click. 

Molti sono gli utenti che in questi anno si sono visti chiudere il proprio account Adsense senza motivo: la cosa grave è che, in molti casi, le circostanze non erano affatto chiare. È rimasto negli annali un caso più unico che raro – quello di Aaron Greenspan, CEO della Think Computer Corporation, caso di qualche anno fa – che solo andando per vie legali ottenne la riattivazione del proprio account.

Passo 1: conoscere le condizioni d’uso

Senza dubbio per utilizzare correttamente questi strumenti – e vale per tutti i programmi di affiliazione, in effetti – bisogna conoscere il mondo in cui si lavora in modo approfondito. È chiaro che ne va della vostra “sopravvivenza”: le condizioni d’uso di Google Adsense probabilmente andrebbero rifinite, ma parlano piuttosto chiaro, mentre molti di noi spesso le accettano senza pensarci troppo. C’è da dire comunque che ci vorrebbe maggiore chiarezza nello spiegare le motivazioni precise delle varie chiusure che si sono susseguite negli anni, ma potrebbe essere sufficente basarsi su una semplice considerazione: Google Adsense tutela, in modo spasmodico, gli interessi degli inserzionisti: qualsiasi tentativo di falsare di click o di truffare gli inserzionisti non potrà che produrre, presto o tardi, un effetto deleterio. Ricordiamo che le condizioni d’uso di Google Adsense, da contratto, possono variare senza preavviso ed è opportuno dargli uno sguardo periodicamente per verificare di essere in regola.

Passo 2: essere consapevoli dell’esistenza delle norme

Al di là della domanda “cosa accadrebbe se tutti gli utenti facessero causa a Google”, proviamo a chiederci piuttosto: “quanti account chiusi senza motivo in meno ci sarebbero se le persone conoscessero meglio gli strumenti che adoperano?” Possiamo provare a sviscerare le cause principali che portano alla chiusura di un account Adsense per avere quantomeno maggiore consapevolezza dei rischi e non trovarci un giorno spaesati. La teoria è fondamentale, ma poi la pratica, ricordiamo, è tutt’altra cosa. Possono chiudervi l’account di Google Adsense senza preavviso per due motivi “grossi” di fondo.

1) Il vs. dominio non era adatto ad Adsense. Google assume una politica molto rigorosa sui contenuti leciti per i propri annunci: questo nonostante Google Adwords (che “alimenta” in buona parte Adsense) sia decisamente meno restrittivo ed ammetta, ad es. tra i risultati di ricerca, annunci di siti per adulti e via dicendo. In genere non è opportuno pubblicare annunci Adsense sulle seguenti tipologie di siti web:

  1. siti che ricevano traffico “gonfiato” da sorgenti artificiali come programmi “paid-to-click”, “paid-to-surf”, “auto-surf” e “click-exchange;
  2. siti che pubblichino i propri annunci Adsense all’interno di email, popup o software;
  3. siti di natura ambigua o non utile agli utenti (ovvero non devono modificare le preferenze degli utenti, reindirizzare gli utenti a siti web non desiderati, avviare download, distribuire malware o contenere finestre popup o pop-under che interferiscono con la navigazione del sito);
  4. siti che offrano contenuti gratuiti protetti da diritto d’autore (siti di streaming e/o download di film e musica);
  5. siti di qualsiasi tipo che incoraggino l’utente a cliccare sugli annunci per “supportare il sito” e simili.

2) La pagina su cui avete pubblicato gli annunci contiene materiale vietato. Adsense non tollera siti di natura ingannevole, incentivi al click, crack, virus o software pirata in genere (anche se segnalati e non offerti direttamente da voi), per non parlare di pornografia o erotismo (ricordiamo è Google a decidere cosa lo sia e cosa no per contratto).

Ricordiamo infine che, per quanto riguarda le pagine web,  “i publisher possono inserire fino a tre unità pubblicitarie di AdSense per i contenuti in ogni pagina. Di queste tre unità pubblicitarie, solo una può avere le dimensioni 300 x 600. In ciascuna pagina, i publisher possono inserire più di un’unità pubblicitaria per tutte le altre dimensioni di annuncio a eccezione della dimensione 300 x 600. Oltre alle tre unità pubblicitarie di AdSense per i contenuti, in ciascuna pagina i publisher possono anche inserire fino a tre unità di link e due caselle di ricerca. Queste norme si applicano ai siti ottimizzati per computer desktop e per dispositivi mobili di fascia alta.

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