Durante le consuete operazioni di trasferimento di siti web, trasferimento dei domini o anche semplice configurazione “da zero” degli stessi (ma il discorso vale anche qualora si crei un sottodominio, ad esempio) una delle domande più frequenti che ci vengono poste è relativa al quando il sito sarà effettivamente attivo sul nuovo reindirizzamento. Può capitare infatti che i tempi di propagazione DNS siano più lunghi del previsto, e questo si lega, come vedremo, al parametro di rete denominato TTL (acronimo di Time-To-Live).
Cos’è il Time-To-Live, e cosa c’entra con il funzionamento dei domini
Per meglio comprendere questo meccanismo, del tutto automatico e su cui si può intervenire solo in parte, dobbiamo partire dalle basi del funzionamento delle reti, e più precisamente proprio dal parametro in questione. Il Time-To-Live è un elemento importante della configurazione di un DNS (Domain Name System) a cui si deve prestare particolare attenzione, come già detto sopra, qualora si intenda cambiare la propria configurazione, modificare i record del dominio e così via.
Il TTL è in prima istanza il tempo necessario affinché un cambiamento nel vostro DNS diventi effettivo attraverso internet: questo significa che influisce direttamente sulla “visibilità” o, se preferite, sul fatto che un dominio sia effettivamente attivo sulla rete. Esso viene usualmente misurato in minuti, ore o giorni, e assume valori di default sulle configurazioni di base dei domini (solitamente tra le 6 e le 24 ore). Un valore “piccolo” come 60 minuti, ad esempio, farà in modo che la vostra configurazioni si propaghi attraverso Internet in poco più di un’ora, mentre un valore più grande renderà il cambiamento percepibile eventualmente anche dopo giorni.
Il TTL espresso in secondi, ovviamente, è un parametro numerico che coincide con 21600 e 86400 rispettivamente nel caso di 6 e 24 ore (infatti 6*60*60=21600 e 24*60*60=86400). Si potrebbe pensare che basti inserire un TTL piccolo per vedere immediatamente online il proprio sito, ma dobbiamo tenere conto che l’ultimo valore che abbiamo impostato rimane pur sempre attivo fino alla scadenza: in altri termini se abbiamo un TTL iniziale ad esempio di 48 ore (TTL in secondi 48*60*60=172800) e lo modifichiamo a 6 ore (21600), dovremo comunque attendere il trascorrere completo delle 48 ore iniziali, con l’aggiunta delle successive 6, per un totale di 48+6=54 ore complessive di attesa per la cosiddetta “propagazione del DNS”.
Perché bisogna aspettare?
A questo punto un utente potrebbe chiedersi come mai il cambiamento non risulti disponibile istantaneamente; la risposta è legata ad un motivo prettamente tecnologico, ovvero al modo con cui i DNS funzionano.
Il cambiamento è disponibile in brevissimo tempo sui server che gestiscono il vostro servizio DNS, tuttavia la rete è formata da vari computer interconnessi e quelli del vostro non sono gli unici. Esiste infatti una rete di DNS che “collaborano” tra di loro per mantenere tale informazioni fruibile per tutti gli utenti, e che necessita di essere aggiornata affinché riesca a risolvere il nostro cambio di IP.
Come funziona il DNS?
L’utente su internet chiede inizialmente al DNS più vicino, tipicamente quello fornito dal proprio Internet Provider (Tiscali, Infostrada, Fastweb e così via), l’indirizzo in questione: se tale DNS conosce tale indirizzo risponderà immediatamente all’utente finale, altrimenti dovrà risalire al DNS autoritativo per il dominio, e chiederà l’informazione direttamente al vostro DNS mantenendo una copia dell’informazione nel caso qualcuno lo richieda ancora.
Questo sistema distribuito risulta essere un metodo efficiente per la ricerca DNS minimizzando il numero di attività svolte dal vostro DNS. È chiaro che, in questo scenario, alcune “copie” delle informazioni distribuite in rete potrebbero non essere aggiornate in tempo reale, con il risultato che non tutti gli utenti potrebbero vedere le modifiche allo stesso momento. Il TTL regola quindi tale tempistiche, stabilendo quando l’informazione relativa ad una risoluzione di nomi sia obsoleta e debba quindi, eventualmente, essere aggiornata.
Per questo motivo il tempo necessario affinché un cambiamento nel vostro DNS diventi effettivo e sia propagato attraverso internet è approssimativamente pari al TTL che avete definito per il vostro dominio.
Come faccio a verificare la propagazione del DNS?
Per verificare lo stato di propagazione di una modifica al DNS, quindi nel caso di aggiornamento, cambio hosting, modifiche di vario genere o inizializzazione di un nuovo dominio, si possono utilizzare uno dei seguenti tool presenti in rete. Essi richiedono l’inserimento dell’indirizzo URL (miosito.est) all’interno di un’apposita casella e, dopo aver cliccato su “Check” o pulsante equivalente, sarà possibile vedere le informazioni che cerchiamo.
Uno dei siti più semplici da utilizzare è http://viewdns.info/propagation che mostra un report come quello indicato di seguito, in cui è facile accorgersi che la propagazione è ancora incompleta a livello globale, per cui potrebbe essere necessario attendere.
Ricordiamo infine che la corretta configurazione di un sito internet richiede almeno le seguenti condizioni:
- che il sito nella cartella FTP sia perfettamente funzionante;
- che il record DNS siano adeguatamente configurati;
- che i Name Server del sito vengano anch’essi riconosciuti correttamente.
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