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Hosting web gratis: ecco perchè non sono consigliabili

L’uso degli hosting gratuiti è stato sfruttato con un certo successo negli anni scorsi, ma ultimamente sembra presentare una serie di problematiche: del resto con pochi euro all’anno è possibile, ormai, procurarsi una piattaforma professionale per il proprio sito. Per quanto appetibile ed effettivamente sfruttabile come soluzione priva di costi (a parte quelli di rinnovo del dominio di secondo livello, ovviamente), l’hosting gratuito presenta una serie di problemi da non sottovalutare. Di fatto gli ostacoli in cui si imbatte il webmaster che decide di fare uno di un hosting gratuito sono i seguenti.

1) Difficoltà/impossibilità di fare uso di domini di secondo livello: se si utilizza una piattaforma come Blogger, ad esempio, è possibile associarvi anche un dominio tipo mionome.it. Si tratta tuttavia di un’eccezione che, nella media dei casi, non è troppo diffusa sugli altri provider di hosting free: bisogna configurare tutto a mano (non sempre l’opzione è consentita, peraltro) e, soprattutto, non si dispone di alcuna assistenza a cui potersi rivolgere.

2) Limitazioni nei plugin/moduli aggiuntivi: la versione gratuita di WordPress, ad esempio, non permette di installare plugin e possiede funzionalità limitate esclusivamente al poter cambiare tema e scrivere articoli. L’utilizzo di un hosting a pagamento elimina questo genere di vincoli, e mette in condizione il webmaster di poter esprimersi al meglio specializzando funzioni, personalizzando ogni singolo aspetto del sito ed inserendo funzionalità aggiuntive come, nel caso dei blog, la possibilità di avere più autori sulla stessa piattaforma.

3) Alcuni hosting gratuiti possono potenzialmente bloccare il google-bot (al fine di risparmiare banda) e creare così rallentamenti o problemi di indicizzazione del sito.

4) Anche se non è una notizia verificata in modo certo, sembra che molti hosting gratuiti siano penalizzati per via degli abusi da parte di molti spammer in termini SEO. In altri termini queste piattaforme sono molto utilizzate per modificare i ranking dei siti web in modo subdolo, e per questa ragione potrebbero far parte delle blacklist di Google. Il vostro sito ospitato in questi server, nella pratica, potrebbe non avere vita facile dal punto di vista dell’ottimizzazione dei motori.

In definitiva se il vostro sito possiede un potenziale commerciale o di contenuti originali di un certo livello, perchè rischiare e fare uso di una soluzione del genere?

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