L’importanza dei title per la SEO, e la priorità delle query di ricerca
In questo articolo andremo a vedere come il title di una pagina HTML indicizzata possa essere determinante nella nostra attività di SEO, e cosa sia la “priorità” delle query di ricerca. Il funzionamento di Google presuppone una combinazione di fattori variabile in base al contesto, alla tipologia di siti e di query che si stanno analizzando: è questo il motivo per cui, ad esempio, diventa molto difficile comprendere quali siano i fattori importanti per il ranking e quali, invece, non siano rilevanti o addirittura dannosi. Il titolo delle pagina del sito, ad esempio, sembra confermato da varie esperienze sul campo – e da test che possiamo effettuare ogni giorno sui vari siti – può essere utilizzato come “manopola” per provare a migliorare, spesso anche di molto, la qualità e la quantità di traffico che arriva al nostro sito o blog quotidianamente.
Ricordiamo quindi che:
- title (e anche description) delle SERP sono generati in modo automatico seguendo il principio della massima pertinenza query-pagina, per cui possono essere “forzate” solo in alcuni casi e non è detto che coincidano con il titolo che diamo manualmente alla pagina;
- title (e anche description) dovrebbero sempre essere unici (cioè non duplicati) e sufficentemente informativi / utili per l’utente;
- non è detto, infine, che i termini che inseriamo nel title corrispondano in modo esatto a quelli del termine di ricerca, basti pensare che molte ricerche restituiscono risultati mediante sinonimi oppure termini equivalenti comunque non pienamente corrispondenti.
Mancano comunque delle regole generali sulle modalità precise di azione per ogni query e pagina web, e questo perchè se esistesse un modo chiaro ed univoco di agire sicuramente qualcuno, presto o tardi, finirebbe per approfittarsene (black hat). Una eventuale gerarchia di priorità, nella pratica, dovrebbe ragionevolmente includere una maggiore sensibilità ad es. ai fattori di webspam maggiore in alcuni ricerche (quelle commercialmente più appetibili) rispetto ad altre (che riguardano fonti di traffico “puro” come ad esempio ricerche di tutorial gratuiti). Attenzione, pero’: ricordiamo che lo scopo di Google è quello di fornire informazioni gratuite agli utenti che ne facciano richiesta, per cui il discorso della priorità delle query non deve far credere che sulle query più richieste e meno concorrenziali si possa fare quello che pare.
Resta comunque il fatto che non possiamo sapere a priori quale sia il modo migliore di comportarsi caso per caso, e questo pone una difficoltà sostanziale nel determinare una possibile lista di “to-do” per il nostro sito specifico. Il massimo che si può fare è, in altri termini, fare uso del buonsenso ed evitare massimamente di svolgere attività classificabili come spam da parte di un osservatore esterno estremamente pignolo e critico. È anche abbastanza logico, da un punto di vista di marketing come da quello puramente implementativo e tecnico, che Google possa sbagliare, non possa ragionevolmente accorgersi di qualsiasi problema e che, forse soprattutto, dia maggiore priorità alle query che portano potenziali guadagni agli inserzionisti piuttosto che quelle puramente di traffico grezzo.